Destini incrociati. Un pescarese doc di qua, pronto a sfidare la squadra della sua città. E un foggiano altrettanto doc di là, che sta per tornare da queste parti, dove tutto ebbe inizio. Per Davide Di Pasquale e Daniele Delli Carri Foggia-Pescara non può essere una gara qualunque, inevitabile che sia un turbinio di emozioni che si mescoleranno in 90’ da brividi.
Poteva essere gara di cartello, Pescara-Foggia, che a bocce ferme venivano date per sicure protagoniste.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
E invece gli adriatici sono lì nei quartieri alti a rispettare i pronostici, a differenza dei rossoneri che sono in grave ritardo sulla tabella di marcia.
E così quella che andrà in onda sarà solo sfida che vale per il campanile, nella quale bisognerà gettare il cuore oltre l’ostacolo. Una specie di derby, in ogni caso, per Di Pasquale e Delli Carri, che vorranno vincere per dimostrare ai propri concittadini di cosa sono capaci sull’altra sponda.
Di Pasquale non vede l’ora di incrociare i colori della sua città: lui quella maglia l’ha solo indossata a livello giovanile, per il resto ha annusato a distanza l’aria di Pescara, prima a Giulianova e poi a San Benedetto.
Gli farà un certo effetto ritrovare quella casacca nelle vesti di avversario, soprattutto ora che a Foggia gli hanno affidato i galloni di capitano: bella responsabilità, che lo mette nella condizione di dover dare sempre qualcosa in più dei compagni. Immaginarsi contro il Pescara...
Ma queste sono ore concitate anche per Delli Carri, il ds ormai 51enne che è tornato in riva all’Adriatico (e in quella che nel tempo è diventata la sua città di adozione), dopo che patron Sebastiani lo ha voluto ancora al suo fianco per rivivere assieme anni che per il calcio biancazzurro non si possono cancellare.
Da difensore, e in campo, ha attraversato due epoche calcistiche proprio nel momento della loro mutazione, da ds ha lavorato con Di Francesco e soprattutto Zeman, e con talenti del calibro di Verratti, Immobile e Insigne, mentre da calciatore ha lavorato in gruppi guidati da tecnici agli antipodi come Orrico e Mondonico. Ma al primo posto c’è sempre il Maestro, anche se in carriera non l’ha mai avuto come allenatore: “Zeman l’ho incrociato parecchie volte nella mia vita sportiva - ha ripetuto più volte -. Ma anche prima, quando avevo 14 anni e andavo a seguire, estasiato, gli allenamenti del suo Foggia”. Il boemo l’ha poi conosciuto meglio nel periodo in cui è stato alla guida del Pescara: “Io ero direttore sportivo, e lui allenatore di una squadra composta da fenomeni di caratura internazionale. Certo, lui ebbe grandissimi meriti, ma eravamo nettamente i più forti tant’è che ottenemmo la promozione con una grande cavalcata. Quell’anno venne Guardiola a seguire gli allenamenti e alla fine ci disse: se vengo in Italia per vedere una partita, scelgo la squadra di Zeman”.
Che ora non è più alla guida dei rossoneri, e che quindi l’allievo non avrà il piacere di riabbracciare domani sera.
A Foggia domani sera ci sarà invece Delli Carri, l’attuale ds dei biancazzurri, che rimetterà piede nella città in cui ha mosso i primi passi di calciatore: stiamo parlando della metà degli anni ‘80, quando si affacciava nella Cosmano prima di finire al Bisceglie nell’88 ed avviare la parabola che l’avrebbe portato ad indossare le maglie di Torino, Lucchese, Genoa, Piacenza, Siena, Fiorentina, Pescara, Foggia e Virtus Lanciano.
E di mettere assieme oltre 200 presenze nella massima serie. Con la squadra della sua città Delli Carri ci ha giocato nella stagione di C ‘07-08, ma fu una parentesi fugace coi rossoneri allora allenati da Sasà Campilongo, solo 5 presenze prima di dire bye-bye in tutta fretta, non si è mai capito bene perché, e di trasferirsi a Lanciano, vicino la sua Pescara, dove con Eusebio Di Francesco ha anche condiviso la gestione di uno stabilimento balneare.
Dura, invece, la vita da dirigente: è il 6 gennaio ‘15 quando il Catania ufficializza il suo ingaggio come direttore sportivo. Primi passi nel ‘08 alla Renato Curi Angolana in D, prima del grande salto al Pescara.
Dove viene sollevato dall’incarico nell’estate del ‘13, prima della parentesi con il Genoa.
L’arrivo a Catania nella squinternata gestione Pulvirenti lo metterà spalle: una brutta storia lo coinvolgerà con la giustizia sportiva, sarà la più brutta parentesi della sua vita, che lo vedrà al centro di presunti illeciti che gli costeranno 4 anni di squalifica.
E’ caduto e si è rialzato Daniele Delli Carri, che nel ‘94 ha anche conquistato l’oro ai Campionati Europei U21 di Francia e che il 6 luglio del ‘20, quando mancavano 4 mesi alla conclusione della sua squalifica, ha chiesto ed ottenuto la grazia dalla Figc.
Zone Transition
Zone Transition
Acqua passata, storia ormai morta e sepolta.
Il presente di Delli Carri è proiettato verso una rivincita morale che prima o poi arriverà. E’ solo una questione di tempo.