Mensa, ira contro il Comune di Foggia. Barone: “Bandi da rivedere per norme anti Covid”

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Situazione drammatica per i servizi comunali destinati alla scuola dell’infanzia: quando l’anno scolastico è ampiamente iniziato a Foggia l’erogazione della mensa (servizio di competenza di Palazzo di Città per gli istituti pubblici) non è ancora stata attivata.

E così molti genitori che hanno iscritto i figli alla scuola “a tempo pieno” si ritrovano, invece, quest’anno, a dover fare i conti con le grosse falle del Comune e, nello specifico, con l’immobilismo dei Servizi guidati dalla dirigente Silvana Salvemini, assunta direttamente dall’ex sindaco Landella e poi riconfermata dalla commissaria straordinaria Marilisa Magno.

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Arrabbiate mamme e operatori tra cui Fabio Daniele, presidente regionale della Fism (Federazione italiana scuole materne), che imputa questa e altre impasse del settore all’“incapacità amministrativa di Salvemini”.

“Tutto quello che sta succedendo ha una sola responsabile: la dottoressa Salvemini, che non opera. Anzi, due responsabili. La seconda è la commissaria Magno che non la solleva dall’incarico”, afferma tranchant Daniele, il quale, a giugno di quest’anno, aveva denunciato il taglio dal bilancio comunale di 850mila euro per i bonus frequenza asili nido.

“Anche quel taglio è responsabilità di Salvemini. E quegli 850mila euro – spiega Daniele – dovevano essere spostati proprio sul servizio mensa comunale. Almeno stando a quanto, dopo la nostra denuncia, il Comune aveva fatto sapere ad una testata giornalistica locale. E invece nemmeno questo servizio è stato attivato, né per le scuole comunali dell’infanzia, né per le scuole statali primarie che ne avevano fatto richiesta. Lo so per certo perché alcuni genitori che conosco bene hanno iscritto i bambini alla primaria della Scuola Catalano e mi hanno riferito che anche lì la mensa scolastica non è attiva”.

L’Attacco ha verificato contattando la dirigente dell’istituto in via Altamura, Antonella Lo Surdo, la quale si è limitata a confermare: “Il servizio mensa non è stato ancora attivato presso il nostro istituto. Il Comune non ci ha inviato comunicazioni a riguardo. Siamo in attesa di riscontri”.  

Sono diverse le doglianze di Daniele sui disservizi del Comune di Foggia in questi primi mesi di gestione commissariale. Doglianze che la Fism ha provato a comunicare ai diretti interessati senza, però, ricevere risposte. Il silenzio che sta caratterizzando le politiche dei Commissari e dei rispettivi servizi comunali è qualcosa di cui Daniele non riesce a capacitarsi, arrivando a concepire azioni più drastiche per smuovere queste sabbie mobili comunicative: “Il Comune non parla, non risponde, non dà spiegazioni. Se io associazione faccio una pec tu hai l’obbligo di rispondere. Stiamo pensando di diffidare il Comune e i commissari perché devono rispondere. Non rispondere è fuorilegge, è un reato amministrativo”, argomenta Daniele, che infine passa in rassegna altre due situazioni “disastrose”che stanno tenendo banco in altri plessi comunali a causa di una carenza di personale cui Palazzo di Città non  ponendo rimedio.

“Nell’unico asilo nido a gestione comunale – racconta - quest’anno si è passati da una copertura di 60 bambini a 27, più altri 9 attualmente iscritti – sottolinea - che però aspettano ancora l’affiancamento di educatrici che dovevano essere assunte tramite somministrazione occupazionale ad opera di agenzie per il lavoro e di cui invece fino ad oggi non si è vista ancora la presenza. Fino all’anno scorso – continua Daniele - nell’unico asilo nido comunale di Foggia 30 bambini venivano seguiti direttamente dalle educatrici in dotazione a Palazzo di Città, per gli altri 30 vi era la presenza di operatrici assunte con affidamenti esterni, pratica che portava al Comune anche dei vantaggi economici. Da quando è arrivata la dottoressa Salvemini, però, questo sistema di affidamenti, che permetteva di erogare regolarmente i servizi, si è interrotto ed è piombato il buio. Per non parlare delle due scuole che hanno dovuto chiudere perché le educatrici comunali sono state spostate nell’organico dell’Ufficio Anagrafe. Prima i servizi scolastici all’infanzia erano il fiore all’occhiello del Comune di Foggia, ora invece…”. 

A confermare la situazione molto caotica fonti interne al “Tommy Onofri”, l’asilo nido comunale in viale Pinto, dove, dicono, “la mensa non è partita e i bambini vengono mandati a casa alle ore 12,00”. “Inoltre, ‘smantellate’ le cooperative, le bidelle sono state tutte licenziate mentre il numero di educatrici è diminuito al punto che abbiamo dovuto rifiutare molte iscrizioni. E, nonostante ciò, alcuni alunni sono ancora scoperti perché le 3 educatrici assunte dal Comune tramite agenzia interinale non riescono a prendere servizio: i contratti sono pronti ma manca l’atto ufficiale con la firma della dirigente, che, nel frattempo, l’agenzia sta provando a contattare senza ricevere alcuna risposta. Una situazione paradossale. Che riguarda, infine, anche il servizio di scuolabus, i cui operatori sono stati falcidiati, proprio come il bidellaggio, dal cambio di politiche di assunzione, ora affidato dal Comune all’Arpal. Attualmente, dunque, a Foggia si hanno solo due scuolabus rispetto alla decina prima in servizio”.

Zone Transition

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Ieri mattina, intanto, si è tenuto un incontro con Salvemini a cui ha partecipato anche l’assessora regionale al Welfare, Rosa Barone, la quale ha riferito a l’Attacco che il vulnus della mensa scolastica, secondo quanto rappresentato dalla dirigente comunale, starebbe nella necessità di rivedere i bandi del servizio mensa tenendo conto della nuova normativa anti Covid. Previsti, dunque, nei prossimi giorni, passaggi e interlocuzioni tra Salvemini e i dirigenti degli istituti scolastici interessati. Giusto un tantino in ritardo.

Fabrizio Sereno

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