Capoluogo verso elezioni. Agli occhi dei cittadini conterà più nome del Sindaco che programma elettorale

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In vista delle future elezioni amministrative in Foggia, che si terranno presumibilmente a cavallo tra l’ottobre e il novembre dell’anno, i due principali schieramenti politici locali stanno iniziando faticosamente a elaborare le rispettive strategie elettoralistiche sia per individuare il candidato Sindaco sia per delineare un programma politico-amministrativo per il successivo quinquennio di governo cittadino. Naturalmente ciascuno di questi due aspetti è influenzato dal fatto che la Città in quel periodo rinverrà da un lunghissimo periodo di commissariamento ministeriale iniziato nel lontano maggio 2021, per cui ciascuna formazione politica locale avrà ben presente (o dovrebbe avere ben presente) che sin da sùbito dopo le elezioni esploderanno le tensioni sociali represse lungo quei circa 29 mesi di amministrazione staordinaria e quindi che lo schieramento vittorioso dovrà gestirle attraverso una gestione certamente piena di criticità.

Questa considerazione ci conduce a concludere che il primo aspetto di cui discutiamo - cioè la elaborazione dei programmi elettorali - nella situazione concreta di Foggia è pressappoco un vaniloquio, un esercizio di pura retorica che assumerà pressappoco la forma del temino con i pensierini da quinta elementare di sei sette otto slogan buoni per tutti gi usi (meno rifiuti, rifacimento delle strade, più lavori “socialmente utili” e qualche altra promessa elettoralistica tratta dal repertorio tradizionale), mentre i problemi che la futura Amministrazione elettiva si troverà ad affrontare saranno di livello e gravità assai diversi e maggiori.

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Piuttosto, assume importanza di gran lunga superiore il problema della individuazione del futuro candidato Sindaco. Su questo punto vogliamo dire la nostra con assoluta chiarezza, anche a costo di incorrere nel dissenso di certi benpensanti del politicamente corretto che comunemente sostengono il mantra secondo cui “prima dobbiamo elaborare i programmi e solo dopo penseremo a individuare il candidato” (al quale assai probabilmente non credono neppure loro).

Intanto partiamo dalla premessa che quando una formazione politica scende nella competizione elettorale deve farlo con la convinzione di vincere e non per solo onore di firma, e cioè per puro impegno civile che può giungere all’ estremo di mettere in preventivo il risultato di ottenere un semplice “diritto di tribuna” nella futura Assise soltanto per mettersi a criticare di tutto ma senza alcuna speranza di incidere nel governo cittadino. Questo concetto elementare di scendere in campo per vincere e non semplicemente per partecipare è alla base delle decisioni nella scelta di chi dovrà rappresentare i rispettivi schieramenti come candidato Sindaco.

Stabilita questa premessa, si deve considerare che ai nostri giorni la spettacolarizzazione della politica e la comunicazione massmediatica incentrata essenzialmente sulle persone ha determinato la netta polarizzazione dell’ interesse sulle figure dei personaggi delle scene politiche, mentre le idee - e per l’appunto, i vaniloqui definiti “programmi”- sono divenuti del tutto secondari. Pertanto siamo fermissimamente convinti che nella percezione degli elettori la figura del candidato Sindaco sia di gran lunga più importante - diciamo un fattore venti a uno - rispetto al mitico “programma”che il suo schieramento comunque andrà a proporre per rispettare le forme politiche d’ uso attraverso quel rituale irrilevante rappresentato dal “temino sui pensierini” elettoralistici di cui si è detto in precedenza.

La conclusione del sillogismo fra queste due considerazioni è semplice: poiché si deve competere per vincere, e poiché il fattore decisivo è la figura del candidato Sindaco, ne deriva che o in campo viene messo un personaggio idoneo alla contesa, o la sconfitta è certa. Pertanto, con buona pace di chi sostiene il contrario, innanzi tutto dovrà essere individuato il candidato Sindaco per ciascuno schieramento e, una volta proposto all’elettorato un certo personaggio, per definizione il candidato “è” il programma.

Azzardiamo i pronostici sulla conduzione della futura campagna elettorale.

Nel campo del centrosinistra le dirigenze faranno finta di baloccarsi con i discorsi sul “programma che viene prima dei candidati” secondo la tradizione comunista risalente ai tempi di don Camillo e Peppone, fino a poco tempo prima delle elezioni e cioè fino a quando i vertici nazionali del PD e del M5S non compiranno il passo decisivo di proclamare in modo ufficiale l’apparentamento elettoralistico secondo la “formula Emiliano ”.

A quel punto quella coalizione si troverà a un bivio. O mettere come candidato Sindaco di Foggia un esponente M5S “di apparato” tratto dalla Regione o dal Parlamento Europeo, entrambi in scadenza e di quasi impossibile riconferma in quei ruoli attuali (un paio di nomi potrebbero intravvedersi sin da adesso), ma rischiare una batosta determinata proprio dal portabandiera targato M5S : infatti nella prossima amministrazione di Foggia, diversamente da quanto avvenuto in sede nazionale con i soldi dell’ Erario pubblico, non sarà nella disponibilità di quel candidato promettere né bonus edilizi nè redditi di cittadinanza ; mentre d’altro canto il M5S in quanto tale a Foggia è identificato come chi il commissariamento straordinario del Comune in pratica ce lo ha chiamato in casa sollecitando la ispezione prefettizia e che, parlando di antimafia a ciclo continuo, finirebbe per indispettire ulteriormente la massima parte dell’ elettorato cittadino con discorsi jettatorii che non porterebbero alcun costrutto alle orecchie dei concittadini.

Oppure cambiare clamorosamente strategia elettoralistica e sperare di convincere un giovane e stimato amministratore di una grossa realtà imprenditoriale locale (il personaggio è noto a tutti) ad accettare la candidatura, che tuttavia fino a questo momento egli sembra rifiutare per non trascurare o forse, e più precisamente, per non condizionare per le troppe e inevitabili polemiche politiche i suoi interessi aziendali.

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Invece nell’avverso campo del centrodestra le cose sono più semplici: deciderà Fitto. In definitiva, se le future elezioni amministrative in Foggia rappresenteranno “la battaglia di Stalingrado” nei prossimi equilibri politici della Puglia, si può plausibilmente immaginare che esse riproporranno il tradizionale duello Emiliano-Fitto in forma diversa dallo scontro diretto una sorta di derby pugliese giocato per procura ma con la non lieve differenza rispetto al passato che in questo preciso momento storico l’ uno gestisce i denari del PNRR mentre l’ altro no. Di conseguenza, e volendo dire le cose con la necessaria schiettezza: il candidato indicato dal primo potrebbe parlare a ragion veduta di denaro e di cose concrete da finanziare con il PNRR, mentre il candidato indicato dal secondo dovrebbe limitarsi alle fumisterie. Agli elettori l’ ardua sentenza.
(Salvatore Russetti per l’Attacco)

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