“Non è un posto per disabili, dobbiamo andar via”. Nessuna differenza tra centro e periferia (PEBA mai partito)

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Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite entro il 2050, delle 6,25 miliardi di persone nel mondo che vivranno in città, circa il 15%, ovvero 940 milioni, saranno disabili. È quindi fondamentale che l’inclusione e l’accessibilità vengano integrate in tutti i processi di pianificazione e gestione degli ambienti urbani visto l’altissimo tasso di urbanizzazione previsto nei prossimi decenni. Un’aspirazione che può sembrare poco realizzabile, soprattutto nel caso di molte città europee concepite e costruite secoli fa, ma questa è la rotta tracciata. E Foggia non fa eccezione. Il capoluogo dauno, infatti, stando a quanto dichiarato da chi la disabilità la vive in prima persona, è oltremodo fuori strada, molto lontano perfino da quegli obiettivi minimi che garantirebbero alle persone disabili un minimo di autosufficienza.

Lo sa bene Domenico Gramazio, disabile e presidente di un’associazione che si occupa di disabilità nata circa 5 anni che a l’Attacco ha detto: “A Foggia non è stato dato esecuzione all’abbattimento delle barriere architettoniche, il famoso PEBA non è mai partito. Così navighiamo oggi in pessime condizioni ogniqualvolta dobbiamo attraversare un marciapiede, una strada, una piazza o recarci in qualche ufficio pubblico. Mancano gli scivoli, le strade, tutte quelle necessarie infrastrutture per accedere in tranquillità. E non c’è differenza tra centro e periferie - rincara Gramazio – stessa situazione sui nuovi marciapiedi come quelli dell’Ippodromo, di via Guglielmi, di fianco i Campi Diomedei”.

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Difficoltà registrate anche per l’accesso agli uffici pubblici come posta, banche, supermercati. “Le strutture presentano entrate strette, specialmente per chi, come me, ha scooter elettrici. In questi casi devo essere accompagnato. L’unico centro che mi permette di muovermi in libertà è l’Ipercoop che presenta spazi ampi. Lì ci vado anche senza essere accompagnato. La zona pedonale, circoscritta nell’area di Piazza Giordano, è al momento quella maggiormente accessibile”. Male anche le piste ciclabili, accessibili anche agli scooter elettrici. “Molte di queste strutture – spiega Gramazio – si allagano. Un esempio? Il tratto di rimpetto il tiro a segno, a due passi dalla Mongolfiera, che con la pioggia diventa impercorribile. Feci anche delle segnalazioni sulla vicenda ma rimaste finora inascoltate. Abbiamo pagato un servizio non disponibile, né per i ciclisti né per i disabili. Parliamo di un’infrastruttura da rifare completamente”.

Perfino Palazzo Città, la casa comunale per eccellenza non consente un accesso libero e spensierato ai portatori di disabilità. “Non possiamo accedere agli uffici comunali di via Garibaldi - evidenzia Gramazio – la struttura presenta oggi una pedana in ferro costruita diversi anni fa e pensata per gli ausili di una volta, per le vecchie (e piccole) carrozzine. Non sono in grado di supportare l’ingresso degli scooter elettrici. Ecco perché bisognerebbe rifare tutto da capo, allargando perfino gli ascensori che non sono a norma. Stessa situazione che riscontro negli ospedali” - conclude.

Anche la signora Pina, mamma di una giovane bambina portatrice di grave disabilità parteciperà al flashmob organizzato da La Società Civile in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.

“Foggia? Non è certamente una città per disabili. La mattina prendiamo l’auto nel box e la portiamo nel posto riservato per caricare tutto l’occorrente per mia figlia – spiega - Beatrice, infatti, necessita di una rianimazione. Se il posto è occupato? Pazienza. È inutile chiamare i vigili, non vengono. Poi arriviamo davanti alla scuola (la Murialdo, ndr) e dobbiamo farci largo tra auto parcheggiate anche in quadrupla fila. Se non c’è spazio? Pazienza. Anche qui non serve chiamare i vigili, la riposta è sempre la stessa. Siamo davanti alle scuole, ci dicono. Peccato che noi, essendo proprio davanti ad una scuola, non ne vediamo nemmeno uno. A fine giornata torniamo a casa e se ci va bene non troviamo il posto auto occupato, posto tra l’altro segnalato ai vigili urbani che ci fecero firmare un documento che, data la gravità della situazione, se li avessimo chiamati sarebbero dovuti arrivare immediatamente. Ma così non è stato. Fare una passeggiata? Impossibile, i marciapiedi sono impraticabili, le strade rotte. Se ti va bene trovi un marciapiede con una rampa ed una macchina parcheggiata sopra”.

Zone Transition

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“Fuori Foggia tutto questo non accade, mia figlia vorrebbe scappare da qui. Dopo il piano regolatore di Benevolo di fine anni ‘80 non è stato fatto più nulla. Vicino casa nostra, su via de Petra, stavano rifacendo il marciapiede. Con mio marito abbiamo quasi stalkerizzato il dirigente dei lavori per farci sistemare le discese fatte malissimo. E in questo guazzabuglio non riusciamo nemmeno ad interfacciarci con i commissari. Cosa impensabile”.

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