Via de Petra ed emergenza abitativa, Masi: “Il Comune si confronti quanto prima col mondo cooperativistico”

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Rispetto all’emergenza abitativa e all’urbanistica a Foggia sono tante le associazioni e organizzazioni di categoria che attendono risposte dall’amministrazione Episcopo. Mentre si discute di completamento del PUG, Piano urbanistico generale del professor Francesco Karrer, l’Attacco nelle scorse settimane ha intervistato l’ex assessore comunale e architetto Virginio Stanziale, che ha chiesto tra le altre cose su queste colonne al super assessore all’urbanistica e lavori pubblici Giuseppe Galasso se conosca l’enorme distesa di baracche di via de Petra, alle spalle dell'ASP de Piccolellis e a poca distanza dal Tribunale e dall’Ipercoop. Case abusive dove il Comune ha censito 1.100 persone. Un intervento che non manca di suscitare reazioni. Sario Masi è referente nazionale di AGCI, Associazione generale delle cooperative italiane. “Ad ottobre 2020 il Comune (amministrazione Landella, ndr) fu investito della nostra proposta – firmata oltre che da AGCI anche da Confcooperative e Legacoop - relativa alla possibilità di partecipare all’allora bando del Ministero delle infrastrutture e trasporti finalizzato al recupero e alla riqualificazione di aree e contesti particolari, al fine di ridurre il disagio abitativo”, spiega Masi a l’Attacco. “Quel bando si riferiva in maniera specifica alle periferie e riguardava l'edilizia residenziale sociale, si trattava di rigenerare il tessuto economico sociale intervenendo per un miglioramento della coesione sociale e della qualità della vita dei cittadini. Proponemmo all’amministrazione comunale una partnership col mondo cooperativistico, che rappresenta una forte e reale domanda del bisogno casa, una partnership che ben si sposava con il soggetto pubblico nella visione del bando”. 

Era il decreto del MIT, concertato col MEF e il MIBACT, per l’erogazione di finanziamenti relativi a interventi che hanno come obiettivo la “Qualità dell’abitare”. Furono previsti 853,81 milioni di euro fino al 2033 per promuovere processi di rigenerazione di ambiti urbani specificamente individuati al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie, all’incremento dell’edilizia residenziale pubblica. 

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In quel documento all’amministrazione comunale AGCI si proponeva anche di “affiancare l’ente, con progetti pilota, nell’individuazione di modelli innovativi dell’abitare, con ipotesi avanzate di gestione che prevedano l’inclusione sociale e il welfare urbano”. 

“Al riguardo, sarebbe interessante elaborare una proposta di intervento per la riqualificazione dell’agglomerato di via de Petra”, scrissero. 

“Adesso”, continua Masi, “Adesso vorremmo riprendere l’interlocuzione col Comune. Dopo quasi quattro anni AGCI Abitazione, Ambiente e Sviluppo Urbano sensibilizza l'attuale amministrazione ad avviare un confronto proficuo sul tema delle politiche abitative e, in particolare, su possibili interventi di riqualificazione urbana e sociale”, sottolinea Masi. 

“Finora il confronto è stato assente. Un mese fa abbiamo scritto come AGCI all'amministrazione Episcopo sottolineando l'esigenza di un incontro sulle politiche abitative, anche per capire quali siano gli indirizzi del Comune al riguardo, ad oggi non li abbiamo compresi. Sappiamo che la sindaca ha investito della questione l’assessore all'urbanistica Giuseppe Galasso e il segretario generale Alfredo Mignozzi, che ha la delega oggi alle politiche abitative, dando loro indicazione di incontrarci. Sono sicuro che ciò avverrà, aspettiamo dunque che Galasso e Mignozzi convochino AGCI. La domanda che poniamo è se il mondo cooperativistico venga considerato essenziale per gestire il dramma dell'emergenza abitativa e per risolvere situazioni come quella di via de Petra. È previsto anche nei bandi emanati, on a caso i Ministeri dialogano sistematicamente col mondo cooperativistico. Si parla di PUG, rigenerazione urbana e housing sociale nei convegni pubblici, trascurando i contesti cittadini che necessitano di un intervento a 360 gradi e quando l’emergenza abitativa è sotto gli occhi di occhi. La rigenerazione urbana va necessariamente accompagnata da una rigenerazione sociale. Prendiamo il caso di via de Petra”, evidenzia Masi. 

“Ha poco senso limitarsi a parlare di sentenze e di abbattimenti finora non avvenuti per quelle case abusive. Bisogna prima capire dove collocare le persone che vi abitano. Bisogna discuterne al tavolo col Comune ed Arca Capitanata, serve un intervento congiunto. Esistono i cosiddetti alloggi parcheggio, in attesa della realizzazione di nuovi alloggi popolari da parte di Arca. Quei nuclei familiari devono ritornare quanto prima poi in case dignitose. Il mondo cooperativistico gestisce tali situazioni in tutta Italia, come soggetto intermedio che assicura una funzione di intervento sociale. L'edilizia residenziale sociale non è mai gestita da privati imprenditori, c'è bisogno delle esperienze e competenze del mondo cooperativistico. Basti pensare al caso della zona 167 di Foggia. L'intervento edilizio-urbanistico deve essere sempre coniugato all'intervento di carattere sociale”. 

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Masi sottolinea infine i numeri del settore: “Le sole cooperative di abitanti che fanno capo ad AGCI a livello nazionale rappresentano un valore della produzione pari a 18 milioni di euro, a livello pugliese 3.094.000 euro. Parliamo di circa 10.000 persone in Italia, nella sola Foggia città abbiamo oltre 300 soci nelle nostre cooperative di abitanti”.  

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