“Prima che si accenda una nuova campagna di odio contro il personale penitenziario è necessario che l’opinione pubblica sappia che non figurano agenti penitenziari tra le 13 persone (tra cui un detenuto) iscritte nel registro degli indagati per la morte del 30enne Osama Paolo Harfachi, foggiano di origini marocchine, deceduto in cella a pochi giorni dal suo arresto”.
Così in una nota Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, (Spp). “L’inchiesta faccia il suo corso e noi per primi siamo interessati all’accertamento dei fatti, ma evitiamo di tirare in ballo il personale penitenziario”.
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Di Giacomo ha sottolineato “la necessità di tutelare il personale che lavora nelle carceri e che periodicamente è oggetto di attacchi di vario genere e di varia provenienza politica e di associazioni. Proprio ieri abbiamo commentato favorevolmente le parole della Premier Meloni nelle comunicazioni alla Camera con il richiamo alle condizioni indegne in cui lavora il personale penitenziario. Ci fa piacere che finalmente si riconosca il duro lavoro di uomini e donne in divisa al servizio dello Stato per affermare il rispetto della legalità”.
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“L’on. Meloni – aggiunge Di Giacomo – è la prima a farlo e le diamo atto, come avvenuto per la volontà di rimettere al centro il principio della certezza della pena, il pensiero rivolto ai 71 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno, l’impegno per un nuovo piano carceri. Il personale penitenziario è stato già duramente colpito negli ultimi anni e non lo consentiremo ancora”.