Prosegue, ormai da settimane, l’allarme lanciato da diverse sigle sindacali presenti in Ataf (la municipalizzata del trasporto pubblico locale) rispetto a talune criticità manifestate dai mezzi in servizio che hanno poi portato a episodi anche piuttosto eclatanti, e balzati alla cronaca, di rischio per l’incolumità pubblica. Solo un mese fa Filt-Cgil, Uiltrasporti e Faisa Confail si dicevano preoccupate dopo “il grave episodio che ha visto coinvolto un nostro mezzo che durante la marcia su strada suburbana ha visto perdere una ruota gemellata, che fortunatamente (ancora una volta) non ha avuto conseguenze gravi sia per il collega che per gli utenti”. In considerazione del fatto che quel distacco di ruote in corsa capitato al mezzo di linea che serve Borgo Mezzanone - tra disagi, stupore e spavento anche degli automobilisti in quel momento incolonnati in strada - non si trattasse di un episodio isolato, le organizzazioni sindacali chiedevano ad Ataf “maggiori controlli periodici del serraggio dei bulloni con tacche di misurazione e tutto ciò che possa rafforzare la sicurezza dei lavoratori. Chiediamo inoltre una programmazione periodica di controlli atti a rendere più sicuri la messa in circolazione dei mezzi”. Di recente, però, è stato un altro grave episodio di rottura della testina dello sterzo sull’autobus sociale 360 della linea 2b in via La Torre, anche qui mettendo a rischio la sicurezza del conducente e dell’intera utenza, a provocare una nuova denuncia della Filt Cgil sul tema sicurezza dei mezzi, con richieste sempre più centrate su un’organizzazione manutentiva che riesca a far fronte alle “criticità relative allo stato di usura delle parti meccaniche di alcuni bus in servizio”.
Alla luce dell’episodio, l’ultimo occorso, sulla linea 2 b, e ricordando “il precedente della perdita degli pneumatici (occorsa, come detto, a un mezzo di linea suburbana, ndr)”, la Filt Cgil, nelle scorse ore, con una nuova nota ha chiesto con urgenza agli organi competenti (ovvero all’amministratore unico Vincenzo Laudiero, al direttore d’esercizio e al capo del personale di Ataf, rispettivamente Leonardo Ciuffreda e Stefania Piarullo, al cuot aziendale Matteo Gramazio, alla Sindaca Episcopo e all’assessore alle Partecipate Davide Emanuele) “di attivare tutte le misure di sicurezza e prevenzione necessarie al fine di scongiurare il ripetersi di tali eventi; di predisporre un sistema di monitoraggio più frequente delle parti meccaniche esposte a maggior usura e sollecitazioni; di effettuare le necessarie manutenzioni; di redigere un apposito registro per memorizzare lo storico dei lavori eseguiti su ciascun mezzo; e di rendere tale registro accessibile alle maestranze in servizio nelle officine, per consentire loro di programmare gli interventi di manutenzione e monitorare lo stato di usura degli organi meccanici chiave per la sicurezza stradale. Riteniamo che l’implementazione di un sistema di promemoria come quello sopra descritto - chiosa la nota - sia indispensabile per garantire la sicurezza dei bus e di tutti gli utenti del servizio. Confidiamo in un vostro celere riscontro e nella tempestiva adozione delle misure richieste”.
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Ieri (venerdì 26 aprile, ndr) l’Attacco ha contattato, inoltre, il segretario aziendale della Faisa Cisal, Antonio Tuand, per approfondire meglio le posizioni del sindacato autonomo che rappresenta in Ataf.
“Le criticità sono oggettive - esordisce nella sua analisi Tuand - e riguardano tutto il parco mezzi aziendale, ormai vetusto. Al netto della proroga sulla regolamentazione attuale che ne vieta la circolazione, parliamo di mezzi Euro 1 e Euro 2, che non sono più nelle condizioni di poter circolare. Quanto alla manutenzione, certamente in Ataf, e questo è un impegno che noi prenderemo quando si andrà a redigere l'accordo di secondo livello, c'è bisogno di riorganizzare completamente il processo manutentivo dei mezzi. Perché – prosegue -, attualmente, intanto non vi è tracciabilità del carico di lavoro, e la manutenzione ordinaria, in termini di programmazione, praticamente non esiste, essendo di conseguenza un po’ tutto lasciato al buon senso degli addetti ai lavori, perché in realtà a tutt’oggi in azienda non sussistono gli elementi per dinamiche più organizzate. In Ataf – spiega Tuand - abbiamo lavoratori che non hanno fatto alcun corso di aggiornamento e quindi non possiedono gli strumenti per poter condurre le analisi necessarie alla verifica delle varie anomalie in essere ai mezzi. Tra l’altro, per il serraggio dei dadi delle gomme non c'è la necessaria programmazione periodica, non viene effettuata tant'è che poi, ciclicamente, si verificano gli episodi drammatici che solo per casi fortuiti non tracimano in tragedie”.
Per Tuand non basta il totale rinnovo del parco mezzi aziendale, che, come noto, è ormai agli sgoccioli. “Fortunatamente la politica in quel senso si è mossa – commenta -, ma con l’arrivo delle macchine nuove bisognerà organizzarsi per la manutenzione ordinaria, che va programmata con uomini e mezzi a disposizione dell’azienda: su questo noi saremo irreprensibili, metteremo in campo tutte le facoltà sindacali di cui disponiamo se sarà necessario”.
Zone Transition
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Per il momento (motivo per il quale la Faisa Cisal non ha prodotto comunicati sull’ultimo episodio occorso e denunciato dalla Cgil, ndr) “siamo in attesa dell’arrivo di questi nuovi mezzi per poi evidentemente sollecitare l’azienda a riprogrammare completamente l’iter manutentivo delle macchine, che adesso è praticamente inesistente, un po’ per le condizioni di vetustà degli attuali mezzi un po’ a causa della sciatteria istituzionale che ci ha accompagnato negli ultimi anni”.