Tangenti, Iaccarino: "Fiumi di denaro su tante cose"

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“Signor giudice fiumi di denaro, fiumi di denaro su tante cose”. Non fa marcia indietro, tutt’altro, l’ex presidente del consiglio comunale di Foggia Leo Iaccarino sul sistema di tangenti e corruzione a Palazzo di città.

In un verbale da 112 pagine sono state riportate le ultime ore dell’incidente probatorio, conclusosi il 18 ottobre scorso col controesame di Iaccarino da parte degli avvocati difensori degli altri indagati (Landella, Di Donna, Ventura, Rignanese, Tonti, Iacovangelo, Di Pasqua). 

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Dopo la revoca da presidente seguito alle pistolettate a salve dal balcone di casa a Capodanno, il vigile del fuoco fu arrestato lo scorso 30 aprile nell’inchiesta sulle presunte tangenti per poi diventare il grande accusatore dell’ex sindaco Franco Landella, arrestato a sua volta il 21 maggio per tentata concussione e corruzione.

Nel corso dell’incidente probatorio, protrattosi per diversi mesi, Iaccarino è stato sentito come testimone sulla presunta concussione per il project financing della pubblica illuminazione e come indagato per le contestazioni nei suoi confronti, ovvero corruzione, peculato e tentata induzione indebita. Ora si deve attendere che la Procura chiuda le indagini.

I legali di Landella & Co. hanno cercato di far emergere l’ostilità di Iaccarino nei confronti dell’ex primo cittadino, come pure incongruenze, dimenticanze, inesattezze.

Perché, ad esempio, Iaccarino non registrò la restituzione da parte sua a Landella dei soldi di una presunta tangente?

“Avvocato sa quante altre volte avrei potuto avere le prove sul sindaco, dai smettiamola su questa cosa. Io vi sto dicendo che ero la figura apicale dalla politica foggiana, la seconda carica istituzionale e sapevo vita, morte e miracoli, e qua ci fissiamo sulla domandina. Sa quante altre volte, ho detto alla Procura che se vuole la Procura ci sediamo e perdiamo le giornate intere, perdiamo le giornate intere e qua ci fissiamo: “Perché non hai registrato”.  Signor giudice fiumi di denaro, fiumi di denaro su tante cose. Mi scusi la tonalità. Qui stiamo a fare i professorini sulle duemila euro”, la replica di Iaccarino, il quale ha alluso pesantemente ad “ambienti particolari” cui sarebbe stato legato il primo cittadino.

“Io speravo di essere intercettato, almeno qualcuno mi chiamava e mi diceva: ‘Che sta succedendo?’, e avrei fornito delle…”. Treggiari (legale di Daniela Di Donna): “Quindi non era più semplice andare a denunciare?”.

Iaccarino: “Ho avuto paura, anche perché ero stato minacciato dalla mia ex coniuge e lei mi diceva: ‘Se tu vai a denunciare io sono costretta a metterti fuori di casa’”.

Treggiari: “In quale occasione le ha fatto queste minacce?”. Iaccarino: “Può darsi anche a letto la sera prima di addormentarci e fare la preghiera mi diceva: ‘Non fare questa cosa perché altrimenti sono costretta a metterti fuori di casa’”.

Treggiari: “Comunque questa è una delle motivazioni sua moglie…”.

Iaccarino: “L’unica motivazione, avevo paura, anche perché avvocato insomma la famiglia Landella-Di Donna a Foggia c’era il chiacchiericcio che erano legati un pochettino da ambienti un po’ particolari e quindi io stesso avevo il timore, non tanto per me, ma per mia moglie e i miei figli. Quindi si diceva a Foggia: ‘Stai attento a quelle persone’”.

Treggiari: “Ambienti particolari che significa? Ambiente particolare può essere la lobby del mattone, il Circolo ippico, il Rotary Club. Che significa ambienti particolari?”. Iaccarino: “Avvocato mi sono ricordato mi ha dato lei una mano, uno dei motivi per il quale il Comune di Foggia è stato sciolto per mafia, adesso ricordo, quindi poteva essere questo uno dei motivi leggendo…”.

Secondo Leo Iaccarino sarebbe stato Landella a fargli la guerra: “Io non ho mai fatto guerre sapendo di perderle. L’unica volta che ho cercato di fare una competizione o una guerra è stato dal febbraio del 2019 quando ci sono state le primarie”.

Iaccarino ha rivelato anche un incontro l’estate scorsa col collega di maggioranza Bruno Longo. I due campioni di consensi commentarono, a dire di Iaccarino, l’indagine sulle tangenti.

“Vengo a conoscenza quest’estate, una domenica d’estate al mare a Vieste, mi ferma l’ex consigliere comunale Bruno Longo e dice: ‘Leo tutto hai detto, tranne il fatto che alla prima, quindi quando è stata approvata la prima volta la questione di Tonti, l’allora assessore all’Urbanistica Ciccio D’Emilio prendeva 20mila euro di tangente dalla signora Concetta Tonti (dipendente comunale sorella dell’imprenditore Paolo, tra gli indagati per una presunta tangente per la lottizzazione di viale Pinto, ndr), questa cosa non te la devi far sfuggire’. ‘Bruno la posso dire?’. ‘Dilla, e di’ che te l’ho riferito io’. ‘Okay, va bene’”.

Ma com’è andata davvero la vicenda Tonti? I legali degli altri indagati hanno provato a demolire a monte la narrazione della Procura. “Lei sa quale amministrazione ha approvato la prima delibera Tonti con la convenzione di cinque anni?”, ha chiesto l’avvocato Curtotti, legale di Landella. Iaccarino: “Credo sia stata l’amministrazione Landella, credo”. Curtotti: “Non ho altre domande, solo per poi dire che produrremo copia della delibera del consiglio comunale ed era l’amministrazione del sindaco Mongelli”.

Iaccarino ha poi ribadito il ruolo che avrebbe avuto il collega di maggioranza Consalvo Di Pasqua, fedelissimo di Landella: “Quando facciamo le proposte di delibera al consiglio comunale di interesse esclusivo per la collettività, che cosa devi chiedere come tangente. Ma ci sono tante altre cose dove è chiaro che l’amministrazione ha rapporti diretti e contatti diretti con il mondo imprenditoriale e chiedono le tangenti”.

Zone Transition

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Avvocato: “Chi è che era sempre e solo uno che faceva questa cosa? Cioè di contattare i vari consiglieri comunali affinché si decidesse se votare o meno?”. Iaccarino: “Lo ripeto: Consalvo Di Pasqua”.

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