Campi Diomedei rappresenta uno dei parchi più grandi del Sud Italia, eppure non c’è un solo albero capace di fare una vera ombra. A tornare sulla vicenda è Maurizio Marrese, presidente del Wwf Foggia che ha poi detto: “E’ possibile piantare altri alberi ai Campi, penso agli ulivi e alle querce secolari e monumentali, esiste un mercato su tali alberi. Anche sul Gargano le vendono. Ovviamente più grande è la pianta e maggiori sono le cure e l’attenzione che servono per farle attecchire. Servono delle tecniche opportune ma è possibile, sarebbe stato bello piantare ai Campi anche una bella quercia, una roverella, magari simbolo del nostro territorio, del Tavoliere. Penso al Bosco Incoronata, quella è la vegetazione nostra naturale, che cresce spontaneamente. Ovviamente i costi aumentano – evidenzia Marrese - ma l’operazione sarebbe possibile anche per creare disomogeneità in questa landa dei Campi Diomedei che sono oggi solo monotoni. Non c’è gioco di forme e di dimensioni”.
Roverella, Lecci, tutti alberi che meglio si adattano ai nostri climi. O altre specie che possono creare giochi di colori magari con foglie gialle e rosse in autunno, o bei fiori in primavera, come mandorli e ciliegi. “Sarebbe bello vedere una certa varietà all’interno dei Campi – aggiunge Marrese – il progetto di un parco urbano va affrontato con professionalità, servono architetti paesaggisti, botanici specializzati in verde urbano: non può essere trattato come una semplice via cittadina, o una sorta di aiuola. Il parco va progettato in maniera professionale. I costi aumentano sì con un albero più grande – evidenzia – ma con tutti i soldi spesi finora, non ci sarebbero dovuti essere grossi problemi. Sembra che sia stato fatto a risparmio ma non è così, ci è costato molto sia in termini di tempo che di denaro. A mio avviso si poteva fare molto di più”. E sulla vicenda ha detto la sua - a nome di tutto il gruppo consiliare FdI - anche il consigliere comunale Maurizio Accettulli.
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“L’utilità dei parchi urbani è strettamente connessa alla loro fruibilità per tutte le categorie di cittadini, nell’arco di tutte le fasi della giornata. Partendo da questo postulato, duole constatare quanto la fruibilità del Parco “Campi Diomedei”, a dispetto della indubbia bellezza cromatica generata dalla distesa verde che lo caratterizza, sia allo stato attuale molto, troppo limitata. Come chiunque può constatare recandosi al parco nelle ore centrali della giornata nelle stagioni calde come quella che stiamo vivendo in questo periodo, la totale assenza di alberi degni di questo nome e conseguentemente di zone d’ombra funzionali al ristoro di chi non vuole cuocersi fa sì che il parco si configuri come una distesa ardente utile soltanto alla tintarella dei più coraggiosi (o masochisti, a seconda dei punti di vista).
Dalle 10 del mattino fino al tramonto (attorno alle 20), infatti, stazionare al parco è una vera tortura: i pochi e piccoli alberelli posizionati ai margini sono insufficienti, per numero e dimensioni, a dare riparo a chi intende scongiurare surriscaldamenti da insolazione e l’acqua delle fontanelle è letteralmente ardente. Provare per credere. Sarebbe interessante capire se l’esecutivo cittadino, nelle figure assessorili con delega alla gestione ambientale e verde pubblico, ha in animo la previsione di soluzioni atte a sanare questa lampante criticità.
Ad esempio, dal momento che il costo del trapianto di un albero già grande si attesta attorno ai 1000 euro, con meno della metà della spesa prevista per l’eventuale installazione dell’opera d’arte contemporanea ‘Cuori luminosi, finanziata da sponsor afferenti all’imprenditoria locale, si provvederebbe ad una notevole e risolutiva integrazione dell’alberatura. Si badi bene, non si tratta di stilare una soggettiva classifica di gradimento tra i due interventi, ma di pesarne l’oggettiva funzionalità pratica: siamo favorevoli alle installazioni artistiche che diano lustro estetico alla città quindi anche a quella ideata da Felice Limosani ma, nella scala di priorità, servizi, agibilità e sicurezza vengono prima”. Di qui, l’accento di Accettulli sulla necessità di vigilare sull’osservanza di norme e regolamenti.
Zone Transition
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“La totale assenza di vigilanza, com’è ovvio che accada, favorisce le pratiche di inciviltà cui una percentuale della nostra comunità –dispiace sottolinearlo- è avvezza: il degrado generato dalle deiezioni canine disseminate lungo le aree verdi, dalle bottiglie di vetro e dai rifiuti di fast food abbandonati fuori dai cestini (spesso pieni) imporrebbe un presidio fisso e rigoroso da parte della polizia municipale”, conclude poi Maurizio Accettulli.