Casa, dolce casa... I rossoneri ritrovano lo Zaccheria

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Tutto è bene quel che finisce bene. Il Calcio Foggia 1920 e il Comune di Foggia hanno raggiunto l’accordo per l’utilizzo dello Zaccheria da parte dei rossoneri per la stagione calcistica in corso. Lo ha ufficializzato la stessa amministrazione attraverso una delibera della Commissione Straordinaria.

Scritto, dunque, il lieto fine per una vicenda che negli ultimi mesi ha vissuto più di una pagina contorta e controversa: dalle procedure di gara andate deserte alle dichiarazioni inequivocabili dello stesso presidente Nicola Canonico, che nel giorno della presentazione ufficiale dell’ormai ex tecnico Roberto Boscaglia nello scorso luglio aveva chiuso ad ogni possibile accordo: “Non parteciperemo al bando per l’assegnazione in gestione dell’impianto - aveva sottolineato il patron -. Non siamo intenzionati a sopportare costi di gestione così ingenti. La scorsa stagione lo Zaccheria mi è costato qualcosa come 400mila euro, e francamente mi sembra un’esagerazione”.

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Cifre ingenti, come quelle della gara con procedura aperta dello scorso 30 giugno che prevedeva un canone annuo di 69mila euro da corrispondersi per la gestione dell’impianto di viale Ofanto, e altri 13mila di iva per l’utilizzo degli impianti pubblicitari e dell’area ristoro. Il che avrebbe fatto lievitare il canone annuale a 82mila euro, e quella totale per il successivo triennio 246mila, oltre all’aggiunta del 5% sugli incassi.

Un esborso che ha spinto la società rossonera a cambiare strategia, e ad utilizzare lo Zaccheria solo in occasione delle partite ufficiali di campionato e Coppa. Una scelta certamente più economica (visto che il noleggio giornaliero dell’impianto ammonta a “soli” 5mila euro, oltre il 10% sugli incassi), ma di sicuro poco funzionale. Una querelle, insomma, che alla fine ha inevitabilmente portato ad un avvicinamento delle parti.

Da un lato l’amministrazione (con al vertice i commissari prefettizi) bisognosa di scaricare il peso economico gestionale dello stadio, soprattutto dopo il buco nell’acqua provocato dall’avviso esplorativo scaduto il 12 settembre scorso per “acquisire manifestazioni di interesse di operatori economici”.

Dall’altro una squadra senza casa, all’alba di una rincorsa ancora tutta da vivere, dopo l’avvio traumatico in campionato. Di quì l’auspicato accordo, ben distante però da quelle che erano state le iniziali pretese del Comune.

“Il canone dovuto dalla società Foggia Calcio s.r.l. per la gestione relativa alla stagione ‘22/2023 - evidenzia la delibera - è stato quantificato partendo dal canone annuo a base d’asta, di cui alla procedura di gara aperta andata deserta, a cui è stata applicata una riduzione agevolata del 10% e una successiva decurtazione dei costi sopportati dalla Società per n. 3 partite di campionato già giocate presso lo stadio (il quantum versato per i singoli incontri è quello stabilito con la Delibera Commissariale con i poteri della Giunta Comunale n. 84 del 14.07.2022) e del costo relativo alla spesa a carico dell’Ente per l’impiego di n. 40 stewards a partita.

L’accollo di tale ultima spesa a carico dell’Ente è stato definito in sede di CPVLPS (10 agosto ‘22) e GOS”. Tradotto in cifre poco più di 17mila euro annui, ai quali dovranno sommarsi i 41mila euro per l’impiego di 40 steward.

Zone Transition

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I prossimi saranno i giorni dedicati alla stipula degli accordi, ma il Foggia nel frattempo può già dire di essere tornato finalmente a casa.

Roberto Ciavarella

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