Va a ramengo anche l’ultimo tentativo della sindaca Episcopo di far decollare la trattativa per il passaggio del Foggia nelle mani degli imprenditori locali? Sembrerebbe proprio di sì anche se mancano conferme ufficiali, le parti però erano e restano molto distanti, con lo scoglio-Pintus che rappresenta sempre il muro di gomma contro il quale puntualmente rimbalzano le intenzioni di venditore e possibile acquirente. Che per ovvie ragioni non collimano mai, perché nel gioco delle parti ognuno tende a portare l’acqua al proprio mulino, e nessuno è disposto a fare un passo indietro.
Le posizioni ormai si sono cristallizzate, al punto che viene spontaneo chiedersi perché si sia provato a rincontrarsi sapendo in partenza che chi vende non può andare oltre il 51%, e chi compra punta a rilevare l’intero pacchetto azionario.
Non se ne farà nulla, quindi, come d'altronde era ampiamente prevedibile, mancano i presupposti elementari per arrivare ad un accordo: Canonico, che è fermo sulle sue posizioni, chiede la luna nel pozzo e non recede di un millimetro anche perché intimamente ha poca fiducia nell’imprenditoria foggiana, dall'altra parte Salandra&co. continuano a non vederci chiaro, e quindi non vogliono rischiare. E così i margini di riuscita dell'operazione salvataggio-Foggia sono praticamente prossimi allo zero.
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Ieri la sindaca ha preso il coraggio a quattro mani e ci ha riprovato, stavolta gli attori principali li ha messi attorno ad un tavolo ad ora di pranzo (e in campo neutro) in un ristorante della provincia. In gran segreto e soprattutto lontano da occhi indiscreti: di qua la prima cittadina (con il fido assessore allo sport Di Molfetta e l'assessore alle attività produttive Lorenzo Frattarolo), di là i rappresentanti della cordata foggiana con in prima fila l'avvocato Damone, legale del gruppo.
Non c'era invece Nicola Canonico, che se n'è rimasto a Modugno nel suo quartier generale, e che ha mandato in avanscoperta l'amministratore delegato del Foggia Carbotti assieme ad un fiscalista di fiducia.
Tutto inutile però, nemmeno tra una pietanza e l’altra si è riusciti a trovare la quadra del cerchio, nelle oltre due ore in cui ci si è confrontati sui numeri e sulle proposte tutti i nodi sono rimasti al pettine. E la Episcopo, suo malgrado, ha dovuto prendere atto che, a questo punto, solo la fata Turchina con la sua bacchetta magica potrebbe fare il miracolo.
Anche perché le condizioni di partenza dettate dalla proprietà non cambiano, anzi: sembrerebbe infatti che nel frattempo la debitoria sia ulteriormente lievitata (e passata da 2.9 milioni a 3,5 milioni),e che le garanzie richieste dal gruppo rispetto all'investimento da mettere in campo non troverebbero il patron disposto ad offrirle. In aggiunta ci sarebbe anche la richiesta avanzata dall'imprenditore barese di disporre nell’immediato di 500mila euro per completare nelle prossime ore l'iter dell'iscrizione.
Senza dimenticare che della controversia in piedi con il socio di minoranza Maria Assunta Pintus, Canonico non intende essere attore protagonista.
Indiscrezioni a parte, è trapelato poco o nulla dal randez-vous sul quale si riponevano le ultime speranze dell'amministrazione comunale di invertire la rotta e assicurare una proprietà foggiana alla locale squadra di calcio. Notizie solo frammentarie e tutte da verificare, da prendere pertanto con beneficio d'inventario: quello che sembra certo però è che anche l’estremo tentativo di mediazione esperito dalla sindaca debba considerarsi fallito.
Per cui ora non rimarrebbe che attendere la conferma ufficiale da Palazzo di Città che, dopo la nota diffusa qualche giorno fa che lasciava intuire che si stavano percorrendo tutte le strade possibili per definire la vicenda, è adesso chiamata a fare sintesi rispetto alle interlocuzioni che sono state imbastite dallo scorso 9 maggio, giorno in cui Episcopo ebbe formale mandato a trattare la cessione del Foggia (inizialmente per il 100%, e successivamente solo per il 51%, ndr) e con la quale con ogni probabilità calerà definitivamente il sipario sulla possibile cessione del club rossonero.
Ma a questo punto si aspetta con impazienza soprattutto la reazione (di pancia?) di patron Canonico, che sicuramente non avrà digerito l'esito dell'ultimo incontro, ed ora avrà in animo di passare al contrattacco. E magari di raccontare le sue verità, che è facile immaginare saranno in netta antitesi con quelle che invece evidenzierà l’amministrazione comunale. E che, a questo punto non è detto, si riserverà di svelare anche la cordata che ha in Salandra e De Finis le sue due anime principali.
Zone Transition
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In ogni caso non c’è più da tentennare, perché il tempo è abbondantemente scaduto, e serve dare risposte che siano una volta per tutte esaustive. Che sgomberino il campo da ogni possibile equivoco.
Il Foggia si iscriverà regolarmente al prossimo campionato di C entro il 4 giugno?
Come mai tre trattative sono naufragate nel giro di così pochi giorni?
È la debitoria che fa scappare i possibili acquirenti, o è la controversia con la Pintus a scoraggiare quanti si avvicinano al club rossonero?
E ancora: cosa riserva il futuro al Foggia?
Canonico ritiene comunque conclusa la sua parentesi?
Tutte domande che meritano nel breve una replica da parte di una proprietà che finora ha giocato a nascondino, ma che adesso non può più celarsi dietro l'impossibilità oggettiva di passare la mano. Della serie: vorrei, ma non posso.
E allora?