Rifiuti, rifiuti e ancora rifiuti. Non c’è una sola via, un solo cassonetto a Foggia che non sia stracolmo di immondizia: la situazione, oggi sempre più al centro di polemiche e dibattiti, è diventata insostenibile. “Ho partecipato volentieri all'assemblea cittadina promossa dal comitato “La società civile” – dice Giuseppe Mainiero - il tema era incentrato sulla opportunità di sottoscrivere il contratto definitivo della durata di 9 anni dopo 9 anni durante i quali (Commissione straordinaria compresa) hanno perseverato nelle proroghe del contratto provvisorio. Nulla da eccepire sul piano formale, ma esiste un tema di "opportunità" ed un altro “sostanziale”.
“Quello di opportunità è legato alla decisione di Commissione straordinaria di vincolare la città ad una loro decisione che di fatto impegnerebbe Foggia per lunghi 9 anni, di fatto privando la comunità foggiana di aprire un confronto ed una riflessione sulla qualità del servizio reso rispetto a quello contrattualizzato. Quello “sostanziale” ovvero di merito attiene alla definizione di un contratto definitivo senza che si sia addivenuti alla chiusura delle partite contabili contenute nel contratto provvisorio. Ovvero la definizione della chiusura contabile del contratto provvisorio e la determinazione del saldo per il servizio reso negli anni 2013 – 2022.
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“È necessario perché in questi anni tanti sono i servizi non erogati ma puntualmente pagati dal Comune di Foggia, si pensi al lavaggio dei cassonetti, delle strade, il servizio di spazzatura. Prima della stipula del contratto definitivo è necessario “ri-fare i conti”, ecco perché la Commissione straordinaria dovrebbe procedere o con una ulteriore proroga, cosa già avvenuta oltre 50 volte, di cui 5 della commissione stessa, o aprire alla definizione di un contratto ponte della durata di un anno utile alla definizione puntuale del pregresso dando così modo agli uffici di procedere ad un piano finanziario e della tariffa TARI puntuale per i foggiani, diverso dall'onere che in questi lunghi 9 anni hanno dovuto sostenere”.
Non c’è ombra di dubbio, Foggia non vedeva così tanta immondizia da almeno dieci anni a questa parte, quando con l’allora Sindaco Gianni Mongelli si dovette fronteggiare una situazione incresciosa che abbracciò tra l’altro, anche il periodo natalizio.
“Non serve personale in più, o Amiu cambia strategia o forse è meglio cambiare Amiu – aggiunge a l’Attacco senza giri di parole Giorgio Cislaghi – non si può viaggiare sempre con una macchina tirandole il collo. Se all’impianto di Passo Breccioso entrano 500 tonnellate di rifiuti al giorno (di cui la metà prodotta dalla sola città di Foggia con circa 150 mila abitanti, ndr), la capacità massima che la struttura può trattare, come si fa a recuperare?”.
“Amiu ci deve spiegare perché non c’è mal comune mezzo gaudio. Bari è pulitissima e non presenta rifiuti per terra, e Foggia sì. Eppure l’Azienda è la stessa, così come gli impianti di smaltimento. Come mai, allora, c’è questa diversa situazione? Purtroppo abbiamo un impianto che nei periodi migliori è addirittura arrivato a dare una mano a Roma, raccogliendo 120 mila tonnellate al giorno.. Come mai, rispetto all’anno scorso, l’impianto non è in grado di smaltire un arretrato? Sono queste le risposte che vogliamo da Amiu. Perché un anno fa Amiu aiutava Roma e oggi non è neppure in grado di soddisfare la provincia? Si vocifera che ci siano problemi all’impianto di bio-stabilizzazione – rincara Cislaghi - a me risulta che sono stati risolti da oltre due giorni. Perché non diminuisce allora il carico dei rifiuti in città? Cari signori che mal gestite Amiu, ce lo volete spiegare? Cari Commissari – continua – siete davvero straordinari nel tutelare gli interessi della città”.
Zone Transition
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“Forse è anche per questo che non c’è neppure una traccia del comitato paritetico che assicura al Comune di Bari e a quello di Foggia un uguale controllo sulla partecipata pubblica. Se manca quel documento, così come recita la delibera 157 del 2014, è difficile poter considerare la stessa Amiu come società in house. Questa è la situazione – conclude Cislaghi – se da un lato c’è un piano dei rifiuti che lascia a desiderare, dall’altro il problema vero è che non diminuisce l’immondizia e la raccolta differenziata è legata al palo. Come si va avanti in queste condizioni?”.