Trentenne, da poco laureata in ingegneria, originaria di un paesino dei Monti Dauni, Orsara di Puglia, con tanta voglia di farsi valere e di prendersi il suo spazio, con un fratello simpatizzante di Rifondazione Comunista. Così viene descritta Rita Acquaviva agli esordi della sua carriera, partita dalla Usl Fg/1 di San Severo.
Era il 1996 quando entrò nell’area gestione tecnica come consulente dirigente con mansioni e funzioni di responsabilità e gestione. Da allora è sempre rimasta nella Asl, nel 2002 risultò idonea al concorso pubblico, per titoli ed esami, per ingegnere dirigente dell’area gestione tecnica della Usl Fg/1. In quegli anni ebbe modo di lavorare con Vincenzo Di Venere, allora direttore generale della unità sanseverese, dal quale pare abbia imparato molti segreti del mestiere.
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Di lei gli addetti ai lavori si ricordano anche per un episodio risalente ad una decina di anni fa quando avrebbe chiesto all’Azienda, secondo quanto riferito da fonti ben informate dei fatti, il riconoscimento di una somma di denaro imputabile a differenze contributive non percepite. In quella occasione la Asl propese per la transazione ma di lì a poco Acquaviva, diventata dipendente a tempo indeterminato, ripropose la richiesta, questa volta in fase di conciliazione, l’ingegnera avrebbe spuntato circa 600 mila euro dalla Asl. Oggi è la responsabile dell’area gestione tecnica della Asl Foggia e si occupa della direzione, coordinamento e gestione delle unità operative afferenti all’area gestione tecnica. Tra le attività svolte c’è la manutenzione, costruzione, elettromedicali, fonia e dati, informatizzazione, sicurezza. Lei, in particolare, svolge le funzioni di coordinamento unico, cura gli adempimenti relativi agli affidamenti a ditte esterne, presiede le sedute di gara, tiene e aggiorna annualmente l’inventario dei beni immobili.
Proprio per la gestione di una gara è finita nei guai, avendo, secondo gli investigatori, intessuto relazioni “contro natura”, con gli imprenditori di Alidaunia, concorrenti nella procedura per il servizio di elisoccorso bandita dalla Asl. Dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza delle misure cautelari, emerge la figura di una donna spregiudicata, che non si preoccupa di recarsi nella sede della società foggiana, di avere scambi di materiali, documenti, files, conversazioni proprio concernenti la gara in questione.
Altra figura chiave è quella di Costantino Quartucci, originario, anche lui, di un paesino del Subappennino, Biccari. Di Quartucci si sa che è passato dalla direzione amministrativa dell’università al Riuniti, scambiando il posto con Teresa Romei. Persona schiva, riservata, al suo arrivo in ospedale, tra i suoi colleghi sarebbe emersa qualche perplessità rispetto alle sue competenze, visto che una cosa è avere a che fare con un ateneo, tutt’altra è lavorare per il presidio più importante del nord Puglia.
L’inchiesta sembra essere destinata a non esaurirsi qui, innanzitutto perché proprio dall’ordinanza emerge il fatto che manchino all’appello ben 4 capi su 9: 3, 5, 6 e 7 di cui non si conoscono gli indagati e gli eventuali reati ad essi ascritti. In più, sempre nell’esposizione delle esigenze cautelari che hanno portato alla richiesta degli arresti, si fa riferimento ad altre 4 procedure.
Si tratta della gara, da bandire, per il riaffidamento del servizio di elisoccorso che potrebbe, a detta della Procura, “riattivare” Acquaviva come potenziale Rup bis o solo dirigente della Asl Foggia, con il supporto e a beneficio dei due Pucillo ai quali si è dimostrata fortemente legata. La gara era stata revocata dopo le perquisizioni, come raccontato su queste colonne, ma il 14 gennaio scorso risulta un’aggiudicazione di una manifestazione di interesse per fornire assistenza al Rup per la futura gara, definita dagli inquirenti un “campanello d'allarme” visto che la aggiudicataria è una società, la Amesco, “riconducibile a Giovanni Ambrosone – si legge nelle carte -, amico di Pucillo e già suo intermediario nelle interlocuzioni con Francesco Sallustio, aggiudicatario del servizio di assistenza al Rup nella gara in questione”.
La seconda procedura è la gara telematica per la fornitura di un servizio di supporto a Rup e Rua per attuazione, monitoraggio e rendicontazione degli interventi programmati nel Por Puglia 2014-2020 aggiudicata alla UPFront Advisory, con l'attivazione di Quartucci, per la predisposizione degli atti di gara “in combutta con una consulente informatica che avrebbe svolto lo stesso ruolo di ghost writer di Roberta Pucillo, accertata grazie a documenti rinvenuti sul pc in uso allo stesso e con una intercettazione inequivocabile (“Praticamente abbiamo ripreso quello che tu mi hai dato l'ultima volta, sono 6 milioni e mezzo, quindi faremo la gara, al limite ti do una chiavetta, poi ti metto il documento”)”.
E’ stata attenzionata anche la procedura di partenariato pubblico privato per l’efficientamento energetico al Riuniti, “una gara che fa gola ad Apicella che, intercettato, dice di essersi incontrato con il ‘barese’ che aspetta degli appunti da tale Giovanni e che il suo interlocutore è l'ingegnere, riferimento più che plausibile a Nicola Stefanelli”, Rup della procedura in questione, non indagato in questo filone dell’inchiesta.
Zone Transition
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L'altra gara bandita ma non ancora aggiudicata riguarda il nuovo assetto degli Ospedali Riuniti e la riqualificazione di viale Pinto. Scrivono gli inquirenti: “I sospetti sulla predisposizione di un bando fotocopia a beneficio di una società partecipante, la Garibaldi Fragasso Srl, non possono certo essere fugati dal ritiro di quella società, successivo, guarda caso, a perquisizioni e sequestri della polizia giudiziaria a febbraio del 2020, e soprattutto contano, ai fini dell'attualità del rischio di recidiva specifica in capo a Dattoli, frequentatore non occasionale (si fa riferimento ad una cena e ad un incontro presso la Prefettura di Bari, ndr) di Giuseppe Fragasso (non indagato, ndr), con il quale non ha disdegnato di incontrarsi anche in presenza di un membro della commissione di verifica preventiva della gara, lo stesso Nicola Stefanelli. Il che, letto unitamente agli stretti legami emersi tra Dattoli e il tecnico incaricato della progettazione preliminare ed esecutiva, Nicola La Macchia (non indagato), fa ritenere che al dg non manchino la volontà e gli agganci per reiterare condotte analoghe a quelle accertate per l'affidamento del servizio di trasporto organi”.