Sono appena 350 i foggiani ammessi nella graduatoria definitiva per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica disponibili e che si renderanno disponibili a Foggia, attesa sin dal bando del 2021. L’adozione degli atti è avvenuta nelle scorse ore da parte del dirigente ad interim delle politiche abitative, ovvero il segretario generale Alfredo Mignozzi. Il bando fu pubblicato ai tempi dell’amministrazione Landella, a dicembre di tre anni fa, e l’anno dopo, a luglio 2022 fu approvata la graduatoria provvisoria contro la quale pervennero 172 ricorsi in opposizione alla commissione provinciale Erp. I lavori della commissione terminarono a gennaio scorso in merito all’esame dei ricorsi e lo scorso 16 aprile fu svolto il sorteggio pubblico, a cura del segretario generale, per rideterminare la collocazione dei concorrenti con parità di punteggio. Ebbene, dalla graduatoria definitiva emergono 350 ammessi, sul totale di 740 domande presentate, a fronte di 390 esclusi. “Prima dell’assegnazione degli alloggi sarà verificata la permanenza dei requisiti previsti per l’assegnazione”, precisa Mignozzi, ricordando che “la graduatoria definitiva sostituisce ogni graduatoria esistente”.
L’alto numero di domande falcidiate non rappresenta una sorpresa per i lettori de l’Attacco: come era stato spiegato sin dal 2022 su queste colonne dall’ex presidente della commissione Erp Pino Maestri e dal componente Paolo Belmonte (ex presidente dello Iacp di Foggia) fu posto in commissione il caso legato all’articolo 5, comma 4, del bando, per il quale “le domande non saranno ritenute ammissibili e, pertanto, non costituiranno oggetto di valutazione nella procedura concorsuale per mancata sottoscrizione autografa e consegna della ricevuta”. E difatti nell’elenco degli esclusi si spiega che per quasi tutti la ragione è la “mancanza di dichiarazione sottoscritta su documento di riconoscimento”.
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Belmonte e Maestri si astennero dall’analisi dei ricorsi rilevando l’improcedibilità dell’istruttoria, a fronte dell’ampia penalizzazione dei partecipanti scaturita da quella previsione normativa. Belmonte suggerì invano all’allora dirigente comunale alle politiche abitative Silvana Salvemini di avviare il soccorso istruttorio per la regolarizzazione delle domande in modo da farle rientrare. Un problema creato nella redazione del bando, fatto che può rivelarsi deleterio per l’ente comunale davanti al Tar.
“Sicuramente questo bando avrà degli strascichi”, commenta un addetto ai lavori. “Sarà anche il caso di cominciare a verificare tutte le convenzioni stipulate con costruttori e cooperative, ovvero bisogna capire se ad oggi hanno consegnato le case pattuite dietro autorizzazione a costruire fuori dall’ultimo Prg ed assegnazione delle cosiddette volumetrie disperse ed ex suoli Iacp retrocessi al Comune”.
Zone Transition
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Nel 2021 fu pubblicata la precedente graduatoria definitiva (sul bando del 2016, dopo 12 anni da quello del 2004): allora ci furono 220 ricorsi in opposizione e 706 ammessi. Insomma, si è passati a poco meno della metà. Ad ogni modo è una notizia importante, perché c’è finalmente un dato certo da cui partire rispetto alla domanda del fabbisogno abitativo. Chi ha avuto assegnazioni provvisorie e si trova ai primi posti della graduatoria vede ora quella assegnazione diventare definitiva. Una graduatoria che si riferisce a criteri del 2021. E dal momento che per legge il bando va fatto ogni 4 anni il prossimo è atteso per il 2026.