“Sventato il "Sacco di Foggia". Due tegole, complessivamente di oltre 10 milioni di euro, che pendevano sulle tasche dei foggiani”. Così l’ex consigliere comunale e candidato Sindaco Giuseppe Mainiero (oggi leader del movimento civico Resto a Foggia) commenta quelle che definisce “due ottime notizie per la città e per i foggiani”. Il riferimento è alle annose vicende Later.Fin per il palazzo di via Gramsci e Impredil.
“Sono datate, parliamo di circa vent'anni fa”, spiega. “L'allora Sindaco Agostinacchio, non pago dell'affarone Federico II che dilapidò le casse comunali, acquisì per gli uffici comunali il palazzo ex Telecom in via Gramsci. Al danno la beffa: il Comune rischiava la restituzione del palazzo, dopo averlo di fatto pagato quasi per intero, e rischiava pure di essere condannato al pagamento di una penale di oltre 5 milioni. Ma non sarà così. Il giudice d’appello ha ricondotto la querelle nella giusta soluzione, Foggia non subirà l'ennesimo sacco. Later.Fin cederà la proprietà dell'immobile e il Comune di Foggia verserà circa 930mila euro per i canoni di leasing non corrisposti, e altri 500mila euro per il periodo relativo all'occupazione dell'immobile nel primo semestre 2015. Insomma, qualcuno ci aveva provato. Ora si dovrà decidere cosa fare di quel Palazzo semivuoto”.
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Un’operazione partita tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, quando sindaco era Agostinacchio, e l’impresa barese di Fantini iniziò a interfacciarsi col Comune tramite un intermediario, il professor Enrico Castellano. Anziché contrarre un mutuo per l’acquisto di una palazzina, il Comune stipulò nel 2002 un leasing (vale a dire un contratto di locazione finanziaria) con la Later.Fin., impresa che si era costituita da pochissimo e che avrebbe incassato per tale affare la bellezza di 20.999.975,8 euro oltre IVA. Il contratto prevedeva una durata di 12 anni e sei mesi, con decorrenza dal 1° gennaio 2003 e scadenza al 30 giugno 2015. L’importo sarebbe stato versato “anticipatamente in 46 canoni trimestrali”.
Nel momento in cui mancava l’ultima rata del leasing (pari a 928.223,00, oltre IVA), nel 2015, il dirigente dei Servizi finanziari Carlo Dicesare si accorse che l’impresa aveva iscritto ipoteche sull’immobile e avvisò la Later.Fin. che finchè non fosse stato liberato da tali ipoteche non vi sarebbe stato il pagamento della tranche conclusiva. Affidandosi al professor Porcelli l’amministrazione Landella nel 2016 fece causa per adempimento in forma specifica, visto che per contratto la srl era obbligata a trasferire l’immobile locato “libero di pesi, vincoli o ipoteche ove ne risultasse gravato ed a richiesta di chi di ragione” o a pagare una penale di 5.594.974 euro.
Una causa dall’importo multimilionario che in primo grado decisa a marzo 2021 da un giudice onorario del Tribunale di Foggia, la dottoressa Francesca Siciliani, che dichiarò la risoluzione del contratto per fatto e colpa del Comune di Foggia, condannato al rilascio immediato dell’immobile e alla corresponsione in favore della Later.Fin della bellezza di 8,8 milioni di euro. Il 3 agosto 2021 la Later.Fin.srl in liquidazione notificò al Comune di Foggia l’atto di precetto, in forza della sentenza, con il quale intimò il rilascio dell’immobile. Il Comune di Foggia fece opposizione al precetto di rilascio ma il giudice Lenoci rigettò l’istanza di sospensione avanzata dall’ente.
Il riferimento fatto ora da Mainiero è all’ordinanza adottata il 20 luglio scorso dalla Corte di appello di Bari, Seconda sezione civile, rispetto all’appello proposto dal Comune contro la sentenza di primo grado. Nell’ordinanza il giudice di appello parla della “necessità di sottoporre alle parti la questione della eventuale nullità per indeterminatezza della clausola contenuta nel contratto di leasing stipulato il 15 novembre 2002 (relativamente al diritto di riscatto dell’amministrazione comunale), poiché la clausola non contiene l’indicazione del comportamento inadempiente del Comune che potrebbe escludere il diritto di acquistare l’immobile concesso in leasing; nel caso in cui si ravvisasse la nullità della clausola che potrebbe configurare la condizione sospensiva alla quale sarebbe subordinato il diritto di acquistare la proprietà dell’immobile da parte del Comune, si potrebbe ritenere come non apposta tale condizione”.
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Inoltre il giudice sottolinea “l’opportunità di proporre alle parti la seguente ipotesi conciliativa della controversia: Later.Fin. trasferirà al Comune la proprietà degli immobili; il Comune le verserà 928.233 euro oltre Iva per il riscatto dell’immobile nonché 928.245 euro oltre Iva a titolo di canoni di leasing non pagati; infine altri 556.933,80 euro per l’uso dell’immobile dal 1° gennaio 2015 fino al 30 giugno 2015.
Prevista l’integrale compensazione delle spese processuali di entrambi i gradi del processo. La prossima udienza è stata fissata al 28 ottobre prossimo.