Inaccettabile lo stop alla Transumanza che è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità, una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano che garantisce la salvaguardia in Puglia di ben 2.700 allevamenti e 191mila pecore a vantaggio della biodiversità. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che in una lettera agli assessori regionali
all’Agricoltura Pentassuglia e alla Sanità Palese denuncia la sospensione della movimentazione degli animali in quei territori in cui vi sia una prevalenza superiore al 2% di stabilimenti non indenni, dove il concetto di “prevalenza” si riferisce al numero di stabilimenti e non a quello degli animali, come se un allevamento di 10 capi conti come uno di 1.000.
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“La Regione Puglia che non riesce, anche per un’inefficace incidenza della sorveglianza veterinaria, a far entrare in una situazione indenne alcuni stabilimenti presenti nella provincia di Foggia, per una percentuale molto bassa di appena poche unità su 100 in percentuale, condanna tutti gli altri, che presentano ed hanno anche storicamente presentato caratteristiche di sanità a permanere in uno stato di difficoltà, a non movimentare gli animali”, tuona il delegato confederale di Foggia, Pietro Piccioni.
Saranno condannate le pecore ad ogni tipo di stress nella stagione estiva in mancanza della pratica della transumanza – insiste Coldiretti Puglia – con evidenti danni causati dal blocco delle mandrie, con i pastori costretti ad affrontare la stagione estiva in loco, con un sicuro abbassamento della produttività e il rischio concreto della perdita di molti animali.
La candidatura della Transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.
Il voto positivo dell’Unesco – evidenzia la Coldiretti Puglia – certifica il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi di giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”.
Un riconoscimento importante – sottolinea la Coldiretti – che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali.
Il riconoscimento tutela un’attività ad elevato valore ecologico e sociale poiché – continua la Coldiretti – si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio che rappresentano un patrimonio di biodiversità il cui futuro è minacciato da un concreto rischio di estinzione.
Zone Transition
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Lo stop alla transumanza pesa su un settore dove sono bassi i prezzi pagati ai pastori che affrontano in solitudine il moltiplicarsi degli attacchi degli animali selvatici, la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali ma anche del massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati proprio per la transumanza delle greggi con pesanti ripercussioni sull’economia nazionale ma anche sull’assetto ambientale del territorio perché quando un allevamento chiude si perde – conclude Coldiretti Puglia – un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni.