“L’industria manifatturiera pugliese ha reagito bene al biennio di emergenza pandemica e si conferma elemento fondamentale dell’economia regionale”. E’ quanto ha dichiarato Michele D’Alba, Presidente di Impresa Puglia, commentando il Rapporto Annuale di Banca d’Italia, presentato a Bari, dal quale emerge che nel 2021 il valore aggiunto nel settore industriale pugliese è cresciuto
significativamente (10,2 per cento a prezzi costanti), recuperando circa i quattro quinti della flessione del 2020.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
I dati dell’indagine condotta dalla Banca d’Italia su un campione di circa 290 imprese dell’industria in senso stretto con sede in Puglia e con almeno 20 addetti confermano la dinamica positiva: nel 2021 il fatturato a prezzi costanti è aumentato e il saldo tra la quota di imprese in crescita e quelle in flessione è risultato positivo per 32 punti percentuali; lo stesso dicasi per il grado di utilizzo della capacità produttiva, cresciuto e portatosi su valori in linea con quelli del 2019. La dinamica dei fatturati ha riguardato positivamente tutti i principali comparti del manifatturiero, come pure la dinamica dell’accumulazione di capitale, con una quota di aziende che hanno aumentato gli investimenti superiore di circa 22 punti percentuali rispetto a quella delle imprese che li hanno diminuiti.
Nel 2021 è cresciuto anche il numero degli occupati, seppur in modo articolato tra i diversi settori, con un aumento in Puglia dell’1,6 per cento rispetto all’anno precedente, ovvero in entità più intensa rispetto al Mezzogiorno (1,3 per cento) e alla media italiana (0,8 per cento), recuperando così circa i due terzi dei 28.000 occupati persi nel 2020.
Zone Transition
Zone Transition
“Tuttavia” – ha concluso il Presidente D’Alba – “occorre che i governi nazionale e regionale dedichino massima attenzione ed adeguato impegno nel sostegno di iniziative ed investimenti produttivi, perché per l’anno in corso le imprese industriali, intervistate tra febbraio e aprile dalla Banca d’Italia, hanno previsto una flessione del fatturato e degli investimenti, a causa dell’accresciuta incertezza sulle future prospettive economiche legata all’aumento dei prezzi, al conflitto bellico nell’est europeo ed agli elevati costi dell’energia e degli altri input produttivi”.