Beneduce: “Lo scioglimento la pagina più brutta, ferito da chi festeggiò. Ma il declino ha radici lontane”

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A un anno dalla probabile data del ritorno alle urne dei foggiani, nasce D!Vento, una nuova realtà associativa fondata sulla partecipazione politica e sulla cittadinanza attiva. “Vogliamo stimolare un ruolo attivo della cittadinanza alla costruzione di nuove visioni e nuove politiche, attraverso metodi generativi e di partecipazione dal basso”, sottolinea il presidente Luciano Beneduce, che giovedì dalle ore 17,30 nella Biblioteca Magna Capitana presenterà D!Vento dopo i saluti della pm Roberta Bray (ANM), Irene Sasso (Fondazione Monti uniti), Daniela Marcone (Libera), Paolo Balzamo (Fondazione Minervini). Ospite sarà il Sindaco di Bacoli, Josi Gerardo della Ragione. Saranno illustrate le due prime iniziative promosse da D!Vento, su temi cari ai componenti dell’associazione: la scuola popolare antimafie e la mobilità sostenibile.

“Di questo gruppo fanno parte impiegati, insegnanti, neolaureati, persone di teatro come Pierluigi Bevilacqua, insomma persone di vario tipo”, esordisce a l’Attacco il professor Beneduce, 46enne docente universitario di Microbiologia ambientale presso il dipartimento di Scienze Agrarie di Unifg.

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“Il nostro tentativo è volto a sfidare la città in una prospettiva di medio e lungo termine. E’ evidente che Foggia vive un declino che non è figlio degli ultimi anni ma ha radici lontane. La risoluzione dei problemi della città non è legata alle prossime elezioni comunali, serve uno sguardo lungo. Viviamo una chiarissima crisi della rappresentanza e della classe dirigente. Noi vogliamo ricostruire la fiducia e la partecipazione dei cittadini che vivono a distanze siderali rispetto alla politica. Come il vento vogliamo essere in grado di spingere e trasformare. L’associazione è nata un anno fa, dopo il commissariamento per mafia, perché ci siamo resi conto che fare il proprio dovere non basta, bisogna impegnarsi con gli altri. Foggia non può aspettare di essere aiutata dall'alto oppure da Bruxelles, può rinascere se c'è una partecipazione attiva della sua comunità. La Primavera pugliese di Minervini a Foggia per me non è mai sbocciata”, sottolinea Beneduce, che preferisce non esprimersi sul tema di Amiu e del servizio di igiene urbana. “E’ un argomento difficile, come associazione ancora non siamo entrati nel merito della questione e non vogliamo prendere la parola già su tutto essendo nati da poco. Intendiamo capire con molta umiltà come cosa possiamo fare noi stessi, creando una mappa condivisa e disponibile per tutti sui conferimenti, con cui aiutare i cittadini a gestire al meglio la situazione”.

L’accademico spiega con parole chiare cosa l’abbia spinto ad attivarsi: “Da giovanissimo ero rappresentante degli studenti in Unifg, poi a Roma divenni vicepresidente nazionale dell'Unione degli universitari che era vicino al mondo sindacale. Una volta tornato a Foggia non mi occupai più di politica. Al momento dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, un anno fa, vidi gente festeggiare sui social, davanti alla pagina più brutta per la nostra città. Quella reazione mi ferì profondamente, non c'era niente da festeggiare e lo dico al di là del fatto che la magistratura farà il proprio corso. Dopo un anno siamo un comune commissariato e la città sembra sull'orlo dell'anarchia, tutto sembra possibile nelle strade di Foggia. Non è mai bello quando si cancella la politica da una città. La speranza è che si torni al voto con un sistema di anticorpi, un sistema immunitario che però qui a Foggia si fa ancora fatica a costruire”.

Foggia è una città mafiosa? “C’è la mafia, non c'è bisogno che lo dica io. Questa è una città che si è lasciata scivolare addosso troppe cose per più di 30 anni, facendo finta di niente”.

Nascerà una candidatura dalla neonata associazione? “Dopo lo scioglimento abbiamo molto ragionato su cosa fosse possibile fare per offrire qualcosa di diverso ed alto. Siamo una piccola parte del mosaico, vogliamo essere contagiosi e non necessariamente protagonisti. Non pensiamo alle prossime comunali, il problema è cosa accadrà nei prossimi anni. Stiamo cercando da subito di tessere relazioni il più possibile col mondo associativo. Oggi il dialogo con le istituzioni è al di sotto dei minimi termini, col Comune commissariato non arrivano risposte e c'è un momento di vuoto. Sono i limiti oggettivi del commissariamento. Insieme dobbiamo costruire, da qui alla fine della gestione commissariale, una sorta di resistenza collettiva senza colori politici, evitando di farci strumentalizzare nell'ambito di questa emergenza. Noi prepariamo un percorso associativo che diventi politiche per la città, questo manca nella nostra Foggia, dove le associazioni hanno fatto cose egregie che però non si sono tramutate in altro. Rispetto alle elezioni intendiamo capire le ragioni di chi non vota, perché non ci crede più e si astiene, e quelle di chi il voto se lo vende per poche decine di euro, non credendoci più allo stesso modo. Vogliamo collegare alto e basso”.

Qualcuno storce il naso di fronte alla presenza della pm Bray all’evento di presentazione.

Zone Transition

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“La sua presenza nasce da una chiacchierata, alla pm è piaciuto il nostro progetto e ha deciso di venire a fare saluti introduttivi sui temi della legalità. Crediamo che ogni cosa a Foggia possa essere strumentalizzata, il tutto e il contrario di tutto. Quindi non ci preoccupa ciò che possa essere detto, ci preoccupa piuttosto l'abbandono di troppe persone come noi. Vogliamo stimolare tutti ad essere più attenti e vigili. L'unico vero ospite sarà il Sindaco di Bacoli, che ha portato in una piccola città del Sud partecipazione, trasversalità e capacità di lavorare su tantissimi temi noi. Speriamo che sia utile per la nostra esperienza a Foggia”.

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