Ci sono posti come Vieste in cui è vietato farsi male o essere vittima di un incidente. Nella cittadina garganica il rischio di non essere soccorsi è più alto che altrove. Non è la prima volta che parenti, amici o semplicemente cittadini stanchi di vedersi negato il diritto alla salute portino all'attenzione della stampa le carenze di un sistema sanitario che s'incastra con i ben noti problemi infrastrutturali della città. Accade così che spesso e volentieri i soccorsi arrivino in forte ritardo, o magari giungano sul posto ambulanze non medicalizzate. Il perché di tali disservizi è presto spiegato: la carenza di personale medico.
Molte delle difficoltà di reclutare operatori dipende in gran parte dalle condizioni lavorative dei medici del 118 che non sono affatto rosee. Turni massacranti a dispetto di paghe irrisorie, pari a circa 10-12 euro al mese, conducono il personale ad un certo senso di malessere acuito dalla carenza di sostituti in grado di garantire il servizio di emergenza urgenza. Se a tutto ciò si aggiunge lo status di zona disagiata da un punto di vista della logistica, ben si comprendono i ritardi. Ma a tale stato di cose i cittadini di Vieste non ci stanno. Domenica scorsa in città sono avvenuti ben due incidenti stradali, come segnala a l'Attacco Luca Rinaldi, giovane barman viestano.
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“Uno dei due è stato particolarmente grave tanto da dover chiedere immediatamente l'intervento del 118 arrivato poco dopo con un'ambulanza priva di medico a bordo. Tale dinamica si è già verificata più volte. Nel 2022 è davvero inaccettabile dover sopportare questa precarietà, si gioca sulla salute delle persone, si balla nel limbo tra la vita e la morte, frutto di tagli alla sanità garganica e in particolare a quella viestana, che giorno dopo giorno è soggetta a chiusure di tutti i reparti del fatiscente pronto soccorso e di conseguenza di tutti i servizi di primo intervento che venivano offerti, sia per mancanza di materiali e attrezzature idonee, sia per carenza di personale attivo e competente”.
La mancanza di un presidio ospedaliero rende ancora più difficile la situazione. Per un malcapitato di Vieste, di Peschici o di Rodi l'ospedale più vicino è quello di San Giovanni Rotondo. Senza contare l'assenza a bordo del mezzo d'urgenza di un medico in grado di somministrare farmaci e di intervenire al momento. Ma, viste le condizioni di lavoro cui sono sottoposti, i medici saranno sempre meno. Cosa fare dunque? Una revisione della sanità pugliese da parte del governatore Emiliano è quanto auspica il giovane viestano che invoca l'aiuto del presidente della Regione.
“Siamo pronti a tutto, ora più che mai. Anche ad incatenarci davanti al palazzo della Regione, a protestare davanti al Comune, a far partire una raffica di segnalazioni e richieste di aiuto a chiunque possa ascoltare il nostro grido di aiuto. È ora che Emiliano ci ascolti, non può più girarsi dall'altra parte”.
Assai critica sulla situazione dei punti 118 in area garganica è Rita Cannarozzi, ex assessore alla sanità della giunta Nobiletti ma da un anno e mezzo lontana dalla politica. “I problemi non solo non sono stati risolti ma sembrano essere aumentati. Non è rara la situazione verificatasi domenica, molto spesso abbiamo la postazione del 118 non medicalizzata e la coesistenza di due incidenti fa sì che il malcapitato resti senza cure. Abbiamo il servizio di elisoccorso che non è sempre disponibile e tra l'altro non può sopperire alla carenza dei presidi medicalizzati. Quando ero in giunta mi sono sempre battuta per un miglioramento dell'assistenza sanitaria, senza trovare tuttavia risposte alle mie istanze. Con il mio gruppo avevamo proposto una sala gessi, un sistema di radiologia disponibile per almeno 12 ore e un laboratorio analisi, oggi in città esiste solo un centro prelievi. Il sistema sanitario non solo non si è potenziato, ma abbiamo perso anche quelle poche risorse che avevamo. Si sta facendo un gran parlare sulla superstrada ma credo che la rete infrastrutturale sia secondaria se manca il minimo indispensabile”.
Zone Transition
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La situazione è difficile e la Regione non ci sente, è quanto denuncia Giuseppe Nobiletti. “Ho più volte esortato i vertici regionali a prendere provvedimenti sulla questione sanitaria ma nulla è cambiato – sostiene il primo cittadino su queste colonne -, ho persino suggerito di offrire una maggiorazione sulle indennità dei medici per ovviare alla carenza di personale in zone disagiate come quelle garganiche e dei Monti Dauni. Temo per la stagione estiva. Nei tre mesi più caldi dell'anno Vieste rappresenta la Puglia. Un'esperienza spiacevole per un turista è un insuccesso per tutta la regione. Se non si ovvierà al problema vorrà dire che, qualora dovessero verificarsi sfortunate evenienze, qualcuno dovrà farsene carico”.