Bisognerà attendere ancora, fino a metà aprile, per la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio delle otto persone coinvolte nell’indagine della Procura foggiana e della Guardia di Finanza sul presunto sistema di atti falsi e favori al Comune di Peschici. L’operazione scattò a gennaio 2022, con gli arresti domiciliari dell’ormai ex dirigente dell’Ufficio tecnico, l’architetto Massimo d’Adduzio, ora in pensione (il quale è stato anche ad interim responsabile dei Settori Ambiente, Patrimonio e Demanio), e di Giuseppe Mastromatteo, responsabile del Servizio Demanio marittimo.
Per i restanti 6 indagati fu applicata la misura interdittiva, per la durata di 12 mesi: dai pubblici uffici o pubblici servizi per il dirigente comunale Luigi Forte, responsabile del Settore Affari generali, e per l’istruttore tecnico del Settore Ambiente Domenico Martino; dalla possibilità di contrarre con la pubblica amministrazione per gli imprenditori Domenico Salvatore Mastromatteo (fratello del funzionario comunale Giuseppe) e Leonardo Lagrande, rispettivamente presidente e vicepresidente del consiglio di amministrazione della Società cooperativa Coop Service; dall’esercizio della libera professione per gli avvocati e coniugi Raffaele Sciscio e Maria Pia De Nittis. Le misure cautelari furono poi revocate.
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L’udienza preliminare era iniziata a ottobre scorso davanti alla GUP Michela Valente, parte offesa è il Comune di Peschici rappresentato dal sindaco Franco Tavaglione. Per Raffaele Sciscio e Maria Pia De Nittis – assistiti rispettivamente dagli avvocati Michele Curtotti e Michele Vaira – è stato il rito abbreviato. L’abbreviato è stato chiesto anche per Domenico Salvatore Mastromatteo e Leonardo Lagrande, assistiti dall’avvocato Domenico Afferrante. La giudice a ottobre aveva rinviato l’udienza preliminare al 19 gennaio, data in cui era attesa la decisione sia sull’abbreviato che sul rito ordinario. Ebbene, giovedì scorso hanno discusso i tre difensori (Curtotti, Vaira e Afferrante) che difendevano i 4 che hanno chiesto il rito abbreviato, i coniugi Sciscio e i due imprenditor). Il pm ha chiesto il termine per repliche e quindi la GUP ha rinviato al 13 aprile prossimo.
Per gli altri 4 che non hanno chiesto l’abbreviato (Massimo, Giuseppe Mastromatteo, Martino e Forte) si discuterà sul rinvio a giudizio il 13 aprile con i rispettivi difensori (Fasanella, Ursitti, Maggiano e Falcone). Nessun commento arriva dai legali, da cui trapela però ottimismo.
Il rinvio è collegato dagli stessi solo al gran carico di lavoro della GUP ma è indubbio che tale tempistica finisca per avere anche riflessi politici.
L’esito dell’udienza preliminare è atteso con una certa trepidazione anche a Vico del Gargano, dove Sciscio è l’attuale vicesindaco di Michele Sementino. In primavera il Comune tornerà alle urne e proprio l’avvocato è considerato il candidato in pectore per il centrodestra, sulla linea della continuità con Sementino reduce da due mandati. “Si candiderà senza dubbio ed è molto tranquillo”, spiegano alcuni beninformati a l’Attacco.
Nei mesi scorsi scorsi Sciscio ha annunciato l’addio alla Lega per protesta contro il partito regionale, “reo” di aver sbagliato le candidature puntando sul consigliere regionale Joseph Splendido anziché sul giovane segretario provinciale Daniele Cusmai, concittadino di Sciscio.
Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del pm contro l’ordinanza del Tribunale del riesame di Bari, che aveva annullato l’applicazione al funzionario Forte della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio per un anno. Ordinanza ora definitiva, col risultato che Forte può svolgere il proprio lavoro senza limitazioni.
L’ex dirigente d’Adduzio, Giuseppe Mastromatteo e Martino sono accusati di aver formato un atto pubblico ideologicamente falso rispetto alla società Porto di mare sas di Martella Vittoria & C., riconducibile dal consigliere di minoranza ed ex candidato Sindaco Memo Afferrante. La seconda contestazione di cui Mastromatteo deve rispondere riguarda un presunto atto falso per la stessa impresa.
La terza contestazione riguardante d’Adduzio, Mastromatteo e Martino concerne il rilascio della concessione alla Porto di mare. Domenico Salvatore Mastromatteo e Leonardo Lagrande il 7 dicembre 2019 con mezzi fraudolenti avrebbero turbato la gara pubblica con procedura negoziata da circa 100mila euro avente ad oggetto l'affidamento di interventi di riqualificazione urbana, con un falso contratto di avvalimento con la molisana Nikante.
Il quinto capo di imputazione concerne d’Adduzio proprio in relazione a tale appalto.
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Infine gli ultimi due capi di accusa contestati dalla Procura a Forte e ai due legali: l’ex segretario cittadino della Lega con Sciscio e De Nittis avrebbe falsamente attestato l’insussistenza di cause di conflitto di interesse dei coniugi col Comune di Peschici. L’indagine svelò ben 41 incarichi legali per oltre 130mila euro ai due avvocati.