“Noto molta calma e tranquillità. La commissione ha chiesto degli atti e i dipendenti degli uffici – secondo la mia percezione – non hanno mostrato nessun segno di nervosismo e non ho notato momenti di tensione. Anche tra gli amministratori”. Così a l’Attacco una fonte molto vicina alla vita quotidiana del Comune di Orta Nova.
Il centro dei Cinque Reali Siti è interessato da ottobre dalle verifiche della Commissione di accesso agli atti: un organo che ha il compito di analizzare i documenti prodotti dall'amministrazione guidata da Domenico Lasorsa. Ma anche di decifrare la permeabilità o la scarsa contrapposizione del governo cittadino alla criminalità organizzata. Per fare questo la Commissione – composta da Angela Barbato (vice prefetto aggiunto presso la Prefettura di Foggia), Vincenzo Centoletti (dirigente della Polizia anticrimine presso la Questura di Foggia) e da Domenico Musto (Comandante della terza sezione nucleo investigativo del comando provinciale Carabinieri di Foggia) – ha ricevuto una proroga dalla Prefettura di Foggia di altri tre mesi per portare a termine il proprio lavoro.
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Secondo la fonte ascoltata da l’Attacco, l’unico settore che desta più preoccupazione pare essere quello dei rifiuti. “E’ sicuramente l’argomento più chiacchierato”, ha riferito la fonte. “Ma per il resto quello che è emerso sembra più scoop giornalistico che la realtà dei fatti”. Anche se poi la stessa fonte ammette che in città e nel Comune “ci si divide tra chi pensa ci sarà lo scioglimento del Consiglio comunale e chi invece è sicuro che non accadrà nulla”. Perché “per essere arrivati all’insediamento della Commissione di accesso agli atti – è stato riferito a l’Attacco – ci deve essere qualcosa in più”.
Da quello che è emerso, l’analisi della Commissione si sarebbe incentrata oltre che sull’affidamento per la raccolta dei rifiuti anche sulla concessione delle residenze ai cittadini stranieri. “Questo aspetto – ha sottolineato la nostra fonte – non è proprio pertinente con le infiltrazioni mafiose. Si tratta, in realtà, più che altro di problematiche con alcuni dipendenti che hanno fatto qualche cavolata verso i quali sono stati presi provvedimenti disciplinari. Insomma, la mafia non c’entra nulla in questo caso”.
Altro aspetto su cui si sarebbero concentrate le verifiche della Commissione sarebbe un presunto abusivismo commerciale. “Anche questa ricostruzione sembra frutto più di una ipotesi che della effettiva realtà dei fatti. A Orta Nova, i due agenti di Polizia Locale che si occupano dei controlli della attività commerciali hanno subito un atto intimidatorio, cioè l’incendio delle auto. Qualcuno ha unito i due aspetti formulando questa probabilità. Che tenderei ad escludere”.
I riflettori sarebbero puntati anche su parentele e amicizie di alcuni dipendenti comunali con esponenti di spicco della criminalità locale. “Le famiglie sono grandi e questo è un aspetto che c’è sempre stato, nel senso che ci sono dei legami familiari con alcune persone che lavorano a Palazzo di Città – ha evidenziato la fonte contatta da l’Attacco –. Ma da qui a dire che questo possa comportare un condizionamento sull’attività amministrativa o che vengano favoriti alcuni soggetti non è una opzione contemplata. Anzi, proprio coloro che hanno un cognome riconducibile a qualcuno addentrato nei gruppi criminali locali operano con un’attenzione maniacale, proprio perché potrebbero essere attenzionati più degli altri”.
Si respira un’aria di serenità – secondo la fonte ascoltata – perché la stessa minoranza non ha svolto un ruolo di opposizione in queste ultime settimane. “Non hanno fatto nulla – ha ribadito –. Gli amministratori, invece, sono tranquilli e continuano a produrre atti su atti”.
“Ci aspettavamo dei dati ufficiali – ha riferito a l’Attacco Antonio Di Carlo, esponente dell’opposizione in Aula consiliare –. Nelle prossime ore andrò a informarmi per avere delle notizie ufficiali. Noi ci auguriamo che non accada nulla, perché altrimenti sarebbe una macchia indelebile. Spero che non paghi tutta la città”. Nessuna riflessione, invece, dagli esponenti della maggioranza.
Zone Transition
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La città, dunque, vive nell’attesa: per ora resta in silenzio ed è “continuamente dormiente. E’ un po’ stordita, assuefatta – viene riferito a l’Attacco – la gente si è abituata a stare fuori dal proprio contesto e a trascorrere il proprio tempo a Foggia o Cerignola. Il cittadino ‘tranquillo’ preferisce più andare in queste che città che stare nel proprio paese”.