Oggi come oggi risulta sempre più diffusa e utile la professione del mental coach definito un “accompagnatore” che stimola la riflessione ispirando la persona a massimizzare il proprio potenziale. Se in altri Paesi la figura del mental coach ha assunto importanza ormai da tempo, in Italia ricopre ancora un ruolo marginale rispetto a ciò che rappresenta realmente. Chiunque in vari ambiti, soprattutto quello sportivo, pur avendo grandi potenzialità può imbattersi in uno stato psicologico di blocco, che non permette alla persona di rendere quanto potrebbe, il compito del mental coach diventa indispensabile come guida. Ma non solo, perché il mental coach è un professionista che può lavorare in tanti settori e sviluppa l’approccio psicologico e mentale del proprio cliente orientandolo al raggiungimento della sua miglior performance, per questo il suo impegno può essere costante in determinate realtà per favorire il rendimento e la buona riuscita di percorsi che portano ad obiettivi precisi.
In campo, nella vita e nel business il raggiungimento del risultato è un traguardo complesso, la sola preparazione standard non tiene conto di molte variabili, che invece possono essere anticipate e affrontate con successo da chi sceglie di costruire e strutturare la propria preparazione attraverso un percorso di mental coaching. Questa figura aiuta la persona ad individuare e raggiungere gli obiettivi, incrementare e gestire la performance, rafforzare la convinzione di autoefficacia, ristrutturare i pensieri negativi e demotivanti, stimolare la concentrazione e l’attenzione verso il compito, acquisire una mentalità vincente al servizio dei risultati.
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Soprattutto, per ottenere un incremento di performance che duri nel tempo il mental coach accompagna la persona a stimolare la consapevolezza di sé, la capacità di scelta e l’assunzione di capacità. In vari ambiti appunto, che vanno dallo sport al lavoro, pur avendo obiettivi precisi, spesso si ha difficoltà nel raggiungerli perché tante dinamiche possono entrare in gioco come la paura, l’insicurezza, la convinzione di non riuscire a fare, pertanto la figura del mental coach interviene proprio per aiutare la persona a gestire i giudizi altrui, lo stress e ad accrescere l’autostima.
Uno dei più esperti mental coach italiani, Nicola Bonfiglio, ha parlato a l’Attacco di questa attività: “Lavoro in tutta Italia, prevalentemente nel calcio dato che sono amante della disciplina. Svolgo questa professione da ventuno anni e quella del mental coach che ho scoperto perché lavoravo nel settore vendita di una grande catena di distribuzione, ho fatto formazione e ho svolto un percorso basato su discipline legate a questo ambito, ciò che ho imparato ho pensato di trasferirlo nel calcio, che è una disciplina sportiva che amo particolarmente, così da tre anni sono diventato mental coach di squadre e di calciatori professionisti di serie A, B, C”.
Cosa richiede essere un mental coach? Bonfiglio, specializzato da cinque anni proprio in Sport Coaching e Top Performance, ha raccontato: “La cosa principale è conoscere la persona che si ha di fronte per individuare le corde giuste. Mi capita di lavorare con squadre di club, quindi succede che può esserci un discorso di gruppo iniziale mentre poi vado a lavorare su ogni persona cercando di conoscere le sue fragilità e i suoi punti di forza. Ascolto molto e con le domande capisco chi ho davanti. E’un’attività che porta molta soddisfazione ma i risultati arrivano se fai tutto ciò che è necessario per conseguirli”.
Nicola Bonfiglio ha fatto un percorso di studi all’estero per diventare mental coach, poi si è concentrato maggiormente sul mondo del calcio professionistico: “In Italia è ancora poco conosciuta questa figura che viene spesso confusa con quella dello psicologo o del motivatore, in realtà il mental coach si occupa di altro, individua i talenti e i punti di forza e, nel momento in cui la persona vede solo cose negative, lavora sulla mente per migliorare e creare un obiettivo da realizzare. Non esiste un albo per questa professione che non è stata regolamentata come succede per altri professionisti, ma aumenta sempre di più la richiesta del mental coach in vari settori. Il mental coach non deve essere chiamato solo da chi ha bisogno perché ha problemi, ma deve essere una figura sempre più presente a prescindere”.
Zone Transition
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“La mente è tutto, è l’arma più forte dell’universo e spesso non sappiamo come utilizzarla, il mental coach è la persona giusta per gestirla al meglio e aiutare a raggiungere risultati sorprendenti puntando su sé stessi”, ha concluso Bonfiglio.