Sono in tutto 86 in Italia le società autorizzate dal ministero di Giustizia ad avere siti web per la pubblicità delle aste immobiliari. In caso di espropriazione di beni immobili, la legge 14 maggio 2005, n. 80 e successive modifiche, prevede infatti la pubblicazione su portali internet dedicati alle aste giudiziarie. Con apposito provvedimento del 2009 è stato istituito un elenco di gestori, in possesso dei requisiti professionali e tecnici previsti dalla legge. Nell’elenco ci sono istituti specializzati, banche, agenzie di comunicazione e editoria, concessionarie di pubblicità ma anche imprese riconducibili a testate nazionali. In quest’elenco sono in tutto tre le società pugliesi autorizzate, una è a Galatina, in provincia di Lecce e si chiama Oxanet, autorizzata dal 2015 e ben due in provincia di Foggia, entrambe con sede a Lucera. Nell’elenco del ministero è dal 2011 la Pi&Di di Pitocco e Di Virgilio con il sito vendite-giudiziarie.net e da poco “nel giro” anche la Gestione Salute srl autorizzata dal 2022 con due siti, asteinvista.it e openaste.it.
Questi siti, come si legge nella sezione informazioni di Oxanet, sono uno strumento tecnico di pubblicità legale destinato a un pubblico vasto ed interessato di utenti. “Le informazioni inerenti alle vendite giudiziarie, fino a qualche anno fa, erano appannaggio di coloro che conoscevano il funzionamento delle stesse o che in via assolutamente casuale ne erano stati informati. Gli ordinari canali di pubblicità apparivano insufficienti, le vendite scarse e i tempi processuali biblici. La rivoluzione avviata in numerosi tribunali italiani ha assicurato un processo di modernizzazione degli strumenti di divulgazione dell'informazione e di potenziamento dei canali informativi, allo scopo di garantire trasparenza e visibilità degli annunci legali; conoscenza delle regole di funzionamento delle vendite; completezza delle informazioni allo scopo di assicurare all’offerente un acquisto consapevole”. E così le aste oggi sono più accessibili e così pure i beni che con esse hanno la necessità di essere venduti.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Compagni sul campo da basket da ragazzi e poi soci in affari in età più adulta: è questo lo scorcio che restituisce il quadro della compagine societaria della Gestione Salute srl di Lucera che, a dispetto della denominazione, si occupa (anche) di siti per aste online. Nata nel 2020 la società risulta esercitare come attività prevalente la produzione di software e vede come socio di maggioranza Luca Vigilante che detiene il 52% delle quote mentre le restanti 3 quote ciascuna del 16% sono di Domenico Bevere (amministratore unico), Paolo Mainieri e Giuseppe Aliberti. Vigilante è noto per essere il giovane imprenditore oggi amministratore delegato dell’impero sanitario di Universo Salute, oltre che presidente della cooperativa Sanità Più del Gruppo Telesforo.
Come detto, Gestione Salute si occupa di aste online ma il core business dovrebbe essere legato al settore della sanità. E’ infatti “una società di consulenza e servizi di Information Technology, specializzata in progetti di integrazione di sistemi e di tecnologie in ambito sanitario”, si legge sul sito aziendale. MyAdi, MyCheck e MyHealh sono i prodotti digitali messi a disposizione dall’azienda, tutti strumenti di gestione di servizi sanitari, dall’assistenza domiciliare integrata alle cartelle cliniche elettroniche. I clienti della società sono, non a caso, il Gruppo Telesforo, Universo Salute e Sanità Più (che in Ati con Osa ha vinto la gara per l’Adi bandita dalla Asl Foggia). In altre parole si potrebbe definire una società funzionale al Gruppo per l’approvvigionamento di servizi che probabilmente comprerebbe comunque da altri fornitori; una soluzione per efficientare in qualche modo la filiera.
Ma come già accennato Gestione Salute si occupa anche di aste online che non hanno nulla a che fare con il settore della sanità privata. Ed in effetti nelle pieghe dell’oggetto sociale della Srl si rinviene nella lunga lista delle attività anche quella dei banditori d’asta autonomi. Sui siti dedicati alle aste la società usa la sua sigla: “Gsd Srl è una società operante nel settore della pubblicità legale e delle vendite telematiche, capace di porsi come partner tecnologico nell’ambito di procedimenti di esecuzione individuale e concorsuale. La società, attraverso le sue piattaforme AsteInVista e OpenAste, organizza e gestisce l’intero flusso di vendita di un’asta telematica, assicurando molteplici e mirate forme di pubblicità così da garantire trasparenza nell’informazione e una più ampia e libera partecipazione degli interessati. Lo staff vanta un’esperienza trentennale nel settore della vendita, della pubblicità legale e commerciale ed in quello dell’informatizzazione procedurale. OpenAste svolge inoltre la propria attività di vendita professionale nelle procedure concorsuali, in qualità di soggetto specializzato alla vendita ex art. 107 L.F., nonché nelle procedure esecutive mobiliari in qualità di commissionario specializzato nelle vendite telematiche”.
La legge stabilisce che gli operatori del settore inseriti nell’elenco ministeriale debbano possedere requisiti di onorabilità e chi meglio di Luca Vigilante, paladino dell’antimafia sociale, sotto scorta da anni, potrebbe incarnarne i tratti? Lo stesso dicasi degli altri soci. L’amministratore unico della società è il figlio di Pasquale Bevere, storico cancelliere prima in tribunale a Lucera e poi, dopo la sua soppressione, passato a Foggia. In entrambi i casi si occupava di fallimenti e aste giudiziarie ma da qualche anno è in pensione. Cosa che esclude anche una eventuale incompatibilità del figlio all’esercizio di tali attività considerato che il decreto 31 ottobre 2006 all’art. 3 comma 3 recita: “È incompatibile la qualità di socio, di legale rappresentate o di amministratore di società di persone, società cooperative e società a responsabilità limitata con la funzione di giudice, di dirigente amministrativo e di funzionario di cancelleria in servizio presso gli uffici giudiziari del distretto di Corte d'appello per il quale la società è iscritta nell'elenco”, e poi il comma 5 aggiunge: “Le norme di cui ai commi 2, 3 e 4 si applicano anche […] ai parenti ed affini fino al terzo grado, dei giudici, dirigenti amministrativi, funzionari di cancelleria, consulenti tecnici di ufficio e delegati del giudice”, proprio per evitare ingerenze inopportune. Tutto a posto con il decreto, l’indubbio vantaggio competitivo (mettiamola così) resta.
La Srl è iscritta presso la Corte d’Appello di Bari (tra le numerose altre che le consentono di gestire aste anche fuori regione) il cui distretto si estende anche Foggia e provincia. Non solo amico e socio, Aliberti è anche dipendente di Vigilante essendo hr advisor in Universo Salute. Mainieri invece è fullstack developer e appassionato di informatica già coinvolto in alcuni progetti a Lucera. Come detto i quattro hanno condiviso la passione per il basket e sono stati in passato compagni di squadra. Oggi sono soci in affari e secondo l’ultimo bilancio disponibile il fatturato al 2022 era pari a 330 mila euro con un utile di 5700 euro anche se proprio nel 2022 è partita l’attività con le aste. Ma dal numero di annunci presenti nel sito si comprende che il giro d’affari è già ampio con la presenza di 342 tra immobili e mobili disponibili, in prevalenza della Capitanata. La vendita viene sempre disposta dal tribunale di Foggia che in pratica delega a società specializzate la gestione dell’asta. Sul sito del tribunale sono 613 i beni messi all’asta in provincia e sono gestiti da asteannunci.it del Gruppo Edicom. Gli annunci sono pubblicati esclusivamente su un sito e non si trovano repliche in altri.
Zone Transition
Zone Transition
Per ogni vendita andata a buon fine l’aggiudicatario dovrà corrispondere in favore di Gsd Srl (o chi gestisce l’asta) un importo a titolo di compenso commissionario, oltre Iva, che viene calcolato sul prezzo finale di aggiudicazione nella misura percentuale del 3,5% per vendite fino a 150 mila euro, del 2,5% da 150 mila euro e un centesimo a 300 mila, del 2% fino a 700 mila, oltre i quali il compenso è pari all’1%. E’ dovuto comunque un compenso minimo di 500 euro. La sostanza? Se non si pone la questione della incompatibilità di Bevere è verosimile pensare che il padre abbia trasferito al figlio il know how e la rete di conoscenze utili per barcamenarsi nel mondo delle aste fallimentari consentendo ad una start up di non partire da zero, nel campo delle aste online come in quello sanitario, considerando il doppio ruolo del socio Vigilante.