Crisi laguna di Lesina, Cilenti: “Il Cnr c’è e fa gli studi, ma abbiamo bisogno di supporto economico”

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Flora e fauna sono legate l’una all’altra dai fili insondabili di Madre Natura. Come è noto, ad ogni azione “corrisponde una reazione uguale e contraria”, il che oggi porta alle ben evidenti conseguenze che si manifestano all’interno di un ecosistema che fatica a mantenere i ritmi di routine. Nota non indifferente è la continua ondata di caldo che quest’anno ha avvolto il mese di ottobre e che (in previsione) coinvolgerà anche novembre. I cambiamenti climatici si concentrano nella loro devastazione protesta, mentre le conseguenze chiare e inarrestabili degli stessi provocano difficoltà costanti.

Il lago di Lesina continua ad essere oggetto di questi interventi “mancati”. Tonnellate di esemplari sono stati ritrovati in questi giorni (e non solo), ammassati in prossimità delle sponde del lago. Tra gli esemplari ritrovati anche orate e spigole.

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I problemi nel lago di Lesina non sono una novità, già su queste colonne si è parlato delle ostriche. Causa in parte i cambiamenti climatici e il conseguente surriscaldamento delle acque in laguna, danni seri sono stati riscontrati alla molluschicoltura della zona. Il settore si è detto in crisi, contando numerose perdite dal punto di vista della suddetta fauna ed economiche. Le acque della Laguna “sono malate” e necessario si vede un intervento in merito.

Gli esperti del Cnr sostengono che il problema sia legato anche ai canali della Laguna, un dato da non sottovalutare e per cui agire tempestivamente. Ma le cause che si collegano a questo fenomeno sono diverse. Come ha illustrato il Sindaco Primiano Di Mauro su queste colonne, il lago “produce un’alga tossica nel periodo estivo, fenomeno che va a scemare fino a scomparire”. A causa di ciò, però, migliaia di pesci muoiono asfissiati. Prosegue il primo cittadino affermando che è situazione terribile, “disastrosa”, che coinvolge pescatori e ambientalisti senza eccezione alcuna. I canali si trovano all’estremità del lago, gli altri due che sono spariti sono stati chiusi dai detriti. Si pensa che una maggiore manutenzione ne avrebbe consentito una migliore conservazione. Difficili i pronostici per il futuro, ma fondamentale sembra un intervento in merito ai canali in Laguna, per arginare (e quanto possibile evitare) che problematiche simili possano perdurare e generare sempre maggiori disagi.

Sul tema interviene anche Lucrezia Cilenti del Cnr. “Stiamo interloquendo con il Comune, la Regione e l’Arpa - spiega a l’Attacco -. La situazione è stata attenzionata e ha lanciato l’allarme anche nei mesi scorsi, il problema è che le lagune non sono gestite. Hanno necessità che i canali di comunicazione al mare devono essere liberi, per permettere al mare di rivisitare le lagune per una buona ossigenazione. Il caldo protratto comporta una anossia generale, con lo sviluppo di fitoplacton, spesso anche tossico, ma è necessario indagare. Ho ragione di pensare che sia a carico di microalghe che provocano intossicazioni. Il pesce così muore. Avevamo già lanciato l’allarme per le ostriche, che per le stesse motivazioni hanno portato l’attività dell’ostricoltura ad uno stallo. Sono colture che vanno mantenute, gestite e controllate. Non si capisce quale sia l’organo controllore e quello di immediato che si può fare è che i canali vengano liberati”.

Opera umana e opera della Natura oggi trovano riscontro nella situazione drammatica che coinvolge la Laguna.

“Mentre in passato le lagune hanno necessità dell’opera dell’uomo, sia i due canali di Lesina sia quelli di Varano - prosegue -. L’uomo li ha aperti per debellare la malaria e hanno avuto un effetto benefico, in quanto permettono l’impesciamento. Non avendo più tale scambio, quello che viene è che utilizziamo la laguna quando è più produttiva. Si lascia a l’ambiente, per cui a volte Madre Natura è cattiva e altre no, ma perché non le gestiamo. Un tempo c’erano strumenti che si mettevano nei canali, per permettere l’impesciamento e la fuoriuscita per la riproduzione”.

Zone Transition

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Cosa si può fare per risolvere la situazione? “Gli organi deputati a questo devono decidere cosa fare delle lagune - dice Cilenti -. Ci sono tante risorse stanziate per le associazioni di categoria, pescatori, che implementano tutto questo. Va bene la diversificazione delle produzioni e incentivare i servizi ecosistemici annessi alla laguna, con un impatto socio-economico importante. Abbiamo bisogno di monitoraggi continui. Il Cnr c’è e li studi li fa, ma abbiamo bisogno di un supporto economico”.

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