L’appalto non rispetta le odierne strutture ospedaliere e gli odierni servizi risultando obsoleto perché articolato sulla struttura ospedaliera di dieci anni fa”. Recita così il verbale diramato poi a mezzo stampa dal CUB in merito al mancato accordo con l’azienda subentrante all’appalto di vigilanza presso il Policlinico Riuniti di Foggia. Un’annosa situazione che si protrae da tantissimo tempo e parecchio travagliata essendo finita anche davanti il Consiglio di Stato e su cui, almeno per ora, sembra averla spuntata la Cosmopol, un big del settore.
Nonostante il capitolato di gara fosse, a detta degli esperti del settore, obsoleto, cioè non più adatto alle nuove esigenze dell’ospedale, appena due giorni fa, il commissario straordinario Giuseppe Pasqualone ha firmato il contratto provocando grande sconcerto della parte sindacale non presa in considerazione. “L’aggiudicazione alla Cosmopol è avvenuta su un tipo di programmazione dei dipendenti che risulta obsoleta perché risalente ad una fotografia della vigilanza non armata di circa dieci anni fa– rincara Michele Vaira segretario provinciale CUB – nel frattempo, infatti, abbiamo avuto il DEU, sono state apportate innovazioni sui percorsi Covid, si è potenziato il D’Avanzo, è stato preso in carico l’ospedale di Lucera, ci sono percorsi ospedalieri dove la guardiania non armata è stata aumentata. L’Ospedale ha utilizzato in funzione di emergenza, oltre 100 dipendenti. È chiaro che, almeno al momento, non siamo in emergenza, ma per il fabbisogno e la copertura dei costi di routine assegnati avevamo circa 79 vigilanti non armati. Parliamo – continua Vaira - di una gara messa in piedi qualche anno fa quando non avevamo al nostro interno ancora nessun iscritto, dunque non avevamo né la competenza né la possibilità di conoscere il problema.Da circa un anno, invece, con l’iscrizione dei lavoratori abbiamo iniziato ad indagare all’interno, sia sul loro percorso formativo e lavorativo che di posizione del contratto collettivo nazionale. Ebbene ad oggi sono ancora in carico alla Leader Service con 79 unità sui posti di lavoro. Giunti a conoscenza della dimensione della gara abbiamo fatto richiesta di un tavolo sindacale con l’Azienda uscente e subentrante per capire come fosse stato possibile indire una gara con un taglio di oltre il 40% delle unità lavorative, basata quindi su 70 mila ore ed un massimo di 42 dipendenti. Alla prima riunione invitammo la stazione appaltante ma senza avere risposte. Nello stesso periodo di luglio abbiamo avuto altri incontri proprio perché, nonostante l’insistenza non ci venivano forniti dati chiari e non eravamo in grado di valutare la situazione”.
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“La Cub rivendica l’uguaglianza salariale e contrattuale tra tutti i lavoratori, l’applicazione del contratto multiservizi di riferimento ovvero di portinariato in strutture sanitarie, la “blindatura”, dell’elenco dei 79 lavoratori in servizio ad oggi fornito dalla società uscente per tutta la durata dell’appalto”. Si evince ancora dal comunicato che prosegue: “ Si chiede inoltre che la graduatoria fornita dalla società uscente debba essere a scalare secondo il numero di ore che al committente aumenterà alla Cosmopol con lo stesso contratto multiservizi e che non dovranno essere utilizzati lavoratori di altri settori o appalti che la Cosmopol ha in Capitanata”.
“Le ore inizialmente previste dagli atti di gara di appalto – precisa Vaira - ovvero 70 mila, sono state incrementate con determina di agosto, di ulteriori 9600 ore. Pertanto chiediamo in vista dell’aumento del monte ore lavorativo, che la società aggiudicataria dell’appalto provveda all’assunzione di ulteriori unità lavorative, non essendo il lavoro straordinario utilizzabile come strumento di lavoro per colmare vuoti di postazioni lavorative, a parità di contratto e di paga oraria, garantiti dal committente. La CUB si riserva di azionare tutte le procedure nelle competenti sedi istituzionali atte ad acclarare la trasparenza e la legalità dell’appalto a tutela di tutti i lavoratori e, preso atto dell’ostruzionismo alla sua partecipazione al tavolo istituzionale a tutela dei lavoratori, non essendo firmataria di contratto, rivendica la legittimità della sua partecipazione all’odierno tavolo a garanzia della libertà sindacale costituzionalmente riconosciuta”. Intanto proprio venerdì mattina un sit in dei lavoratori davanti alla direzione generale del Riuniti.
Zone Transition
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(Articolo pubblicato nell'edizione di sabato 10 settembre 2022)