“E’ sempre un’emozione tornare al Teatro Giordano, ancora di più con un’opera di Mascagni”. Gianna Fratta è stata ieri maestra concertatrice di una versione inedita della Cavalleria Rusticana, opera in un unico atto di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Verga, rivisitata in forma di spettacolo con i musicisti dell’Orchestra ICO Suoni del Sud, e il contrappunto di un accompagnamento narrativo con voce recitante di Cristian Levantaci. “L’allestimento che ha prodotto Suoni del Sud ha puntato a raccontare anche i legami tra il capolavoro di Mascagni e la novella di Verga, in questo che è anche l’anno delle celebrazioni per i 100 anni dalla morte dello scrittore siciliano. Ricordiamo che Cavalleria Rusticana è stata scritta a Cerignola, quando Mascagni era direttore della banda, quindi c’è un grandissimo legame di quest’opera con la Puglia.
Il rapporto tra Verga e Mascagni è stato molto sofferto per via della disputa sui diritti d’autore, grandissime liti hanno accompagnato la contesa tra il libretto dell’opera e la novella originale, ed è stato bello riportare anche questa vicenda sul palcoscenico, a latere della rappresentazione”.
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Personalità di spicco nel panorama musicale italiano e internazionale, a 48 anni Gianna Fratta vanta una carriera artistica puntellata di primati e riconoscimenti: vincitrice di concorsi nazionali e internazionali, ha suonato con i più grandi artisti ovunque nel mondo, dalla Germania al Sudamerica, da New York a Seul, ha lavorato e diretto nei più importanti teatri del mondo dal Carnegie Hall di New York al Teatro Coliseo di Buenos Aires, al Teatro Solis di Montevideo, Seoul Art Center di Seoul, Smetana Hall di Praga, Teatro Sao Pedro a San Paolo del Brasile, Teatro dell’Opera di Roma, per citare i principali. Ha un repertorio vastissimo che include musica sinfonica e operistica, oltre alle numerose incisioni discografiche.
“La mia dimensione più autentica è nel viaggio, ma quella che considero la mia vera casa è quella di Foggia - ha confessato a l’Attacco - . Quando vinsi il concorso per l’insegnamento scelsi da subito il Conservatorio Giordano, dove tuttora insegno nell’area delle discipline della Composizione. Oltre che per le mie lezioni sono spesso a Foggia anche per l’impegno che mi lega alle attività di Musica Civica, che nacque da una intuizione condivisa con Dino De Palma”.
Nel 2009 è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per i risultati ottenuti in campo internazionale come pianista e direttore d’orchestra; il 18 dicembre 2016 ha diretto in Eurovisione il Concerto di Natale al Senato, nelle precedenti edizioni affidato a personalità come Muti, Maazel, Oren. E’ attualmente direttrice artistica della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, presso il Politeama Garibaldi di Palermo.
E’ stata protagonista della svolta femminile nella direzione d’orchestra, in un mondo tradizionalmente dominato dagli uomini e negli anni si è avvicinata sempre più alle questioni di genere, soprattutto in relazione all’uso e alle declinazioni del linguaggio. Tanto che nel marzo di quest’anno ha espresso il suo rifiuto a partecipare alla Giornata Internazionale della Donna al Quirinale in aperto dissenso con la scelta di utilizzare il titolo al maschile di “Cavaliere Maestro” riferito a lei nell’invito ufficiale del Presidente della Repubblica.
“Caro Presidente, l’anno prossimo non inviti più il cavaliere e maestro Gianna Fratta. Trovi un modo, vecchio, nuovo, sperimentale o come vuole lei, per rivolgersi a una donna come la nostra lingua richiede, al femminile. Cambi il nome delle onorificenze che assegna, visto che ci sono delle donne che le meritano. Cavaliera, Dama del lavoro, altro... Anche così si rende il mondo un tantino meno imperfetto”. Questa la risposta che Fratta ha reso pubblica sui canali social all’accidente linguistico che l’ha vista protagonista.
“Le parole giuste da utilizzare ci sono nella nostra lingua, è anche una questione di correttezza grammaticale, anche se mi rendo conto che il cambiamento culturale e sociale a tal riguardo è ancora lungo, ma qualcosa sta mutando - spiega la maestra d’orchestra a l’Attacco -. All’inizio della carriera mi facevo chiamare direttore, oggi non più, non mi sembra una cosa normale, faccio cambiare la denominazione anche nei camerini dei teatri dove suono. Non ci siamo mai posti il problema di chiamare una donna sarta, parrucchiera, professoressa, e l’elenco potrebbe continuare, grammaticalmente ci sono le forme, bisogna usarle, esiste il femminile, non penso che sia una questione legata alla politica di destra o di sinistra, è corretto così”.
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Il 6 novembre Fratta sarà presente al nuovo appuntamento della XIII edizione della rassegna Musica Civica, sempre al Teatro Giordano, che ospiterà l’evento dal titolo “Grammaticanti. La felicità passa dalle parole”. Il pubblicò assisterà ad una conversazione con la sociolinguista Vera Gheno che collabora da 20 anni con l’Accademia della Crusca, seguita dall’esibizione di Sergej Krilov, uno dei più grandi violinisti al mondo, con un concerto intitolato “Assolo” che presenta un repertorio di straordinaria difficoltà e virtuosismo.