Continuando nel solco dei figli d’arte, non si può non menzionare Gianluca Cosmano: suo padre, l’indimenticato Mimì, è stato uno dei protagonisti assoluti del calcio a Foggia negli anni ‘50.
Quando e con quali team hai praticato attività agonistica? Quali ricordi hai del lavoro svolto da tuo padre, soprattutto riguardo il tema del fair play?
Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 7 anni sotto la guida di mio padre Mimì, indimenticato giocatore professionista che ha fondato la nostra società nel 1971, e con lui ho fatto il percorso giovanile per poi approdare a 18 anni nella Beretti del Foggia Calcio. Ho poi continuato l’attività agonistica in diverse società della nostra provincia. Riguardo all’insegnamento paterno ricordo che già a tre anni seguivo papà quando allenava il Barletta in Serie C e confermo che la lealtà era un principio fondamentale nei suoi insegnamenti, a cui cerco di dare continuità.Carousel Banner 1
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Come è iniziata la tua esperienza da dirigente di questo sport?
Alla scomparsa di mio padre ho deciso di passare al ruolo dirigenziale per promuovere a Foggia del calcio giovanile che attraverso la nostra società ha permesso a tanti giovani di praticare sport in sicurezza e secondo i principi olimpici.
A quali attività hai partecipato con la tua associazione in questi anni?
A tutti i campionati giovanili della Figc dall’U14 fino alla Juniores. Dallo scorso anno abbiamo deciso di fare una esperienza del calcio senior partecipando al campionato di Promozione. I successi sono stati tanti ma quelli più significativi sono state le due partecipazioni alle fasi nazionali Pulcini nel ‘95 e nel ‘13. Infine la soddisfazione di aver avviato tanti atleti alla carriera professionale in società di spicco: molti al Foggia Calcio, Cifarelli alla Juve, Pipoli al Parma, Fiore al Palermo, Colella al Benevento, Russo al Lanciano, Cerase al Pescara.
Quali sono le problematiche che ostacolano la crescita del calcio sul territorio?
Il problema maggiore è la carenza di impianti idonei anche se in prospettiva la situazione dovrebbe migliorare e la formazione dei tecnici deve cercare di selezionare elementi capaci che possano contribuire alla crescita dei giovani atleti anche in situazioni di criticità.
Ci sono abbastanza giovani che intraprendono l'attività agonistica?
Fino a qualche decennio fa il calcio era la prima scelta dei giovani che poi rimanevano in attività per lunghi periodi militando nei campionati regionali. Oggi invece si avvicinano al calcio tanti giovani che purtroppo abbandonano il percorso agonistico quando magari comprendono di non poter aspirare al professionismo, creando così un grande vuoto nei settori dilettantistici.
In che modo la scuola potrebbe promuovere la pratica sportiva in questa provincia?
Potrebbe avere un grande ruolo nel propagandare lo sport attraverso una sinergia fra i docenti di educazione fisica e i tecnici federali, elaborare un programma di avviamento allo sport che inizi nelle scuole e prosegua nelle associazioni del territorio che possono far crescere tecnicamente i giovani talenti, indirizzandoli verso una eventuale carriera professionistica.
Zone Transition
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Quale figura di dirigente credi abbia lasciato memoria indelebile nella storia del calcio giovanile in Capitanata?
Non posso non ricordare mio padre Mimì, ma nel contempo è doveroso menzionare altri dirigenti che hanno speso una vita nella promozione del calcio fra i giovani come Renzo Maiorani, Vittorio Nocera e Vittorio Eronia.
Giuseppe Macchiarola