Casillo, Russo, Sannella. Ora Nicola Canonico. Tutti accomunati da un insolito destino. Sembra esserci una sorta di maleficio per chi sale alla presidenza del Foggia: l’ultimo in ordine di tempo a finire nel mirino della magistratura è l’imprenditore 50enne originario di Palo del Colle, infamante l’accusa: associazione a delinquere e corruzione elettorale. Una vicenda che, sembrerebbe, possa interessare solo “di striscio” il sodalizio dauno, non a caso ieri da via Gramsci si sono affrettati a precisare che non ci saranno ricadute negative sulla vita e la gestione del club.
Ma la preoccupazione monta ugualmente fra la tifoseria, che già in passato ha vissuto sulla propria pelle situazioni analoghe che presentano più di un punto di contatto con quella attuale. Il timore che gli arresti (seppure solo domiciliari) di Canonico ingessino il Foggia e lo mettano spalle al muro è forte, almeno quanto la consapevolezza che il danno di immagine procurato non potrà non avere riverberi negativi.
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Ed ora? La domanda sorge spontanea, ed attende a stretto giro risposte chiare ed esaustive: nell’immediato il Calcio Foggia 1920 non corre alcun rischio, nel senso che non dovrebbero intervenire fattori esterni che ne possano condizionare, ad esempio, la regolare partecipazione al campionato.
Pericolo scongiurato, che proprio ieri il neo amministratore delegato in pectore Piero Ingravallo ha ribadito a squadra e staff tecnico nell’incontro informale avuto alla Figc dove i rossoneri si stanno allenando in questi giorni. Una rogna in più per Fabio Gallo, che è già alle prese con le sue brave gatte da pelare per risollevare il Foggia in classifica, e che da ieri dovrà fare quadrato coi suoi per evitare pericolosi contraccolpi negativi a livello psicologico.
Situazione tutto sommato sotto controllo, non c’è alcuna possibilità, neppure remota, che il club possa essere commissariato dalla Lega, perché non sussistono le condizioni per arrivare ad una decisione così estrema.
Ad oggi, è bene ricordarlo, il Calcio Foggia 1920 ruota attorno alla figura di Nicola Canonico che detiene il 51% della Corporate Investments Group (controllante all’80% del club), il rimanente 41% è ancora sotto il controllo dell’imprenditrice sarda Maria Assunta Pintus, mentre il rimanente 20% fa capo a Davide Pelusi.
Come è risaputo i due soci di minoranza ormai da tempo sono stati estromessi dalla vita societaria, e vivono di fatto ai margini del progetto intrapreso 16 mesi fa dall’imprenditore barese. Attualmente nel CdA la presenza del vice-presidente Emanuele Canonico, figlio del patron, garantisce la continuità gestionale. Ma..., c’è un ma di cui bisogna tener conto in questo delicato frangente, e che può contribuire a definire nuovi scenari sul fronte societario: è infatti solo di qualche giorno fa la notizia, che ha trovato puntuale conferma, secondo la quale l’arbitrato relativo all’estromissione dal consiglio di amministrazione del Foggia avanzato nell’agosto del ‘21 da Pelusi avrebbe avuto esito positivo per il manager foggiano. Il che significa all’atto pratico che, oltre a tornare a ricoprire a pieno titolo la carica di consigliere in seno al club, sarebbero da considerarsi nulle tutte le delibere approvate da quella data in poi. Iva compresa la nomina a presidente del CdA di Nicola Canonico.
Un vero e proprio terremoto che rimetterebbe tutto in discussione. Riprova ne sia il fatto che non più tardi del 25 ottobre scorso da parte della Corporate è stata convocata l’assemblea dei soci per il prossimo 3 novembre alle 11 a Modugno presso la sede della C.N. Costruzioni Generali con all’ordine del giorno più di un argomento scottante: si va infatti dal lodo arbitrale definitivo che ha visto uscire vincitore Pelusi, alla decadenza del consiglio di amministrazione in carica, passando attraverso il reintegro del cda in carica alla data del 27 agosto ‘21, fino alla revoca per giusta causa dei consiglieri Pelusi, Chighine e Pintus e alla nomina dei nuovi componenti del cda.
Cosa starebbe a significare questa mossa? Che poco prima di essere raggiunto dal provvedimento cautelare di ieri, Nicola Canonico era già al lavoro per uscire dalla porta secondaria e rientrare dalla porta principale attraverso un artificio legato ad un parere legale che mirava a mettere alle strette i soci di minoranza.
Ora, invece, all’orizzonte si profila tutta un’altra storia dagli esiti assai incerti: bisognerà infatti verificare se all’atto pratico l’assemblea potrà avere o meno la sua validità e se potrà svolgersi regolarmente con tutti gli accapo all’ordine del giorno. E se, soprattutto, alla luce di quanto stabilito dall’arbitrato, il vecchio consiglio d’amministrazione tornerà davvero in sella.
Davanti c’è ancora una settimana per verificare quale sarà il corso degli eventi, di mezzo c’è anche il pronunciamento del Tribunale in merito agli assegni messi a garanzia da Canonico per l’acquisizione del 51% della Corporate che Pintus vorrebbe mettere all’incasso, il giudice lo scorso 24 ottobre si è riservato e ad horas potrebbero registrarsi novità di rilievo.
Zone Transition
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La matassa insomma è piuttosto ingarbugliata, Pelusi e Pintus restano alla finestra in attesa di conoscere quale potrebbe essere la migliore strategia da mettere in campo in questo momento. Vale o no la pena rimettersi in gioco? Entrambi, pare, siano assaliti da un unico dubbio: ad oggi qual è lo stato di salute del Foggia? E i presunti conti in rosso sono reali o fittizi?