Mala tempora currunt. Soffiano forti i venti di bufera sul Foggia di Nicola Canonico. Piombato sul fondo della classifica dopo l’ennesima figuraccia di Taranto e ormai nell’occhio del ciclone della critica. Che ora non risparmia più nessuno. Allo Iacovone i rossoneri ci hanno rimesso la faccia: anche contro una squadra dagli evidenti limiti tecnici, fra le meno attrezzate del girone, non c’è stata reazione, ed inevitabile è arrivata la seconda sconfitta consecutiva che si porta in dote numeri impietosi: penultimo posto in classifica, quattro sconfitte nelle prime sei, peggior attacco del girone, difesa colabrodo (12 reti al passivo, solo il Taranto finora ha fatto peggio). Di questo passo si sprofonda in serie D, inutile farsi illusioni. Altro che campionato di vertice...
L’unico che pare ancora non essersene reso ancora conto è il patron, che al di là di imporre il silenzio-stampa ai suoi, non sa più a che santo votarsi.
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Sabato sera, dopo l’ultimo rovescio che apre di fatto la crisi di gioco e di risultati, perlomeno ha evitato di dissolversi nel nulla come troppo spesso gli capita, a lungo si è intrattenuto prima negli spogliatori con la squadra, quindi nel summit tenuto coi suoi più stretti collaboratori nel piazzale dello Iacovone, ha provato a leccarsi le ferite dopo l’ultima indecorosa prestazione che non può che avere un’unica spiegazione: è caos generalizzato. In campo, con un gruppo che senza una guida tecnica certa è in balia delle onde. E fuori, dove impietosi emergono tutti i limiti di una governance inadeguata per una realtà come Foggia.
Canonico che si nel post-gara intrattiene con il dg Milillo, il ds Belviso, il neo ammibistratore delegato Ingravallo ed i consigliori De Cosmo e Angiolino è lo specchio fedele di un club che brancola nel buio e che è ormai abbandonato al suo destino.
Gravissimo dopo aver esautorato Roberto Boscaglia non averne individuato il sostituto, l’autogestione che ne è scaturita e che si è protratta per tutta la settimana ha prodotto solo ulteriore confusione e condotto al nuovo ed inevitabile passo falso: troppo facile anche per il malandato Taranto (in campo senza 7 potenziali titolari) conquistare i 3 punti in palio, per Eziolino Capuano è stato un gioco da ragazzi sfruttare tutti i limiti attuali di Sciacca e compagni per portare a casa l’intera posta in palio e prendersi la sua piccola rivincita personale.
Anche il tifo organizzato comincia a spazientirsi, ieri sera al rientro della squadra in sede a presidiare l’arrivo del pullman c’era la Digos per impedire che gli animi si esagitassero oltre il consentito. Tifoseria in ebollizione, ora nell’occhio della contestazione ci è finito anche il numero uno del club rossonero, che con le sue scellerate scelte sta indirizzando in negativo la stagione rossonera.
Domani, intanto, si torna in campo per la Coppa Italia, il Foggia alle 21 riceverà allo Zaccheria l’AZ Picerno, facile immaginare in quale clima si giocherà una gara della quale in questo momento si sarebbe volentieri fatto a meno.
Urgono risposte per porre argine ad una crisi che si accentua di settimana in settimana, ed alla quale la proprietà è chiamata in tutta fretta a porre un argine. Chi dopo Boscaglia? Le novità, pare, arriveranno non prima di domani, forse dall’immediato dopo gara di Coppa. Il club è in affanno, in questa scombussolata situazione in pochi sono disposti a prendersi la patata bollente.
Anche Marchionni sembrerebbe abbia declinato l’invito a fronte di una offerta irricevibile, che lo sconsiglierebbe di liberarsi dal Novara, con il quale è ancora sotto contratto. Non se ne farà nulla, dunque. Gli altri nomi circolati non sembrano fare al caso del Foggia, che in questo frangente avrebbe bisogno più di un equilibratore, un tecnico che oltre a conoscere l’ambiente sia cioè nella condizione di dettare la scossa all’interno di uno spogliatoio depresso: in questo senso un nome spendibile potrebbe essere quello di Delio Rossi, uno dei pochi in circolazione che probabilmente si butterebbe a capofitto in una avventura come questa, nella quale oggettivamente c’è tutto o quasi da perdere. Rossi è rimasto nel tempo affettivamente legato a Foggia e, chissà, potrebbe anche scendere in pista. A patto e condizione, ovviamente, di non subire alcun tipo di condizionamento esterno.
Zone Transition
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Canonico una tantum ci pensi su. E non faccia sempre di testa sua.