“Non servono contentini, serve un vero cambio di passo”. La senatrice Gisella Naturale (M5S) è intervenuta a Palazzo Madama contestualmente alla votazione del Decreto Aiuti Bis, che è passato in Senato con 182 voti favorevoli, nessun contrario e 21 astenuti.
“Ci troviamo di fronte un quadro decisamente molto preoccupante della situazione dell’Italia e degli Italiani. Si ha estrema necessità di aiuti, ma che siano aiuti veri, strutturali e duraturi. Invece si continua a parlare di gocce, di minimi interventi - ha aggiunto la senatrice pentastellata - e sembra che gran parte del Governo non si renda conto dell’estremo bisogno di soluzioni immediate utili ad una vera ripresa e non solo a mantenere tutti inchiodati sul ciglio di un dirupo, famiglie e imprese”.
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In sostanza, il provvedimento prevede un insufficiente pacchetto di misure da 17 miliardi. “Si parla ancora del bonus di 200 euro ora giustamente esteso agli altri 300 mila lavoratori, compresi dottorandi e assegnisti di ricerca, che finora ne erano rimasti esclusi - ha detto Naturale - ma è un bonus assolutamente ininfluente. Per i rincari delle bollette e dei carburanti si stanziano 8,4 miliardi per la proroga degli sconti previsti dai precedenti decreti e ora in scadenza. Ma i rincari si prevedono superiori al passato. Le soluzioni che servono devono essere altre e a lungo termine”.
“Gli agricoltori della mia terra, la Puglia, sono pronti a rinunciare alla raccolta dell’uva o alla semina del grano visto l'aumento dei costi generale e allo stesso tempo al calo del prezzo di vendita. Di basilare importanza è garantire un prezzo congruo ai prodotti agricoli, mettendoli al sicuro dalle speculazioni o da una mancata pianificazione che ne determina una difficile gestione sul mercato. Questo per evitare gli enormi problemi che ne deriverebbero, non ultimo la perdita della sovranità alimentare che ci vedrebbe dipendenti dall'estero non solo in ambito energetico. La corsa al ribasso deve essere fermata, le speculazioni in atto sono da condannare e da assicurare alla giustizia”.
Zone Transition
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“Si è parlato tanto di recuperare fondi tassando gli extra profitti ricavati dalle società energetiche - ha concluso la senatrice pugliese - ma la norma approntata si è rivelata sbagliata, quello che è stato fatto non serve a nulla, quei 9 miliardi previsti da queste tasse neppure sono entrati, ora si tenta un correttivo, intimando alle aziende tenute a pagare la tassa, e che non lo abbiano fatto entro i termini del 31 agosto, per l’acconto, e del 15 dicembre 2022, per il saldo, di non poter più godere delle disposizioni in materia di ravvedimento operoso”.