Non ci sarà, almeno per il momento, alcuna riapertura del tribunale di Rodi: è quanto è emerso dall’incontro che i Sindaci di Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Peschici, Rodi Garganico e Vico del Gargano, supportati dalla presenza di Giovanni Maggiano, presidente dell’Associazione Avvocati Garganici, hanno avuto ieri mattina a Roma con il sottosegretario alla giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Qualche giorno prima di Natale gli amministratori si erano dati appuntamento a Rodi per mettere a conoscenza la comunità garganica delle iniziative intraprese per raggiungere l’obiettivo di avere l’importante presidio di giustizia sul promontorio. Le sei amministrazioni comunali avevano infatti adottato sei delibere, a sostegno della battaglia che insieme all’associazione degli avvocati stanno conducendo da 8 anni, da quando cioè è stata riformata la geografia giudiziaria del Paese. In quella occasione annunciarono la volontà di dare vita ad un incontro presso il ministero per poter affrontare la questione e illustrare ai decisori istituzionali le problematiche di un territorio troppo spesso marginalizzato, a discapito della qualità dei servizi (e della vita) dei cittadini.
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“L'onorevole è stato chiaro, c'è un problema di carattere nazionale di non semplice risoluzione – è stato il commento del primo cittadino di Rodi Carmine d’Anelli a l’Attacco -. La situazione è difficile sotto tanti punti di vista oggi, a causa del momento drammatico che stiamo vivendo, sia per il problema del Covid, i cui contagi stanno tornando a salire e sia per la crisi mondiale determinata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Naturalmente noi ci rendiamo conto della difficoltà ma Sisto ha chiarito che dire oggi che si può riaprire il tribunale significa prendere in giro la gente ed essendo una persona seria non lo può fare. Abbiamo quindi a questo punto cercato di ottenere il suo impegno per far sì che al giudice di pace, che con tanta fatica e impiego di risorse comunali stiamo conservando, siano conferite maggiori competenze e poteri aggiuntivi, anche se questo significherà modificare la legge”.
Sisto ha assicurato ai Sindaci che si farà carico di questo tema anche se la riforma sui giudici di pace è slittata dal 2021 al 2025.
“Riconoscere maggiori poteri al giudice di pace significherebbe risolvere una parte importante dei problemi che riguardano la popolazione garganica, quantomeno molte cause, quelle minori soprattutto, verrebbero gestite in loco con una riduzione dei viaggi verso il capoluogo da parte dei garganici e di conseguenza un alleggerimento del carico sul tribunale di Foggia”, ha evidenziato d’Anelli.
All’attenzione del sottosegretario è stato posto anche il problema dell’onerosità del mantenimento dell’ufficio del giudice di pace, a carico delle casse dei Comuni. “La questione delle spese non può essere sottovalutata, viste peraltro le esigue risorse di cui possono disporre gli enti comunali – ha aggiunto il primo cittadino -. Anche qui Sisto si impegnato a verificare se c'è la possibilità di un aiuto che provenga dal ministero, per poter sostenere i Comuni a livello economico ma anche per ciò che riguarda il personale. Il giudice di pace è un presidio minore ma molto importante, ho espresso al sottosegretario la condizione nella quale noi ci troviamo ogni giorno, siamo al fronte in qualche modo; è una situazione drammatica. Capiamo tutte le emergenze, i problemi sono tanti ma l'importante è che siamo uniti, siamo venuti a Roma a portare le nostre ragioni e non faremo soltanto questo: adesso inizieremo altre battaglie di civiltà, vere, sui presidi sanitari affinché funzionino in una certa maniera, sulle strade e su tutto ciò che serve a migliorare la qualità della vita dei cittadini sul Gargano”.
Se non si può ambire ad essere promossi in serie A quantomeno “vogliamo rimanere in serie B in maniera dignitosa, con un aiuto da parte del governo”, ha sottolineato d’Anelli.
Zone Transition
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I Sindaci quindi incassano questa battuta d'arresto ma l'idea di avere il tribunale del Gargano non è del tutto accantonata: "Se ci dovesse essere un contesto diverso, un governo, un ministro, un sottosegretario che ritengano che la riforma dei tribunali in Italia e delle sezioni staccate debba essere rivista, noi torneremo a perorare la causa del nostro territorio e dei suoi abitanti. Oggi attendiamo ma non molleremo, anche perché la speranza è l'ultima a morire”, ha concluso il Sindaco.