Come volevasi dimostrare. L'onnipotente Nicola Canonico rifiuta e va avanti. Nel senso che, quando pareva sul punto di mollare e di cedere alle lusinghe del gruppo Salandra&co., con una delle sue proverbiali piroette starebbe sul punto di cancellare con un colpo di spugna 15 giorni di febbrili trattative in cui l'amministrazione comunale (con la sindaca e l'assessore allo sport in testa) si è spesa per individuare una valida alternativa.
Manca ancora il crisma dell’ufficialità che oggi non dovrebbe tardare ad arrivare, ma il patron sarebbe sul punto di ritirare il mandato a vendere consegnato nelle mani della Episcopo. Rimangiandosi quanto solo lo scorso 9 maggio aveva manifestato urbi et orbi, e cioè che “le quote societarie saranno messe a disposizione di qualsiasi soggetto interessato all’acquisizione, gratuitamente”.
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L'ennesimo coupé de theatre dell'imprenditore di Palo del Colle che pareva potesse essere rintuzzato dall'ostinazione della prima cittadina, che fino alla fine ha provato a rimettere assieme i cocci di una pantomima che continua a vedere protagonista l'inaffondabile Canonico. Che ora, evidentemente, sembrerebbe intenzionato a vestire i panni del salvatore della patria e ad assumersi l'onere di iscrivere il Foggia al prossimo campionato.
Un giochino non di poco conto che lo costringerà ad aprire i cordoni della borsa e che gli costerà un paio di milioni di euro, visto che per regolarizzare la sua posizione il club rossonero entro il prossimo 4 luglio dovrà comprovare il pagamento degli emolumenti ai suoi tesserati fino a giugno, e depositare una fideiussione di 350 mila euro.
Né gli imprenditori foggiani né Nicola Di Matteo, dunque: nessuno sconto ai potenziali acquirenti che ancora una volta restano con un mucchio di mosche in mano, e coi quali non c'è stato dialogo. Anche perché molto probabilmente non c’è mai stata una reale volontà a vendere.
“Proposte irricevibili”, la laconica confidenza che Canonico fin da sabato avrebbe fatto ai suoi amici nel tentativo anche di mettere in cattiva luce quanti in questi ultimi dieci giorni hanno tentato la scalata al club. Ed ai quali va mossa forse un’unica colpa: non aver tentato di aggirare l’ostacolo-Canonico provando a dialogare col socio di minoranza Maria Assunta Pintus, che resta sempre l’ago della bilancia attorno al quale ruota l’affaire-Foggia.
Un film già visto, insomma, che torna a riproporsi nell'acquiescenza di una città e di una tifoseria assenti su tutta la linea, e che sembrano aver perso anche l'ultima speranza di voltare pagina dopo un triennio insipido.
Attese in giornata possibili reazioni all’indomani del fallimento del tentativo di mediazione condotto dalla sindaca, non è da escludere che da Palazzo di Città giungano gli strali di chi si è sentito prima tirato per i capelli, e poi frettolosamente accantonato.
Ma repliche sono attese anche da parte degli imprenditori locali che proprio in queste ore tornano sul banco degli imputati ancora una volta per non aver saputo toccare le corde giuste di Nicola Canonico, e che è probabile abbiano adesso intenzione di spiegare le loro ragioni mettendoci la faccia.
Difficile invece che torni a parlare il patron, che muove i fili dal suo quartier generale di Modugno senza lasciar intendere quale sarà ora la sua prossima mossa. Canonico divide et impera, come è ormai nel suo inconfondibile stile: ai suoi fedelissimi avrebbe già anticipato che il Foggia sarà regolarmente ai nastri di partenza della prossima C, a maggior ragione ora che c’è la possibilità che torni d’attualità il derby con il Bari.
Zone Transition
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Chissà però che prima o poi non venga a galla tutta la verità dell’ingarbugliatissima matassa-Foggia, e che puntualmente fa naufragare ogni tentativo di acquisto del club di viale Ofanto. E’ già successo con la MergersCorp che sembrava essere in dirittura di arrivo per consegnare il club nelle mani di un fondo di investimento, la storia si ripete ora con il gruppo Salandra-De Finis e con Di Matteo. Che qualche chance spera ancora di giocarsela.
Possibile mai che gli interlocutori siano sempre quelli sbagliati?