Era il nome di Mario Lerario a circolare in questi giorni come possibile commissario del Policlinico Riuniti di Foggia, nel dopo Dattoli nelle more che il governatore Michele Emiliano scegliesse un nuovo direttore generale alla guida dell’ospedale più importante del nord Puglia.
Le vicende dell’ex capo della Protezione Civile pugliese però poi hanno compromesso irrimediabilmente questa ipotesi, essendo a sua volta finito in carcere per una presunta mazzetta pagata da alcuni imprenditori.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
A questo punto la scelta si fa molto più complicata per il presidente che, secondo indiscrezioni di fonti vicine al governo della Regione riferite a l’Attacco, pare sempre più convinto di affidare l’Azienda ospedaliera ad un commissario. Buio fitto per ora sui nomi, anche se si è parlato di Alessandro Delle Donne, fresco di nomina, direttore generale dell'Irccs oncologico di Bari, che già nei mesi scorsi era dato in arrivo a Foggia, nel caso in cui il posto al Policlinico di Bari si fosse reso disponibile per Dattoli. Così non è andata e il manager di Triggiano è stato riconfermato al Riuniti per 5 anni, salvo poi l’aver rassegnato le dimissioni per l’arresto di due settimane fa.
Emiliano sta ora valutando il da farsi e avrebbe chiesto anche all’assessora regionale al welfare, la 5 Stelle Rosa Barone, di suggerire un nome. Impresa obiettivamente non facile, vista la rosa di persone disponibile molto risicata.
Va ricordato infatti che, pur essendo prerogativa della politica la scelta dei manager in sanità, la selezione va fatta tra coloro i quali sono iscritti in uno speciale elenco di idonei a ricoprire la carica di direttore generale, presso il ministero della salute: la Regione rende noto, con apposito avviso pubblico, l’incarico che intende attribuire, ai fini della manifestazione di interesse da parte dei soggetti iscritti nell’elenco nazionale. La valutazione dei candidati per titoli e colloquio è effettuata da una commissione regionale, nominata dal presidente, secondo modalità e criteri definiti dalle Regioni, anche tenendo conto di eventuali provvedimenti di accertamento della violazione degli obblighi in materia di trasparenza. La commissione, composta da esperti, indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d’interessi, di cui uno designato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e uno dalla regione, propone al governatore una rosa di candidati, nell’ambito dei quali viene scelto quello che presenta requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire. Nel caso delle Aziende ospedaliere universitarie, come il Riuniti, il governatore decide d’intesa con il rettore. Anche il commissario va pescato nell’elenco degli idonei.
Al momento è il direttore amministrativo Michele Ametta a fare le funzioni di direttore generale, in attesa dell’arrivo del commissario; sembra improbabile la possibilità che lo stesso possa essere nominato dg pur essendo ancora tra gli idonei nell’elenco nazionale, considerato che a novembre scorso ha compiuto 66 anni, prossimo alla pensione e oltre i limiti d’età (entro i 65 anni) fissati per rientrare nell’albo ministeriale. Si parla anche di Carlo Dicesare, anch’esso presente nell’elenco dei dg, attualmente dirigente in Comune a Foggia ma sembra anche questa una ipotesi poco quotata.
Insomma, la sensazione è che si navighi a vista.
Ma quale potrebbe essere il profilo che in questo momento sarebbe più adatto a gestire un contesto come quello del Policlinico foggiano? l’Attacco ha girato l’interrogativo a Ignazio Zullo, capogruppo in consiglio regionale per Fratelli d’Italia, con comprovata esperienza nella sanità pubblica, medico igienista, già direttore sanitario in Asl e strenuo oppositore delle politiche di Emiliano.
“Per me la figura ideale è una persona che intanto abbia i requisiti per fare direttore generale, che sia cioè iscritto nell’apposito elenco. In secondo luogo a mio avviso deve avere una competenza di conduzione di azienda mista, ospedaliera universitaria, il Riuniti di Foggia è un'azienda di questo tipo, con una università in forte crescita peraltro e chiaramente c'è bisogno di una persona che abbia un’esperienza di questo tipo. Che sia, in terzo luogo, un manager vero: ci ritroviamo con direttori generali che non hanno effettivamente guidato aziende di grossa e media dimensione, così come prevede la norma. Non può essere direttore generale chi ha fatto il burocrate o il dirigente, è cosa diversa dall'essere manager”.
Quanto alla provenienza del direttore generale ideale al Riuniti “non vedo perché non potrebbe essere un foggiano – è l’opinione di Zullo -, se si trattasse di un soggetto che lavorando all'interno degli Ospedali Riuniti conosca il sistema, l'ambiente, il personale. Però deve essere tra quelli che hanno i requisiti di cui sopra. Non dobbiamo pensare al campanile ma alla persona giusta a mio avviso; può venire quindi da ovunque purché sia la persona giusta”.
Zone Transition
Zone Transition
Se la scelta di facesse indipendentemente dalla provenienza, si risolverebbe anche il problema della carenza di manager di origine pugliese nell'elenco, sottolinea il meloniano. Le viene in mente un nome di una persona vera? La domanda secca a cui Zullo ha risposto altrettanto seccamente: “Assolutamente no, se fossi io governatore farei le mie scelte ma sono un consigliere di opposizione e in quanto tale esercito le mie prerogative, quindi non posso fare nomi”.