Il questionario di Libera fa arrabbiare Merla: “Butta merda sui giovani del paese”

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Evidentemente il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, non deve aver preso affatto bene il questionario (e le risultanze emerse) che Libera contro le Mafie ha sottoposto ad un campione di cittadini (344, di cui 97 giovani e il 63% donne) del comune garganico rispetto alla percezione di legalità sul territorio.

Dal report - presentato martedì scorso in occasione del 5° anniversario dalla morte dei fratelli Luciani (vittime innocenti travolte dal commando di fuoco che il 9 agosto del 2017 eliminò il boss Mario Luciano Romito) – emerge che San Marco in Lamis è percepita dai suoi abitanti come una “città non legale”, nel momento in cui il 70% dei cittadini ha attribuito voti dal 5 in giù quanto a percezione di legalità nel paese.

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Secondo i dati raccolti, inoltre: la comunità civile ha una chiara percezione di alcuni problemi, sebbene manchi una piena consapevolezza dell’importanza di educazione e formazione; vi è una mancanza di dialogo tra le istituzioni, tra cui l’amministrazione comunale, e i cittadini (problematica sollevata per lo più dai giovani); più della metà degli intervistati ha dichiarato di non conoscere esempi positivi di contrasto alle mafie nella provincia di Foggia. Dato, quest’ultimo, che si acuisce tra i ragazzi, l’85% dei quali ignora l’esistenza di figure locali a mo’ di punti di riferimento per la lotta alla criminalità organizzata.

“Si tratta di dati inquietanti che devono indurre ad un ripensamento sul modo vivere e di abitare questa terra”, ha commentato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, nel lungo avviato una volta terminata la presentazione del report.

l’Attacco ha provato a chiedere un’analisi dei dati al primo cittadino di San Marco, che martedì mattina era stato pubblicamente invitato dal rappresentante territoriale di Libera a riflettere e a lavorare con l’amministrazione per invertire la tendenza emersa dai dati. Il sindaco, in questa circostanza, era rimasto in silenzio senza aggiungere altro.

“Non ho nessuna necessità e voglia di replicare – dichiara ora Merla a l’Attacco –. Mercoledì abbiamo inaugurato un campo di calcetto e nessuno ne ha dato notizia. Quello di Libera è un sondaggio che non ha alcuna validità scientificità, che viene pubblicato e butta merda su una classe di giovani sammarchesi”.

Così l’Attacco ha chiesto una replica a Federica Bianchi, referente provinciale e co-referente regionale di Libera contro le Mafie, anche lei presente alla commemorazione dei fratelli Luciani e alla presentazione dei risultati del sondaggio tenutesi nella chiesa madre di San Marco in Lamis.

“Quel sondaggio – esordisce Bianchi – è frutto del lavoro di gruppo del presidio territoriale di Libera, condotto con umiltà e senza la pretesa di ergersi ad enti statistici quali l’Istat. E’ un lavoro fatto non per attaccare qualcuno ma per fare rete sul territorio nell’analisi delle criticità e nella risoluzione di esse, provando a coinvolgere più persone possibili nel perseguimento della giustizia sociale, cosa che hanno ribadito anche la vedove Luciani nel loro discorso, tre giorni fa in chiesa. Libera non ha alcuna intenzione di accendere o alimentare polemiche. Sono solo dispiaciuta per la reazione del sindaco”.

Poi Bianchi entra ancor più nel merito e nel senso del questionario somministrato. “Non capisco per quale motivo il sondaggio dovrebbe buttare fango. L’hanno compilato i cittadini. Voleva essere – spiega - un piccolo strumento per provare a fornire un termometro sulla percezione di legalità tra i sammarchesi, giovani e meno giovani. I cittadini che vi hanno aderito lo hanno compilato in maniera volontaria e anonima, sentendo di voler esprimere la propria percezione e forse anche il proprio malessere. Non vedo cosa ci sia di male in questo. Anzi dobbiamo ringraziarli perché ci stimolano a pensare a strumenti nuovi e diversi per valorizzare il territorio. I dati emersi, d’altronde, non sono la posizione di Libera. Mai stata nostra intenzione criticare o offendere qualcuno. Lo abbiamo spiegato bene anche quel giorno: il report – ribadisce la co-referente regionale - ha carattere propositivo per integrare e potenziare le iniziative all’interno del percorso di legalità. Come facciamo a proporre attività in linea con i bisogni del territorio se non conosciamo il pensiero dei cittadini? E’ chiaro che i dati emersi riguardano un campione, nessuno ha la presunzione di dire che lo spaccato riportato rappresenti la realtà assoluta. D’altronde – evidenzia Bianchi - il sondaggio è stato presentato con la massima trasparenza: sono stati indicati il numero di persone ascoltate e il dettaglio statistico sulle varie questioni proposte alla cittadinanza. Nessuno vuole generalizzare: lo diciamo sempre, guai a farlo”.

Bianchi, infine, spiega in che modo quel questionario può essere utile anche a Libera per provare riorientare la propria azione: “Si è trattato di uno strumento efficace anche a raggiungere e a coinvolgere fasce di popolazione a cui non riusciamo ad arrivare, che non frequentano il nostro presidio o non partecipano alla vita associativa in genere. Il report ha inoltre svelato come tanta gente, tra cui molti giovani, abbia dichiarato di non conoscere esempi positivi di legalità sul territorio. Se i ragazzi hanno risposto per la stragrande maggioranza in senso negativo è chiaro che ci dobbiamo mettere tutti in discussione, a partire da noi di Libera. Per comprendere perché non si conoscano esempi di legalità, che esistono in provincia di Foggia, e come provare ad invertire il trend. Forse – si interroga Bianchi - non comunichiamo ancora in modo sufficientemente efficace.  In tutti i modi – conclude – questo sondaggio rappresenta un piccolo strumento di partenza che ci aiuta a ridefinire il nostro lavoro. Un lavoro che vogliamo continuare a condurre in rete per far conoscere il bello del territorio e per lavorare ancor più alacremente al tema della legalità”.

Sulla questione è intervenuta anche la vice presidente nazionale di Libera, Daniela Marcone, che ha voluto ribadire a l’Attacco come “l’intento  dell’associazione, ormai consolidato da tempo, è valorizzare la memoria delle vittime innocenti di mafia per renderla motore di azioni concrete nel solco della costruzione collettiva di speranza”, ha detto Marcone, che invita il sindaco “a non arrabbiarsi e ad incontrare il gruppo di Libera nel solco di una collaborazione intrapresa già in occasioni precedenti”.

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Infine Antonio Motta, studioso e responsabile del Centro studi “Sciascia”: “L’illegalità è ormai diffusa su tutta la provincia ed è un problema che va affrontato a partire da necessari percorsi formativi nelle scuole, già in tenera età. L’istituzione scolastica, che fa poco in tal senso, deve attribuirsi la sua fetta di responsabilità”.    

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