Fa ancora discutere la notizia degli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza a seguito dell’inchiesta che avrebbe smascherato quella che è stata ribattezzata “la fabbrica di diplomi fasulli di San Nicandro Garganico” e che ha portato a oltre una trentina di indagati e tre arrestati. In carcere è finito l’ex deputato ed ex Sindaco Nino Marinacci, ai domiciliari suo figlio Enzo, consigliere comunale, e Roberto Melchionda, collaboratore all’interno dell’istituto di formazione Manzoni di San Nicandro.
Le ipotesi di reato sono truffa, falso in atti pubblici e contraffazione ed uso di sigilli dell'Unione Europea, della Repubblica Italiana, della Regione Campania. La scuola privata avrebbe negli anni organizzato falsi corsi per conseguire i diplomi di operatore socio sanitario e di operatore socio sanitario specializzato.
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L’indagine sarebbe partita dalla segnalazione di alcuni ignari studenti che si sono visti non riconosciuti i propri titoli nell’ambito del concorso per reclutare Oss bandito dal Policlinico Riuniti di Foggia.
La notizia delle decine di operatori socio-sanitari decaduti venne data in anteprima su queste colonne nel 2021, quando emersero, a seguito dei controlli effettuati dal personale dell’Azienda ospedaliera, le irregolarità rispetto ad altrettanti titoli.
Tre gli istituti di formazione che allora avevano rilasciato attestati Oss considerati non idonei (non coinvolti nell’inchiesta di San Nicandro): Informates School Srl di Teramo, “in quanto, dopo un controllo effettuato dalla Regione Abruzzo è risultato che l’ente di formazione non è inserito nell’Albo Regionale degli Organismi di Formazione accreditati dalla Regione Abruzzo allo svolgimento di attività formative”, secondo quanto riportato negli atti del Policlinico; Acn, con sede in provincia di Caserta in quanto “la Regione Campania ha comunicato la non validità di tutti gli attestati rilasciati dall’agenzia formativa, denominata Acn, non avendo la stessa mai svolto corsi di qualifica di operatore socio sanitario”; l’istituto europeo Aps Pegaso, con sede a Foggia (del quale era direttore Domenico Di Conza, noto in città anche per la sua professione di giornalista), “non essendo tale organismo accreditato per la formazione professionale e autorizzato all’erogazione di corsi di formazione Oss dalla Regione Puglia”.
Anche costoro si sono ritrovati a fare i conti con una amarissima sorpresa, alcuni passati addirittura da vincitori di concorso a decaduti. Su queste colonne in molti hanno espresso la loro rabbia, per il fatto che in particolare la Pegaso “sempre e da sempre pubblicizzava la propria attività come atta ed adeguata alla partecipazione ai migliori concorsi pubblici, nazionali e regionali”.
“Pubblicizzava e assicurava che gli attestati rilasciati erano e sarebbero stati sempre spendibili presso enti pubblici e privati. E invece oggi ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano, dopo aver investito migliaia di euro, energie e tempo”, tuonano gli Oss decaduti a l’Attacco.
A risvegliare il loro malumore sono state per l’appunto le notizie giunte da San Nicandro: “Circa una sessantina di noi decaduti della Pegaso ha formalizzato l’invio di un esposto in Procura, per chiedere alla magistratura di accertare eventuali irregolarità riguardo alla nostra esperienza con la Pegaso – hanno riferito gli Oss a l’Attacco -. Alcuni sono stati, nei mesi scorsi, anche convocati per rendere testimonianza di fronte alle autorità preposte. A questo punto ci chiediamo che fine abbia fatto la nostra denuncia non avendo avuto nessun aggiornamento in proposito. Nel frattempo, dopo che le nostre attese, le nostre speranze e il nostro investimento sono andati in frantumi, molti di noi hanno deciso di ripartire da zero, ci siamo iscritti nuovamente ad altri percorsi formativi, stiamo pagando altri corsi e stiamo provando a ricostruire la nostra professione. Non riusciamo a capacitarci del fatto che ad oggi non siano state individuate ancora le responsabilità di questa nostra condizione che ha dell’incredibile”.
La beffa a danno dei decaduti Pegaso sta nel fatto che gli iscritti hanno effettivamente avuto la formazione, con tanto di lezioni in presenza con docenti di livello, esami finali e tirocini in strutture sanitarie pubbliche e private, a differenza di chi oggi è indagato per aver acquistato, secondo la ricostruzione della Procura, titoli senza aver mai ricevuto alcun tipo di istruzione specifica, sborsando fino a 25 mila euro.
Proprio sulla base delle competenze conseguite i decaduti hanno chiesto alla Regione Puglia una sorta di sanatoria, un minicorso e un conseguente attestato, riconosciuto e spendibile nelle procedure di reclutamento pubbliche e private.
La proposta però non ottenne le risposte sperate, così come anche il ricorso al Tar e il successivo appello in Consiglio di Stato vennero rigettate.
Zone Transition
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“Siamo arrabbiati e delusi, la nostra è una situazione paradossale sulla quale non chiediamo altro che si faccia al più presto chiarezza”, hanno concluso gli operatori.