Veleni nel centrodestra, il caso delle firme raccolte da Gatta mesi fa

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Il voto del 29 gennaio per l’elezione del nuovo presidente della Provincia di Foggia arroventa sempre più il clima nel centrodestra. L’uscente Nicola Gatta, a pochi giorni dalla scadenza dei termini di presentazione dei candidati (8-9 gennaio), ha deciso strategicamente di allontanarsi da Foggia con la famiglia.

I beninformati ritengono che la breve vacanza abbia a che fare con la guerra che gli sta facendo quella frangia di centrodestra rappresentata dalla Lega e dal duo Antonio Potenza e Paolo Dell’Erba, gruppo che sta raccogliendo le firme per un terzo candidato da contrapporre a Gatta e al sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, sostenuto dal fronte giallorosso di centrosinistra e M5S.

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Al momento il secondo candidato del centrodestra è il sindaco di Lesina Primiano Di Mauro ma da più parti si continua a ripetere, dietro le quinte, che “fino al 9 gennaio tutto può cambiare”. In tale raggruppamento c’è chi sogna persino di superare Gatta all’esito delle urne.

L’ultimo scontro verte sulle autenticazioni delle sottoscrizioni per la presentazione della candidatura, che devono essere non inferiori al numero di 118 (pari al 15% del corpo elettorale). “Gatta ha iniziato a raccogliere le prime firme, come abbia fatto non lo so, da più di due mesi”, ha affermato a Foggiatoday Potenza, sostenendo di aver appreso questa informazione direttamente dagli amministratori, non solo di centrodestra, “a testimonianza che lui è trasversale”.

Oltre al risvolto politico – ovvero il fatto che Gatta si sarebbe mosso prima che il tavolo del centrodestra decidesse se puntare su di lui o su altro candidato – c’è anche qualche altro profilo che può emergere rispetto a tale caso? “Bisognerebbe chiederlo allo stesso Gatta”, replica il primo cittadino di Apricena a l’Attacco. Stando ai beninformati, infatti, la fronda anti-Gatta starebbe valutando se sia possibile presentare un ricorso al riguardo o persino una denuncia in Procura per presunta falsità ideologica, che sarebbe consistita nell’aver raccolto firme mesi fa e averle fatte autenticare solo successivamente. Ma anche qualora ciò fosse vero come sarebbe possibile provarlo? La normativa prevede che le sottoscrizioni siano raccolte dopo la convocazione dei comizi elettorali, nel caso specifico dopo il 20 dicembre. Gatta si sarebbe garantito circa 250 firme, fatto che sta mettendo in difficoltà il gruppo Lega-Di Mauro-Rotice-Potenza-Dell’Erba, che si è sentito rispondere nisba da molti amministratori comunali e che veleggerebbe verso le 90 firme.

Il centrodestra che sta con Gatta considera i giochi non chiusi in favore di Nobiletti. “La partita è estremamente aperta”, dice un eletto a l’Attacco. “C’è parecchio malcontento su Nobiletti: diversi Comuni piccoli, di terza e quarta fascia, quelli meno tracciabili, verranno meno e potranno farlo soccombere. Inoltre la Lega non toglie nulla a Gatta sui Monti Dauni, mentre controlla eletti solo sul Gargano di Nobiletti”. Chi pare più preoccupato tra FdI e FI sono i parlamentari Annamaria Fallucchi e Giandiego Gatta, che avendo spinto i rispettivi partiti a sostenere il Gatta bis temono ora che la possibile sconfitta venga imputata principalmente a loro. Il nervosismo in riva al Golfo di Manfredonia è palpabile: i beninformati garantiscono che Giandiego Gatta e il sindaco Gianni Rotice abbiano interrotto le comunicazioni da giorni.

“Non risponde a me che l’ho creato…”, si sarebbe lamentato il deputato azzurro dopo che il primo cittadino non gli ha né risposto né lo ha richiamato. Quanto alle chance effettive di Nicola Gatta, anche nel centrodestra che lo sostiene si ammette che “ha tirato troppo la corda”. “Ha aspettato fino all’ultimo giorno utile per indire le elezioni”, dicono alcune fonti. “Ora la partita è più vicina alle comunali di Foggia, la sua tempistica si scontra col rafforzamento dell’alleanza tra centrosinistra e M5S, di cui sperava di ottenere i voti”.   

Lucera

Giuseppe Pitta, sindaco di Lucera e civico emilianista, ha creduto, sperato e confidato fino all’ultimo (giorno dell’anno) che potesse essere il candidato presidente. “Abbiamo partecipato alla riunione, hanno deciso di puntare su Nobiletti, ci siamo allineati a quanto stabilito”, commenta a l’Attacco.

Pitta è uomo che ben sa come usare le parole e come stare in un contesto politico anche oltre l’ambito cittadino, e quindi non ammetterà mai di esserci rimasto male, anche a giudicare dalle dichiarazioni di ampia “disponibilità” fatte nelle ultime settimane a più riprese. E quindi quella terza persona plurale è un faro su quanto sta accadendo non solo nello schieramento che oggi vede come leader il sindaco di Vieste, ma più in generale sullo stesso consiglio comunale di Lucera, un vero e proprio caleidoscopio di partiti, movimenti e addirittura fazioni che caratterizzano maggioranza e minoranza.

Ma un’elezione è anche e soprattutto una conta di numeri, e quindi la coalizione che governa Lucera da poco più di due anni, dopo aver cambiato più volte assetto e consistenza, oggi conta 14 elementi sui quali Pitta ritiene di poter garantire la (quasi) totale compattezza, visto che al suo interno c’è anche un’esponente di Forza Italia, Lucia Zoppicante, che molto difficilmente appoggerà il candidato del centro-sinistra, mentre la galassia civica che caratterizza il resto non dovrebbe riservare sorprese, così come l’unico rappresentante del Pd come Antonio Dell’Aquila. E con un centrodestra così spaccato le chance di successo sono incoraggianti, tanto che dalle parti di Michele Emiliano e relativi “consiglieri politici” il discorso si è già allargato alla distribuzione di incarichi e deleghe.

E qui Pitta mostra di voler tornare subito alla carica, ricordando di avere a Palazzo Dogana il più suffragato in consiglio, quel Tonio De Maio il cui exploit elettorale di esattamente un anno fa sarebbe frutto di un importante impegno personale del primo cittadino, apertamente rivendicato.

Come si concilierà tale aspirazione con quella del M5S, che avrebbe già strappato l’accordo per la propria Nunzia Palladino, sangiovannese, quale vice di Nobiletti?

“E’ evidente che questa circostanza dovrà avere il suo peso nel dibattito interno quando si tratterà di assegnare le deleghe”, precisa Pitta che in Piazza XX Settembre ci è già stato per due anni, dal 2017 al 2019, gestendo il settore Ambiente dopo il biennio precedente su cui aveva agito proprio Antonio Tutolo. Nella minoranza lucerina sono in cinque oggi a far capo all’attuale consigliere regionale. Fabrizio Abate, eletto nel Pd, ha assicurato il suo sostegno a Nobiletti, non scontato invece per gli altri quattro del gruppo Con, visto che proprio Tutolo un paio di mesi fa a l’Attacco non escluse alcuna ipotesi, rivendicando di avere un ottimo rapporto anche con Nicola Gatta. Quest’ultimo sarà sicuramente votato da Antonella Matera, rappresentante della lista Agricoltori uscita l’anno scorso dalla maggioranza, rinunciando anche alla carica di vicesindaco detenuta da Nicola Di Battista.

Oggi il padre, Antonio, è commissario cittadino di Fratelli d’Italia, e l’ispettrice del lavoro ha subito definito la sua posizione: “L’appoggio mio e del gruppo è per la scelta di Gatta. Ritengo che, a di là degli schieramenti partitici, tra l'altro molto poco netti in questa prossima tornata elettorale, si debba continuare a puntare sul territorio e premiare l'impegno profuso finora dal presidente. Spostare l'attenzione e gli obiettivi sul Gargano potrebbe costituire un serio danno per questa parte della provincia, per la quale tra l'altro sono in cantiere e già finanziate opere ed infrastrutture essenziali. Vorrei che l'asse di interesse e di interventi non si spostasse altrove, con tutto il rispetto e l'amore per il Gargano”.

Zone Transition

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Tutta chiaramente spostata sul centrodestra e sull’appoggio dichiarato a Nicola Gatta è anche l’orientamento dei due rappresentanti del gruppo Lucera 2.0 (Francesco Di Battista e Francesco Russo) e gli altri due di R-Innoviamo Lucera (Giuseppe De Sabato e Franco Ventrella), mentre è sicuro che Davide Colucci non voterà Nobiletti. “Non ho niente contro di lui”, ha detto, “ma è espressione del Pd che non voterò più nella mia vita dopo esserne stato eletto, a causa delle posizioni nazionali assunte contro i no Vax”.

Ha collaborato Riccardo Zingaro

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