Manca ormai davvero poco a sabato 24 settembre, giorno in cui l’assemblea ordinaria di Confcommercio Foggia si riunirà per eleggere i nuovi organi dopo il decennio targato Damiano Gelsomino. Il presidente uscente continua a parlare di “ascolto della base” e di indicazione “unanime” del suo candidato, il big dei trasporti Antonio Metauro (l’unico di cui si fa cenno sul sito dell’organizzazione senza alcun cenno all’altro candidato) ma i fatti sconfessano entrambe le affermazioni. Gli oppositori di Gelsomino, che per un anno ne hanno contrastato le mire di un terzo mandato, hanno annunciato la candidatura del più grande operatore turistico viestano, Gigi Manzionna.
Su Fb è stata creata la pagina “Nuove prospettive per Confcommercio Foggia”, “con l’intento di alimentare una sana discussione tra i soci”. Ma anche al di fuori del gruppo di Manzionna si registrano voci critiche, come quella di Vincenzo Specchio, presidente dell’associazione a Cerignola, che chiede vera rappresentatività per i territori di Capitanata a cominciare dalle macroaree. Specchio, che è stato anche consigliere comunale nella città ofantina negli scorsi anni, sottolinea inoltre i rischi connessi al sistema delle deleghe.
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“La convocazione dell’assemblea è avvenuta nei termini ma in maniera improvvisata, voglio proprio vedere quanti iscritti da tutta la provincia si presenteranno sabato alle ore 14:30 a Foggia in piena campagna elettorale per le politiche del giorno dopo”, afferma a l’Attacco il cerignolano.
“Si rischia di non coinvolgere la maggior parte degli iscritti di Confcommercio. Io credo che si sia voluto mettere in piedi una situazione in cui prevarrà la logica delle deleghe, che vengono autenticate dal presidente uscente e dalla direttrice facente funzioni (Stefania Bozzini, ndr). E’ come se avessimo da una parte un candidato che non può giocare con 11 giocatori in campo e dall’altra un candidato che oltre ai suoi 11 giocatori parte con con due gol di vantaggio. Per me si sono strutturati in maniera non pulita per vincere e per portare avanti la linea della continuità. La mia opinione è che il presidente uscente non poteva neanche convocare l'assemblea elettiva, visto che bisognava attendere l'udienza del 26 settembre sul ricorso presentato ex articolo 700 per la convocazione in via d'urgenza dell'assemblea elettiva. Sono presidente di Confcommercio a Cerignola ma parlo da semplice iscritto: la situazione che si è venuta a creare in Confcommercio da un anno, con una spaccatura mai vista prima, mi fa un po' schifo. Io sarei d'accordo rispetto a qualunque candidato presidente a condizione che valorizzi il territorio”, continua Specchio.
“In giunta non possono esserci solo le 7 persone più fedeli e funzionali al presidente. La giunta deve essere rappresentativa almeno delle macroaree di Capitanata, ovvero Foggia, Gargano, San Severo, Cerignola, Lucera. Non so poi come si faccia a parlare di scelta unanime del candidato presidente visto che esiste un secondo candidato e che da un anno va avanti questa contrapposizione. E poi Gelsomino ha parlato di ascolto della base: voglio sapere dove, quando e chi avrebbe ascoltato la base. Nessuno è stato coinvolto, neanche noi del consiglio generale – che siamo circa 30-40 persone tra tutti i presidenti di categoria più quelli delle delegazioni – siamo stati interpellati. Come si fa a dire allora che è stata ascoltata la base?”, evidenzia il cerignolano.
“Cerignola non è stata convocata. Come nascerà la prossima giunta? In questo momento Cerignola sta valutando da che parte stare. Gelsomino e Metauro non si sono fatti sentire, a differenza del gruppo di Manzionna che ci ha contattato dicendo che il territorio cerignolano sarà rappresentato. Io valuterò quello: voglio che il mio territorio sia rappresentato in giunta ma lo voglio anche per le altre macroaree. Già il fatto di chiedere come altri la pensino per me fa la differenza. Confcommercio deve rappresentare il territorio e non essere espressione del presidente, altrimenti si perde ciò che deve essere un sindacato. In questo senso Cerignola non è stata considerata, non da ora ma da tempo. Fin quando il mio territorio e la mia città non verranno considerati io sarò distante da queste logiche. La mia Confcommercio ideale è quella che riunisce ogni due mesi i vari presidenti, che parla con gli amministratori locali, etc.”.
Gli addetti ai lavori hanno sottolineato a l’Attacco come la tecnostruttura di via Miranda abbia un grande peso sul voto, nonostante le dichiarazioni ufficiali di neutralità.
“E’ sbagliatissima qualunque indicazione che venga dai funzionari, loro devono fare i funzionari. Ma è innegabile che accada, è sempre stato così. E’ come se il presidente zonale o provinciale dipendesse dalle indicazioni dei funzionari”.
Gelsomino ha perorato l’elezione di Metauro quale suo successore definendolo competente, la persona giusta, e mostrando invece di non ritenere Manzionna all’altezza del ruolo. Quale che sia l’opinione dell’uscente, Manzionna è da 40 anni legato alla storia di Confcommercio laddove Metauro è stato sempre lontano dalle vicende associative e invece espressione di Confindustria.
“Non avevo mai sentito nominare Metauro”, ammette Specchio. “Mi sono chiesto perché Metauro, che non conosco, si candidi a presidente. Forse gli è stato detto da Gelsomino che vincerà e che lui sarà al suo fianco. Io non ho nulla contro Damiano, un ottimo imprenditore, ma non mi piacciono i meccanismi messi in atto. La gestione di Confcommercio non deve essere personalistica. Metauro non l’ho mai sentito nominare in Confcommercio mentre conoscevo il nome di Manzionna, sapevo che è un socio da molti anni. Io sono iscritto da 25 anni, con mio padre arriviamo a 70. Vedere arrivare da fuori un candidato presidente mi fa chiedere perché ciò avvenga quando ci sono tanti che sono iscritti da una vita a Confcommercio. Forse non siamo bravi e capaci?”.
Zone Transition
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La speranza, adesso, è che il voto di sabato avvenga nella maniera più corretta e serena possibile.
“Per me è giusto che ci siano proposte differenti, è proprio di un sistema democratico. In Confcommercio spesso si viaggia sull'idea del candidato unitario ma per me possono perfettamente esistere più candidati. Mi andrebbe bene pure che un terzo candidato si facesse avanti. Ciò che per me dovrebbe sparire è il meccanismo della delega, che è un voto falso camuffato. Vorrei solo il voto in presenza. Tutto avvenga in maniera onesta, ovvero portando i propri sostenitori a votare, senza le deleghe”, conclude Vincenzo Specchio.