Per il professor Riziero Zucchi - docente di Pedagogia speciale all'Università di Torino, ideatore e promotore della “Pedagogia dei Genitori” - lo smantellamento della scuola dell’infanzia comunale decretato dalla commissione prefettizia si tratta di “una perdita incredibile per Foggia, in termini di ricchezza di capitale sociale fatto di competenze educative maturate in 30 anni di esperienza sul campo”, come confessa a l’Attacco.
Zucchi conosce bene la realtà scolastica del capoluogo daunio: attraverso Coeduca (manifestazione tutta foggiana - nata su ispirazione di Alain Goussot e promossa dalla casa editrice Il Rosone - che sponsorizza la Rete Metodologia Pedogogia dei Genitori di Foggia costituita da diverse scuole del territorio; associazioni di sostegno alla disabilità; la biblioteca regionale “la Magna Capitana”; l’Unifg; e, fino a prima dello scioglimento del consiglio comunale, anche l’amministrazione foggiana) ha tenuto corsi di formazione, lanciati dall’associazione AlfaBeta, ad una ventina di insegnanti che lavoravano nell’universo scolastico comunale.
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“In queste educatrici – racconta Zucchi a l’Attacco – ho trovato grande passione ed entusiasmo per la pedagogia dei bambini, competenze specifiche nell’accompagnamento alla crescita e una moltitudine di attività volte alla conoscenza del territorio e alla connessione popolare con la comunità di riferimento, a partire dalle relazioni profonde instaurate con le famiglie”.
La Pedagogia dei Genitori lavora al collegamento tra scuola e società, al patto educativo tra insegnanti e genitori a partire dalla condivisione delle competenze pedagogiche esclusive che una mamma e un papà possono vantare sui propri figli, conoscendoli meglio di chiunque altro.
Ecco che i momenti di incontro collettivo in cui i genitori hanno raccontato alle insegnanti le proprie esperienze educative, declinate in chiave positiva, sono diventati non solo patrimonio di tutta la rete scolastica locale coinvolta ma anche un volume edito da “Il Rosone” dal titolo “I genitori raccontano i figli – Il valore educativo e sociale delle narrazioni” presentato l’anno scorso all’interno di Coeduca.
Un volume, curato nella parte scientifica dalla professoressa Lopez dell’Università di Foggia, “che – sostiene Zucchi – costituisce la base pedagogica attraverso la quale le nuove insegnanti possono prepararsi ad accogliere genitori e alunni”.
“L’aggregato comunitario sul quale la Pedegogia dei Genitori opera – continua lo stimato accademico dell’Università di Torino - costituisce un blocco sociale fatto di genitori e docenti che permette di mettere al primo piano l’educazione. Che è poi lo strumento principe, a mio modo di vedere, con il quale si combatte la criminalità ordinaria e quella organizzata, come dimostra anche il grande esempio di vita di don Pino Puglisi. Perché all’interno di questo patto si lavora anche alla regole, condivise tra scuola e famiglia, da insegnare ai bambini. Per arrivare, infine, ad un processo di responsabilizzazione degli alunni anche nei confronti delle istituzioni. La Pedagogia dei Genitori allarga il presidio genitoriale, comunitario e popolare alla scuola e permette agli istituti scolastici e alle famiglie di non sentirsi più entità a se stanti, sopperendo di fatto all’isolamento urbano che ha preso il posto del vecchio schema sociale delle ‘comunità villaggio’. Le insegnanti della scuola comunale rappresentavano un punto di riferimento in questo processo, in questa rete di relazioni profonde, e avremmo voluto continuare a lavorare anche con loro e con tutta la filiera dei nidi e delle scuole municipali della città, costituita ovviamente anche dai genitori”.
I genitori, negli scorsi mesi, hanno protestato non poco, ma senza successo, contro la decisione della chiusura dei plessi scolastici dedicati all’infanzia.
“Manifestazioni di grande energia che denotano come Foggia sia una città molto viva”, afferma Zucchi.
“Quelle proteste sono un atto d’amore di mamme e papà nei confronti delle istituzioni: genitori che non volevano che quel servizio fosse dismesso, la cui fiducia è stata in qualche modo tradita e che necessiterebbe, per essere recuperata, di un ripensamento da parte del Comune. Che speriamo in futuro voglia aderire alla rete della Pedagogia dei Genitori perché la Commissione prefettizia non può limitarsi solo ed esclusivamente alla gestione ordinaria”.
Fenomenologie di passione educativa e sociale “che, a partire da un comune del Sud come il capoluogo dauno, hanno tanto da insegnare anche alle comunità del nord-Italia”, assicura il professore, il quale nella scuola dell’infanzia e nella sua rete di risorse al femminile, compresa quella degli istituti scolastici comunali, vede, inoltre, uno strumento di supporto “anche per l’occupazione delle donne, gravate troppo spesso dalla cura del focolare domestico”.
Zone Transition
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“Un’occupazione femminile che, se incentivata, avrebbe sul Pil effetti moltiplicativi enormi. La presenza di strutture educative funzionali alla prima infanzia permette, infine, di incentivare anche una natalità sempre più precaria offrendo alle famiglie di poter pensare con più serenità al futuro”, conclude il professore.