L’arrivo nei campi a bordo di un furgone. Lo guida uno dei braccianti. Siamo nelle campagne tra Foggia e Manfredonia. Precisamente a Borgo Mezzanone, nel ghetto più grande d’Europa. L’Attacco è con il consigliere comunale foggiano Francesco Strippoli, da sempre impegnato nella lotta al caporalato, nella costruzione di filiere etiche, nell’emersione del lavoro nero e grigio e della riduzione in forme di schiavitù in agricoltura. Con lui c’è Yvan Sagnet, attivista e scrittore camerunese famoso per essersi adoperato nel campo dei diritti umani.
Sagnet ha scritto numerosi saggi sui temi del caporalato e sulle discriminazioni sociali, ed è conosciuto come fondatore e presidente dell’associazione NoCap, con la quale combatte lo sfruttamento e il lavoro nero nel settore agroalimentare.
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NoCap nasce nel 2011 come movimento per contrastare il caporalato in agricoltura e per favorire la diffusione del rispetto dei diritti umani, sociali e dell’ambiente. Nel 2017, poi, decide di strutturarsi in associazione che, di recente, ha assunto la forma giuridica di ente del terzo settore.
NoCap è gestita da un gruppo di attivisti, volontari che mettono il bagaglio delle loro esperienze e conoscenze a disposizione dell’associazione. Ne fanno parte professionisti di diversa formazione e competenza: esperti di cooperazione internazionale, agronomi, giornalisti, avvocati, ingegneri, commercialisti, esperti in energie rinnovabili, economia circolare e digitale, comunicazione e marketing, che operano da diverse parti d’Italia e dall’estero collaborando a distanza. Il loro contributo, in questi anni, ha permesso all’associazione di crescere, avanzando proposte e individuando soluzioni.
Parte del lavoro si svolge recandosi sui luoghi di lavoro per capire i problemi e dare risposte a lavoratori e imprese. Proprio quello che è avvenuto nel pomeriggio di ieri nella frazione sipontina di Borgo Mezzanone, dove Strippoli, Sagnet e la giovane Anna Padoin di Emmaus hanno raccolto le adesioni di tutte le braccianti e i braccianti pronti a sottoscrivere un contratto regolare di 6 ore e mezza al giorno pagato 7 euro all’ora con delle aziende della filiera NoCap impegnate nella raccolta stagionale dei pomodori.
Zone Transition
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La risposta delle donne e degli uomini del luogo è stata ottima. Sono stati in tanti, infatti, a fornire le proprie generalità agli attivisti, con la speranza di essere chiamati per andare a lavorare in condizioni dignitose nelle aziende del gruppo.