Troia, la rivoluzione di Caserta è partita da differenze con modo di fare di Cavalieri che ora mastica amaro

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Se non è rivoluzione, è comunque una sterzata importante al sistema di gestione e governo non solo del Comune di Troia, ma anche dell’intero territorio dei Monti dauni, perché la vittoria di lunedì di Francesco Caserta ha messo fine a dieci anni di Leonardo Cavalieri. Stavolta si vedeva subito che non avrebbe avuto la stessa vita facile delle due precedenti occasioni del 2014 e ancora di più nel 2019. Troia è insieme a Bovino il centro più importante, anche demograficamente, di un insieme di 29 Comuni che negli ultimi due anni si sono sempre ritrovati a Palazzo d’Avalos per discutere, prendere decisioni e immaginare il futuro delle comunità che per molti aspetti devono ragionare poco in ordine sparso e molto di concerto, così da spendere al meglio i fondi che tra poco torneranno a piovere su vari settori come sanità, viabilità, turismo e chissà cos’altro.

Caserta ha indossato la fascia tricolore già lunedì sera, praticamente due ore dopo lo spoglio dell’ultima delle 4.370 schede scrutinate all’interno dell’edificio scolastico dove erano allocati i seggi. I festeggiamenti sono partiti sul posto e sono proseguiti quasi in corteo trionfale fino alla sede dell’ente, con la proclamazione del vincitore e l’indicazione dei membri del nuovo Consiglio. La maggioranza è composta da Eleuterio Rizzi, Leonardina Di Giulio, Leonardina Pillo, Giuseppina Iannelli, Carmen Catalano, Angelo D’Emanuele, Antonio Cibelli e Raffaella Di Maro. Assieme a Cavalieri, in minoranza, ci saranno la sue ex vice, Antonietta Capozzo, e poi Sara Crucinio e Vincenzo Capuano.

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“Ho detto subito di voler assumere uno status di Sindaco di tutti e fra tutti – ha riferito Caserta - cercando di andare incontro ai cittadini con ascolto e accoglienza. Credo che il nostro progetto sia stato premiato dalla gente perché veramente alternativo a tutto quello che si è detto e fatto negli ultimi dieci anni, da troppo tempo molte persone avevano lamentato di non essere più ascoltati. L’episodio della pensilina per la bambina disabile è stato emblematico e questo incaponimento ha avuto un impatto sulla popolazione che non si riconosce in questo modo di dire poco inclusivo, tant’è che confermo che sarà una delle prime questioni a cui metteremo fine. Cavalieri secondo me ha pagato il mancato rinnovamento del suo schieramento, e si era sempre più chiuso nel palazzo. Dal punto di vista politico, ci prendiamo ancora qualche giorno per definire la Giunta,con  persone, ruoli e deleghe, ma dal punto di vista amministrativo oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) il primo atto è stato quello di andare a visitare tutti i dipendenti del Comune, dei quali avremo massimo rispetto per l’operato, ai di là di quelli che saranno i nostri indirizzi programmatici”. 

Leonardo Cavalieri mastica amaro anche se l’ha presa apparentemente con sportività: “La metà degli elettori di Troia ha scelto di non continuare il processo di cambiamento iniziato dieci anni fa – ha dichiarato – e ognuno ha espresso, liberamente, il proprio voto. E’ la democrazia. Tutti sanno che Troia, oggi, ha opportunità, mezzi e strumenti che dieci anni fa non aveva. Consegniamo una città modello per servizi, strutture, aree attrezzate, bella, pulita, vivibile, un Comune con i conti in ordine e uffici ben organizzati, decine di progetti in fase di esecuzione, e tanti pronti ad andare in appalto. La mia ricandidatura era stata dettata soprattutto dalla necessità di dare continuità alla poderosa programmazione avviata e continuità politica al cambiamento. Ringrazio, di cuore, tutti gli elettori che ci hanno dato fiducia, centinaia di cittadini perbene che hanno creduto nel lavoro svolto in questi anni. L’abbraccio della gente per strada, il calore che i cittadini mi hanno riservato è stato meraviglioso e gratificante. Gli amministratori che ho guidato hanno fatto di Troia una città nuova. Li ringrazio tutti perché è stato un gruppo unito, forte, capace, attento ai bisogni dei cittadini. È stato un gruppo rispettoso delle relazioni interne quanto della gente. Al nuovo Sindaco faccio gli auguri di buon lavoro ma i Democratici Insieme continueranno il percorso politico per la gente e tra la gente, perché noi siamo anima popolare”.

E questo sembra essere già un messaggio per quanto potrebbe accadere già l’anno prossimo, quando la competizione più importante dovrebbe essere la corsa al Consiglio regionale. Non è un mistero che proprio Cavalieri sia comunque un riferimento importante del Pd per i Monti dauni, considerata anche la sua vicinanza al dominus di Capitanata, Raffaele Piemontese che certamente sarà anch’egli della partita. 

Un po’ meno sicura, invece, sembra essere l’unità del centro-sinistra, plasticamente manifestata dall’arrivo nel borgo direttamente del presidente della Provincia di Foggia, Giuseppe Nobiletti, che però è andato a portare sostegno pubblico a Caserta. Se non è una dichiarazione di guerra politica questa, allora è difficile trovare qualcosa di più evidente che certifichi la spaccatura, strascico consequenziale delle elezioni celebrate solo qualche mese fa a Palazzo Dogana, senza contare gli strappi registrati proprio a Vieste dove Nobiletti è Sindaco. C’è ancora poco più di un anno per cercare di trovare un nuovo equilibrio, le premesse non sono buone ma è chiaro che molto dipenderà anche da chi si porrà come leader ed eventuale successore di Michele Emiliano. Antonio Decaro, con quasi mezzo milione di voti per il Parlamento di Bruxelles, la sua candidatura forte di fatto l’ha già presentata.

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Esulta anche Grazia Manna, storica attivista del Movimento 5 Stelle che ha sposato la candidatura di Caserta: “Il vento è cambiato, non ci saranno e non saranno tollerati comportamenti borderline, compulsivi da narcisista manipolatore e saranno spazzati via opacità e manie di sedicenti primi della classe".

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