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Dopo l’omicidio del giovanissimo Andrea Gaeta (figlio del presunto boss locale freddato a colpi d’arma da fuoco dal 26enne Mirko Tammaro per gelosie in amore) e la decisione del sindaco Domenico Lasorsa di proclamare il lutto cittadino - con bandiere a mezz’asta - durante le esequie del 20enne tenutesi lo scorso 10 settembre, tira una brutta aria ad Orta Nova, non solo per le sue strade, ma anche nell’aula del consiglio comunale.
Stando ai beni informati, la decisione del primo cittadino - che ha creato scalpore anche nel dibattito nazionale (con un pezzo di forte censura a firma di Antonello Caporale su Il Fatto Quotidiano) - avrebbe destato forti mal di pancia anche all’interno della sua stessa maggioranza.
Secondo alcuni rumors, infatti, sarebbe in atto la spaccatura che un pezzo di forza politica a sostegno di Lasorsa starebbe per compiere. E c’è chi fa sapere che nei prossimi giorni potrebbe arrivarne l’ufficialità.
Intanto, sempre in paese, circola voce di un atto intimidatorio che un esercizio commerciale ortese, probabilmente un bar, avrebbe subito (si ignora l’esecutore del gesto) per non aver rispettato l’invito a sospendere le attività durante i funerali di Gaeta. Un invito rivolto agli esercenti dall’amministrazione comunale, in fase di proclamazione del lutto cittadino.
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Tale iniziativa amministrativa è stata definita “oltre l’immaginabile” da Caporale, il quale, nel suo articolo, ha chiesto senza mezzi termini alla ministra Lamorgese di rimuovere dall’incarico il primo cittadino di Orta Nova per aver “oltraggiato e sfregiato l’immagine dei poteri pubblici”. Chiaramente riferendosi al cordoglio espresso dal Comune di Orta Nova per un soggetto, seppur giovanissimo, appartenente ad una famiglia in odor di mafia e per il quale la questura aveva vietato le esequie pubbliche “per gravi motivi di ordine pubblico”.
Dal canto suo, Lasorsa ha voluto chiarire la sua posizione a mezzo social e le ragioni che hanno spinto il Comune a proclamare il lutto cittadino per Andrea Gaeta.
"Ho sentito il dovere morale di esprimere un messaggio di cordoglio – ha esordito nel post il primo cittadino -. Vorrei fare una pacata riflessione sulla vicenda e capire se, quando si afferma che 'Lo Stato siamo noi', è come dire che le associazioni di volontariato, gli enti del Terzo Settore, le istituzioni scolastiche, le istituzioni ecclesiastiche, le forze politiche, gli enti locali, Provincia, Regione, le forze dell'ordine, sono tutti attori principali dello Stato, che dovrebbero essere presenti attivamente sul territorio. Il sindaco – continua Lasorsa - rappresenta il proprio territorio e i propri concittadini e sente il dovere morale di esprimere un messaggio di cordoglio in occasione della perdita di un giovane cittadino violentemente sottratto alla vita. Questo è il sentimento che ha pervaso ed ispirato l'atto adottato, nel rispetto delle disposizioni trasmesse dagli uffici preposti alla pubblica sicurezza. Il sindaco, infatti, è anche Ufficiale di Governo, e sente forte il dovere di improntare la sua funzione ai principi di legalità e trasparenza. 'Lo Stato siamo noi' quando questi principi diventano comportamenti di vita da parte di ognuno di noi".
Zone Transition
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Sulla vicenda ha espresso, informalmente, il proprio pensiero anche la federazione provinciale di Sinistra Italiana, giovedì scorso in giro per il Basso Tavoliere con una delegazione a guidare la visita di Ilaria Cucchi (la nota attivista per i diritti umani è capolista di Verdi-Sinistra Italiana per la corsa al Senato nel plurinominale pugliese) e Stefania Russo (capolista dell’alleanza per l’elezione alla Camera nel collegio Foggia-Bat). Che gesti a forte valenza simbolica come un lutto cittadino debbano possedere in sé il rigore morale delle istituzioni e che, specie in terra di Quarta Mafia, l’istituzione pubblica non possa permettersi di prestare il fianco ad interpretazioni di altro genere, dunque, sostanzialmente, l’inopportunità della proclamazione: è questo l’orientamento di SI emerso dal colloquio tra la sua delegazione provinciale e alcuni attivisti ortesi incontrati durante il giro elettorale di Ilaria Cucchi e Stefania Russo. Quest’ultima, professoressa di Storia, ha anche evidenziato, con preoccupazione, da un lato quanto alcuni odierni mondi giovanili siano permeati di una sub-cultura criminogena pronta ad emergere per i più futili motivi, dall’altro quanto sia importante tenere sempre alta l’attenzione sul pericolo di infiltrazione mafiosa in terra di Capitanata, senza eccezion fatta per la campagna elettorale in corso.
