Concludiamo il viaggio nella storia delle divise da gioco del Foggia con l’ultima puntata dedicata alle terze maglie.
Una invenzione recente del merchandising che ha prodotto talvolta idee strampalate ma anche qualche guizzo
di Siro Palladino
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Probabilmente non resteranno impresse nella memoria, forse anche perché il loro utilizzo è limitato a sporadiche occasioni, ma affianco ai kit da casa e da trasferta da un po’ di tempo anche il Foggia presenta regolarmente le terze maglie. Si tratta fondamentalmente di una operazione di merchandising pensata più a beneficio dei collezionisti che per una effettiva necessità: in Italia viene usata prevalentemente dai club di Serie A, soprattutto quelli impegnati nelle coppe europee, più occasionalmente in B. Ma è uno sfizio che negli ultimi anni il Foggia non ha voluto farsi mancare. Anche perché nel tempo gli incassi generati dalla vendita di prodotti originali hanno rappresentato un’entrata non indifferente per i club: e allora ben vengano anche le terze maglie, se fanno la felicità di bambini e appassionati di memorabilia ed aiutano le società nei loro sofferenti bilanci.
Va detto che però, a Foggia come altrove, le terze maglie sono spesso state al centro di vivaci discussioni: se la prima e la seconda maglia devono seguire possibilmente i canoni della tradizione, per la terza è possibile elaborare soluzioni più ardite ma che non sempre si rivelano azzeccate. Anche nel nostro caso, infatti, non mancano esempi di casacche improbabili e strampalate, se non addirittura sacrileghe!
Qualsiasi discorso sulle terze maglie del Foggia non può che partire dal bislacco esperimento, già accennato in occasione della prima puntata del nostro excursus, varato in occasione della mitica Coppa Durum disputata alla vigilia di Ferragosto del 1987 contro il Real Madrid: per l’occasione i Satanelli indossarono una strana divisa che alternava tre strisce verticali nere, due rosse… e cinque bianche, a loro volta attraversate da pinstripes rosse e nere. Un abbigliamento che non piacque ai puristi e che non fu più replicato. Non era propriamente una terza maglia ma più che altro uno special edition kit, come quelli che talvolta vengono utilizzati nell’ultima partita prima della sosta natalizia o in altre occasioni particolari. Ma è rimasta nell’immaginario collettivo di chi ha vissuto quegli anni ruggenti come il prototipo di un progetto bizzarro e malriuscito.
La prima autentica terza maglia di cui si ha memoria risale al 1991/92, primo anno in Serie A dell’epopea zemaniana: i fornitori di quell’anno furono gli inglesi della Admiral, che affianco alla classica divisa rossonera e a una seconda maglia che rimane ancora oggi tra le più belle di ogni tempo progettarono anche un third kit che riprendeva l’iconico motivo a pixel della maglia da trasferta invertendo però il rosso e il bianco. L’effetto che ne venne fuori, tuttavia, non fu altrettanto felice: i puntini neri si perdevano sullo sfondo rosso, sovrastati dalle macchie bianche, e l’accostamento alla maglia dei tradizionali rivali del Bari nacque spontaneo. Non potevano immaginare, i tifosi del Foggia, che una ventina di anni dopo avrebbero dovuto assistere a qualcosa di peggio!
Anche nel 1994/95, per l’ultima stagione in A, il Foggia sfoderò una terza maglia molto simile al kit da trasferta (per intenderci, quello con la grafica a rombi rossoneri ispirato alla casacca della Germania di quell’anno) con uno sfondo di colore giallo acceso anziché bianco. Il giallo, in diverse sfumature, sarebbe poi ritornato più volte sulle terze maglie del club.
Nella stagione 1997/98 i tifosi del Foggia, oltre all’amarezza di una beffarda retrocessione in C, dovettero subire l’onta di una vera e propria profanazione. Il fornitore di quell’anno, Kappa, pensò bene di realizzare una divisa a strisce neroverdi anziché rossonere, sfruttando un template utilizzato in quella stagione con colori diversi anche per Ancona e Cosenza: un’autentica bestemmia di cui oggi, fortunatamente, restano ben poche prove documentali. Ma se per caso qualche collezionista dovesse averne ancora qualcuna, magari nascosta in un polveroso baule dei cimeli, sappia che potrebbe valere una fortuna.
Nella Hall of Shame delle peggiori maglie del Foggia però non può mancare la terza divisa della stagione 2010/11, quella con Zdenek Zeman in panchina e il tridente d’attacco composto da Lorenzo Insigne, Marco Sau e Diego Farias: sul campo dell’Atletico Roma il Foggia scese in campo indossando una maglia biancorossa, il peggiore insulto che si possa immaginare per gli ultrà dei Satanelli. Non servono ulteriori commenti.
Nel 2011/12 la terza maglia era grigio argento: molto elegante ma inevitabilmente più adatta per i portieri che per i giocatori di movimento. Nel 2015/16 Gems opta per il giallo oro e il bianco, l’anno seguente arriva Nike e per la terza maglia propone il tema del forcone dei Satanelli, presente anche sulla divisa da trasferta, su sfondo giallo acido con fregi neri; maglia blu con maniche e calzoncini neri nel 2017/18 in B poi nel 2018/19 si ritorna al disegno grafico della maglia da trasferta (che quell’anno recava una originale fascia orizzontale rossonera) su sfondo giallo. La terza maglia di Macron per la stagione 2019/20 (quella interrotta dalla pandemia di Covid) era arancio con fregi neri, simile anch’essa alla divisa di un estremo difensore. Sicuramente più innovativa quella dell’anno successivo, di colore verde fluo col tridente rossonero in basso. Lo scorso anno fu rispolverato il blu, colore dominante dello stemma araldico di Foggia, in una grafica a scacchi che ricorda la seconda maglia della Croazia a Euro2016. Quest’anno Adidas propone una terza maglia che è una variante di quella da trasferta, con la striscia verticale rossonera al centro su sfondo verde acqua e colletto bianco. La multinazionale tedesca ha inoltre presentato nei giorni scorsi le maglie ufficiali della formazione Primavera: molto particolare la parte frontale, con le strisce rossonere poste in diagonale e il disegno dei Satanelli (totalmente in rosso) in basso a destra; decisamente meno accattivante il posteriore, tutto rosso con nomi e numeri bianchi. In che lingua dobbiamo dirlo che il biancorosso con le maglie del Foggia non c’entra niente?
Zone Transition
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Ma, indipendentemente dall’outfit, per tutti i tifosi rossoneri il Foggia e la sua maglia resteranno sempre e per sempre i simboli di un grande amore.
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