Terminerà il 25 febbraio 2023 il mandato di 18 mesi della commissione straordinaria in carica presso il Comune di Foggia. La richiesta di proroga per altri 6 mesi è stata inviata al prefetto Maurizio Valiante, primo passo per ottenerla dal Viminale. Da ciò dipende la data del ritorno alle urne dei foggiani: in primavera o in autunno a seconda che la proroga sia negata o invece concessa, come avviene per prassi. I partiti cosa ne pensano? Anche FdI ha definito giorni fa “veramente deludente” il lavoro dei commissari.
“A Foggia abbiamo bisogno di una classe dirigente responsabile e non di tifoserie”, esordisce a l’Attacco il neo deputato di Fratelli d'Italia Giandonato La Salandra, reduce con la neo senatrice Annamaria Fallucchi dall’assemblea romana di tutti i parlamentari del partito con la leader e presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni. Il quarantenne avvocato si è reso disponibile a far parte della Commissione Agricoltura, “una priorità” per lui.
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“In primis, bisogna avere consapevolezza delle ragioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Foggia e bisogna conoscere la normativa”, spiega. “E’ sulla base di questo che si possono sviluppare le opportune considerazioni. In secondo luogo, bisogna conoscere le attività che la commissione straordinaria svolge, attività che si possono concludere o meno nei tempi del loro mandato. La prassi è sicuramente a favore della proroga per i commissari. Purtroppo, questa è una città che all'indomani dell’insediamento della commissione di accesso ha iniziato a vivere su un sistema di tifoserie: dapprima quella felice per la commissione d'accesso e poi delusa dallo scioglimento perché voleva andare velocemente al voto; poi la seconda tifoseria per la quale il centrodestra era tutto marcio e quindi il governo della città doveva passare al centrosinistra; infine c’è il centrodestra, che rimane nella propria condizione di dover iniziare un dialogo con la comunità e avviare un percorso di ricostruzione di se stesso, prima ancora di parlare di elezioni comunali. Le politiche sono ovviamente diverse profondamente diverse dalle elezioni amministrative. C'è un tessuto politico da ricostruire”, analizza l’ex co-coordinatore provinciale di FdI.
“La relazione sullo scioglimento attraversa quasi 15 anni della storia di questa città. Noi non sappiamo che fine abbia fatto il ricorso al TAR Lazio contro lo scioglimento né conosciamo i motivi per cui è stata richiesta la proroga dalla commissione straordinaria. La domanda da porsi non è quando si andrà a votare e quando la politica tornerà alla guida di Palazzo di Città, altrimenti continueremo a ragionare come tifoserie. Bisogna invece chiedersi cosa hanno fatto i commissari, la cui attività non è solo quella amministrativa esterna ma è fatta anche di regolamentazione interna. Com’è noto, i commissari relazionano al prefetto su quello che hanno fatto rispetto alla bonifica dalle infiltrazioni. Credo che la commissione abbia posto in essere tutta una serie di attività in linea con la normativa, il punto è capire se siano sufficienti o meno rispetto al compito di bonifica loro affidato”. Appunto: una bonifica parziale c’è stata sinora? “Non posso rispondere perché non conosco gli atti della commissione. Non mi sorprenderebbe la proroga, del resto dal ‘91 ad oggi viene concessa perché un consiglio comunale viene sciolto per mafia non per 1-2 casi ma per un sistema molto radicato e profondo”.
La Salandra non è preoccupato di quando si tornerà alle urne. “Se si va al voto ad aprile qualcuno dovrà certificare che il Comune è stato bonificato, sebbene poi ci siano stati casi di Comuni sciolti più volte. La domanda è se è l'attività di bonifica abbia avuto effetti positivi. Gare, affidamenti e altri atti solo altre cose. Se si dovrà votare ad aprile saremo pronti ad aprile, idem qualora se ne parlerà a novembre. Quello che non cambia è ciò che è fondamentale per noi: confrontarci prima al nostro interno, perché dopo lo scioglimento nel centrodestra non si è più dialogato e non si è parlato più. Ora è arrivato il momento di riprendere quel confronto tra le forze politiche della coalizione. Peraltro, per me il centrodestra deve aprirsi a tutte quelle realtà che costituiscono il tessuto sociale di Foggia”.
Il centrodestra, dato per morto dopo lo scioglimento e l’inchiesta sulla corruzione in Comune, trarrà nuova linfa dal vento in poppa nazionale? Nel Pd qualcuno è convinto che il centrodestra non smani di andare al voto in primavera visto che nel capoluogo daunio la parte del leone alle politiche l’ha fatta il M5S col 45,60%. “L'effetto vento in poppa è relativo. Nel 2014 e nel 2019 il centrosinistra era certo di vincere e sappiamo com’è andata. Quanto ai pentastellati, non c’è più il M5S ma il partito di Conte, con altre logiche e con un'identità forte. Credo che l’attuale priorità del M5S sia dialogare a Foggia col centrosinistra. Il centrodestra ha un proprio campo elettorale, ma va ripreso il dialogo o non ci sarà vento in poppa che terrà”.
La Salandra ha le idee chiare: “Il M5S oggi è una forza politica molto diversa da quella del passato. Nel 2018 prese oltre il 50% a Foggia, se io come centrodestra mi prendo quelli che stavolta non li hanno votati sono più che contento. Io punto a tutto ciò che non è centrosinistra, il centrodestra questo deve fare. Siamo il centrodestra legato a Pinuccio Tatarella”.
Il percorso dei partiti, in vista delle comunali, è partito. “Ci sono stati dei contatti”, ammette La Salandra. “Non appena avremo le carte con i motivi della richiesta di proroga la macchina si metterà in moto ufficialmente”.
Zone Transition
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C’è una FdI ancora commissariata in Capitanata. Fino a quando lo sarà? “Ora abbiamo il primo governo di destra-centro della storia, poi dovremmo discutere della provincia di Foggia. Qui c’è una classe dirigente che ha dimostrato di essere presente su tutto, un partito che presenta regolarmente le liste in tutti i tipi di elezioni. Ci avevano dati per morti e spacciati, abbiamo dimostrato che non è così. Faremo valutazioni col commissario Bignami, con l'altra parlamentare Fallucchi e con i dirigenti nazionali”.