Alla chiusura dello spoglio Emilio Di Pumpo, Sindaco uscente di Torremaggiore, si è affermato al primo turno con il 70,12% delle preferenze, una vittoria storica che tiene il centrosinistra saldamente alla guida della cittadina dell’Alto Tavoliere. Impresa riuscita nel 1998 al due volte Sindaco di centrosinistra Matteo Marolla che la spuntò contro due competitors, non tre come in questo caso più recente. La precedente consiliatura, sempre retta da Di Pumpo, si era chiusa andando a naturale scadenza, fatto, anch’esso, che non si verificava da circa 20 anni e che ha assicurato un governo all’insegna della stabilità. Stabilità che, tra le altre cose, ha fatto sì che l’uscente si ricandidasse con tutti i pronostici in suo favore. Anche se i risultati sono andati oltre le più rosee aspettative. Di Pumpo in questa tornata elettorale risulta il primo cittadino più suffragato della provincia di Foggia, se si esclude il 75,09% traguardato da Vincenzo Zibisco nella decisamente più piccola Volturara Appula che conta poco più di 400 anime. Con un tale risultato la maggioranza composta da Pd, Impegno Civico e Con, Azione, Torremaggiore sociale e democratica, Psi, Giovani democratici e Movimento 5 Stelle ha ottenuto ben 13 seggi sul totale di 16. Un progresso rispetto alla precedente maggioranza che si fermò a 10, con 4 liste a supporto. Gli eletti dovrebbero essere (salvo revisioni di calcolo) Antonio Quaranta, Annalisa Costantino, Michele Cuccitto e Lucia Di Cesare per il Pd, Ilenia Coppola e Ilio Palma per Impegno democratico, Marco Faienza per il Psi, Luigi Schiavone e Aurelio Marinelli per Azione, Michelangelo Salvatore per i Gd, Francesco Mele per il M5S, Margherita Marino e Luciano Biagio Mancino per Torremaggiore sociale e democratica.
Più consiglieri nel complesso ma meno eletti nelle fila del Partito Democratico, forza a cui appartiene lo stesso primo cittadino, che passa quindi dai 6 rappresentanti della precedente maggioranza agli attuali 4 eletti in consiglio nonostante la performance della lista sia migliorata rispetto alla tornata elettorale del 2019 quando per pochi centesimi percentuali non raggiunse il 20%, mentre quest’anno è al 23,07%. Solo un altro dei quattro candidati alla poltrona del primo cittadino andrà in consiglio, Megghie Di Pumpo, sostenuta da due civiche, Fratelli d’Italia e Forza Italia (queste ultime avranno un seggio ciascuno, rispettivamente di Anna Lamedica e Francesco Garofalo). Fuori invece Massima Manzelli e l’ex Sindaco Costanzo Di Iorio che si attesta al 4,46%.
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“Le amministrative 2024 sono state innegabilmente all'insegna del ‘rosso’ – il commento di Megghie Di Pumpo all’indomani della debacle elettorale -. Se il plauso va fatto all'attuale Sindaco per aver saputo entrare nelle maglie di Torremaggiore, è pure vero che il centrodestra non ne esce completamente sconfitto (la percentuale finale della coalizione è stata pari al 18,46%, ndr). Scendere in campo, tra l'altro in netto ritardo per motivi vari anche personali, è stata una scelta coraggiosa e consapevole fin dall'inizio. Sapevamo di combattere contro una macchina che per 5 anni, potendolo fare e lasciandoglielo fare, aveva tessuto una ragnatela estesa su tutta la città. La consapevolezza maturata, la fermezza raggiunta come coalizione ha comunque dato i suoi frutti: una opposizione netta, decisa, determinata per garantire i diritti a tutti e restringere i privilegi di quella che è ormai una lobby del ‘potere rosso’. La vocazione di sinistra del paese resta confermata ma è pur vero che il convogliare tante spinte l'ha anche inevitabilmente inficiata. Lavoreremo e non ci lasceremo sorprendere la prossima volta. È una promessa di riscatto a sé stessi e al paese, l'altra Torremaggiore, che comunque esiste e non può non essere rappresentata”.
“Il nostro impegno è stato il massimo in un contesto ostile – le parole di Massima Manzelli che dopo una lunga esperienza non entrerà in consiglio con il suo 6,96% -. La nostra battaglia segna un unico risultato confortante, che non ci porta in consiglio ma a riconoscerci come una forza civica che ha espresso la stessa forza dei partiti nazionali del centrodestra. Con un pizzico di orgoglio ringrazio ad uno ad uno coloro che hanno espresso con il loro voto la fiducia e la stima in me e nel nostro progetto. Che è partito da qui e da zero. Ringrazio e sollecito la meravigliosa forza dei giovani che hanno affrontato questa sfida per continuare nel percorso. Non saremo in consiglio ma continueremo ad essere quei cittadini consapevoli e creativi per la nostra città. A Emilio Di Pumpo facciamo il grande augurio che rivolga la sua amministrazione al bene che la nostra città e tutti noi meritiamo”. Ora tutti gli occhi e l’attenzione sono puntati sulle prossime mosse dei vincitori. l’Attacco ha intervistato il neo rieletto Sindaco Emilio Di Pumpo.
Si aspettava questo tipo di vittoria?
Onestamente no, confidavo di vincere al primo turno ma con percentuali intorno al 55/60%. Il 70% era proprio impensabile con 4 candidati.
Da cosa è dipeso un così largo consenso a suo avviso?
I cittadini sono rimasti contenti del lavoro svolto negli ultimi 5 anni. In più credo che dall’altra parte non abbiano trovato una valida alternativa.
Lei ha superato il 70% dei consensi ma le sue liste sono andate oltre il 73%, una piccola parte dell’elettorato ha quindi applicato il voto disgiunto che per lo più ha favorito Manzelli e Di Iorio. Come interpreta il dato?
In realtà pensavo che ci sarebbe stato addirittura un divario maggiore ma questo significa semplicemente che la coalizione ha attirato ed è piaciuta e che il candidato Sindaco ha attirato ed è piaciuto. Quanto al disgiunto credo che si tratti di qualcosa di fisiologico e non patologico. Avendo una platea molto ampia entriamo in tante famiglie e magari tra ideologie e parenti candidati ci si divide e si da un voto a una lista e uno ad un candidato Sindaco non collegato. Questo dato mi torna tra l’altro utile perché mi fa capire che nel gruppo non ci sono franchi tiratori e che la squadra ha tenuto bene.
A proposito di squadra, a Torremaggiore lo spauracchio, maturato negli anni precedenti alla sua sindacatura passata, è quello della tenuta dell’amministrazione comunale. Confida anche questa volta nella stabilità di governo o teme che la presenza di più liste possa indebolirla?
Credo che questa volta saremo ancora più forti, non solo per i numeri che esprimeremo in consiglio ma anche perché le forze politiche sono coese. E comunque utilizzeremo lo stesso approccio degli ultimi 5 anni, vale a dire risolvere i problemi non appena questi si manifestano senza aspettare che divampi l’incendio.
Quello del centrosinistra torremaggiorese è il risultato più brillante dell’intera provincia di Foggia, cosa comporterà questo sotto l’aspetto politico? Si riverbererà anche sul peso che questo gruppo avrà a livello provinciale e regionale, in prospettiva sulle scelte future di candidature e decisioni di vario genere da concordare nelle varie segreterie?
Nel giro di tre mesi, almeno sotto l’aspetto politico, credo che da Torremaggiore siano arrivati almeno due segnali importanti: questo risultato elettorale e ancora prima sono stato il consigliere provinciale più suffragato. E’ un concetto che ho ribadito più volte nei miei comizi: dare stabilità e quindi avere un gruppo di segretari, coordinatori e quant’altro maturi che siano in grado di tenere ferma la linea permette di ottenere risultati amministrativi importanti. E quindi risultati politici importanti. Di questo si deve tenere conto: c’è anche Torremaggiore, come c’è già stata negli ultimi 5 anni. Mi correggo: c’è soprattutto Torremaggiore, che può e deve dire la sua.
Pensate già a come gestire questa posizione di, chiamiamola, superiorità numerica anche alla luce di quanto accade negli altri centri della provincia dove ci sono incertezze tra i dem?
Sicuramente ci penseremo ma ora la nostra priorità è quella di non perdere tempo per costruire la squadra, l’estate è alle porte e non dobbiamo rallentare l’azione amministrativa, ci sono ancora moltissime cose da fare.
Anche quest’anno, come 5 anni fa, il voto comunale è coinciso con le europee e ora come allora i torremaggioresi si sono espressi in modo difforme: ha vinto sempre il centrosinistra ma alle europee si è affermato un partito di centrodestra (Lega nel 2019 e FdI oggi), da che dipende a suo avviso?
A dire il vero quando ho letto i risultati di Torremaggiore domenica notte e ho notato la crescita di circa 10 punti del Pd, certamente trainato da Antonio Decaro, ho pensato fosse fatta anche per noi. Quanto al voto differenziato, ritengo che semplicemente i miei concittadini hanno vissuto il riflesso del trend nazionale, sono quei voti di pancia che i cittadini accordano sulla base dell’input che arriva dal governo nazionale.
Zone Transition
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Quando la proclamazione ufficiale?
La volta scorsa a distanza di un giorno arrivò, spero che anche in questo caso arrivi al più presto, così da poterci consentire di metterci subito a lavoro.