Non c’è stato nessun colpo di scena e non è emerso nessun elemento nuovo rispetto a quelli che erano già noti. I legali difensori di Mariano Paganini, Pietro Schiavone e Laura Raffaeli, smentiscono le indiscrezioni che erano giunte da Bari e che volevano che il PM avesse riferito dell’apertura di un fascicolo d’indagini su alcuni decessi avvenuti presso la casa di risposo Stella Maris, a Siponto. “Con la nostra smentita, immagino di poter parlare anche a nome dei colleghi” dice a l’Attacco l’avvocata Raffaeli.
Mercoledì scorso, si è tenuta l’udienza del Tribunale del riesame di Bari, a seguito dell’appello proposto dalla Procura di Foggia avverso la misura degli arresti domiciliari disposti per i 4 accusati di violenze nei confronti di alcuni anziani ospiti della Stella Maris. Domenico Nuzziello, Mariano Paganini, Michele Salcuni e Antonio Vero sono difesi rispettivamente da Francesco Le Noci e Carmela Caputo, Pietro Schiavone e Laura Raffaeli, Matteo Ciociola e Michele Ferosi, Raul Pellegrini e Portincasa.
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Il Riesame dovrà decidere sulla richiesta della misura massima del carcere per i quattro indagati che sono ancora agli arresti domiciliari. Nei prossimi giorni verrà depositata la decisione. Ce ne sono 45 per le motivazioni. Dalla difesa di Paganini, Schiavone tende a escludere che la misura possa diventare maggiormente afflittiva, come invece chiesto dalla Procura foggiana. “Non c’è attualità, innanzitutto – commenta -, poi ci sono fatti nuovi: sono stati licenziati e i licenziamenti non sono stati impugnati”.
La voce corsa da Bari a Manfredonia voleva che il pubblico ministero Matteo Stella avesse precisato di essere consapevole che non fosse quella la sede opportuna, ma aveva voluto rendere comunque noto il fatto che era stato aperto un fascicolo per alcune morti sospette in struttura, almeno 3.
Nei mesi scorsi, già il 6 agosto 2022, l’Attacco raccontò che, dopo che gli inquirenti avevano cristallizzato la situazione attraverso l’emissione delle misure cautelari per i 4 indagati, non si potevano escludere ulteriori sviluppi e colpi di scena. Era stato dato conto su queste colonne, infatti, degli ulteriori approfondimenti che si stavano eseguendo circa 2 morti sospette alla Stella Maris.
Grazie alla collaborazione di due persone ritenute affidabili, gli inquirenti hanno acquisito la scheda del 118 che riguarda un anziano che, come raccontato su l’Attacco, aveva subìto lesioni ai condotti uditivi. Secondo la testimonianza resa da un operatore, Vero avrebbe “inserito con forza entrambi i cotton fioc nel padiglione auricolare dell’anziano e dopo aver tirato con violenza inaudita entrambi i lobi delle orecchie, ne provocava una ingente fuoriuscita di sangue”.
Era il pomeriggio del 27 marzo 2022 quando l’anziano in questione, dopo essere giunto in ambulanza al Pronto Soccorso di Manfredonia, veniva preso in carico dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con diagnosi “otoraggia bilaterale”. L’uomo è deceduto 5 giorni dopo: l’1 aprile 2022.
Secondo decesso sotto la lente di ingrandimento è quello avvenuto per cause ancora da accertare ad una donna. Costei, il 29 giugno scorso, “nel corso delle operazioni di igiene espletate da due operatori, urtava il capo alla spalliera del letto. Nel corso della giornata la donna veniva attenzionata dalla struttura e durante la notte del 30 giugno 2022 decedeva nonostante l’intervento del personale del 118”.
“Il PM ha detto che ci sono indagini in corso – precisa l’avvocato Schiavone -, ma non che sia stato aperto, in particolare, un fascicolo su alcuni decessi. Le indagini sono riferite all’intera struttura, probabilmente potrebbero riguardare anche casi di decessi ma non si riferirebbero ai quattro arrestati. Tuttora l’imputazione nei loro confronti è provvisoria e, fintanto che si chiudono le indagini, non c’è un’imputazione definitiva caso per caso”.
L’avvocata Raffaeli interviene per ammettere che “non sappiamo da dove sia venuta fuori questa notizia, ma non esiste alcuna comunicazione di indagini. Forse qualcuno dei pochi presenti l’ha passata all’esterno ma è stata interpretata male e ha dato luogo all’equivoco. Ad oggi (ieri per chi legge, ndr), niente di tutto ciò. E nulla di nuovo, visto che il PM ha insistito sul suo ricorso d’appello e sulla sua scelta di accusa. Null’altro”.
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Consapevole che “l’opinione pubblica abbia sicuramente già concluso un proprio processo mediatico, piuttosto che attenderne uno tra le mura giudiziarie”, la legale ribadisce “quella notizia su un fascicolo aperto su alcuni decessi è del tutto falsa”.