Sono sempre più trasversali le perplessità sulla efficacia degli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Dall’ex Commissione parlamentare antimafia presieduta da Nicola Morra (che ha licenziato come ultimo atto una proposta di revisione della normativa dell’art.143 del TUEL) al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha bocciato l’operato dei commissari straordinari del Comune di Foggia. Il Comune capoluogo tornerà al voto in autunno dopo ben 29 mesi di commissariamento, una situazione al limite dell’incostituzionalità secondo alcuni giuristi. E non v’è alcuna certezza che una così lunga sospensione sia servita almeno ad una effettiva bonifica dell’ente dai fattori causa del rischio di condizionamento malavitoso. In totale sono ormai 5 i casi in Capitanata di consigli comunali sciolti per tale motivo, col sesto (Orta Nova) in arrivo.
Nel governo Meloni ci sarebbe l’intenzione di riformare la legge e lo stesso ministro Piantedosi ha manifestato in Consiglio dei ministri le proprie riserve e rimarcato la necessità di aprire una riflessione perché l’attuale meccanismo non funziona come dovrebbe. Sono questi i temi che l’Attacco ieri ha sottoposto a Piantedosi, rimarcando anche l’elevatissimo numero di interdittive antimafia adottate dalla Prefettura negli ultimi anni.
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“Quando si parla degli strumenti di prevenzione antimafia in senso critico bisognerebbe sempre chiedersi cosa sarebbe successo in loro assenza”, ha esordito il ministro. “Non so quale sia il dato delle imprese fallite in conseguenza di una interdittiva antimafia, non è quello il compito dell’atto. Non può certo fermarsi di fronte alla possibilità o meno del fallimento. Però la normativa antimafia si è di recente sempre più evoluta prevedendo delle correzioni o dei cuscinetti. Penso a tutte quelle ipotesi di natura collaborativa in cui la Prefettura, prima di adottare una interdittiva, dà al soggetto interessato la possibilità di poter emendare la compagine sociale, le cose che non vanno. E ciò proprio al fine di preservare la parte sana dell’attività. Proprio oggi leggevo di una pronuncia giurisprudenziale sulla possibilità dell’applicazione del controllo giudiziario anche in caso di negata iscrizione alla White List. Insomma, oggi l’ordinamento ha ben presente la necessità di utilizzare al meglio ogni compensazione tra intervento di natura interdittiva e la preservazione del patrimonio, della capacità produttiva e dei lavoratori dell’impresa”, ha aggiunto Piantedosi.
“Penso che si possa sviluppare un ragionamento sull’istituto dello scioglimento dei consigli comunali per condizionamenti della criminalità organizzata. Non vi è dubbio che lo strumento ha rivelato, negli anni, una oggettiva difficoltà ad essere performante rispetto ai suoi obiettivi, cioè lo sradicamento di ogni condizionamento e dunque la rinascita dell’amministrazione. Ho parlato col commissario straordinario del Comune di Foggia, dove i problemi sono talmente tanti che risolverli in due anni è oggettivamente complicato, peraltro con poteri che pongono cautele sulle formule di riorganizzazione”.
In realtà addirittura 29 mesi, come ha sottolineato il direttore de l’Attacco Piero Paciello. “Lasciamo stare Foggia”, ha replicato Piantedosi. “Se parliamo in via generale agire per sradicare certi fattori di condizionamento, ad esempio facendo gare d’appalto in un certo modo, è oggettivamente complicato. D’altra parte ci sono stati casi in cui enti caratterizzati da nuovi amministratori che si ripromettevano di dare inizio ad una nuova stagione sono stati comunque attinti da fenomeni che avevano pervaso la struttura dell’ente in passato”.
La promessa del ministro è stata chiara: “E’ una riflessione che porterò all’attenzione dei miei colleghi di governo, peraltro c’è già un tavolo di studi al Ministero dell’Interno. Si può pensare, trasponendo la filosofia che già c’è stata sul versante delle interdittive, di valutare se può essere il caso di valutare – come formula intermedia tra il mancato scioglimento e lo scioglimento – laddove ce ne sono i presupposti, di formule di accompagnamento e sostegno delle amministrazioni. Mi riferisco a quegli enti che registrano al proprio interno qualche problema che magari non rende conveniente sciogliere ma rende possibile un sostegno all’amministrazione, sempre al fine di tener fuori gli interessi criminali dall’azione amministrativa, senza necessariamente decapitare l’amministrazione. Questa è la riflessione che faremo”.
L’opinione pubblica appare sempre più critica rispetto all’operato delle gestioni commissariali, aumentano progressivamente coloro che ne rimarcano inerzie o decisioni assunte senza l’ascolto delle comunità e magari vincolando per molti anni a venire la città (come avvenuto a Foggia col rinnovo per altri 9 anni in favore della partecipata barese Amiu Puglia spa).
Zone Transition
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“La sensazione probabilmente è quella, ma andrebbe fatta un’analisi di quanto nei territori sia fastidio per la capacità dello Stato di intervenire e bloccare certi processi”, ha commentato Piantedosi. “C’è un po’ di tutto: c’è la mancata soddisfazione di chi dallo Stato si attendeva qualcosa di più, ma c’è anche chi si lamenta di quel poco che lo Stato è riuscito a fare. A parte questo, sicuramente c’è una valutazione oggettiva sugli aggiornamenti che possono essere fatti”.