This is the end: è davvero l’ora della demolizione per il ristorante dei Romito

Carattere
  • Più Piccolo Piccolo Medio Grande Più Grande
  • Predefinito Helvetica Segoe Georgia Times

A Manfredonia è arrivata l’ora della demolizione per il noto ristorante “Guarda che luna”, situato in località Acqua di Cristo e di fatto gestito da Michele Antonio Romito.

Era previsto già nelle scorse settimane un tavolo tecnico in Comune per concordare il cronoprogramma dell’intervento di rimozione e ripristino dello stato dei luoghi. Doveva tenersi già prima dell’adozione, da parte del prefetto di Foggia Carmine Esposito, della pesantissima interdittiva antimafia notificata lo scorso 4 febbraio all’amministrazione comunale.

Carousel Banner 1

Carousel Banner 1

Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta

Carousel Banner 2

Carousel Banner 2

L’impresa destinataria dell’interdittiva è la Bar Centrale sas, guidata dal figlio di Michele, il 38enne Francesco, già titolare del lido Bagni Bonobo di Siponto, pure quello fermato anni fa da analogo provvedimento dell’UTG e poi operante grazie al controllo giudiziario e alla gestione affidata ad un amministratore di nomina prefettizia. Nella compagine societaria di Bar Centrale sas anche gli altri due fratelli di Francesco e la loro madre.

Michele è il fratello del boss Mario Luciano Romito che venne ucciso il 9 agosto 2017 nel quadruplo omicidio mafioso di San Marco in Lamis (in realtà avvenuta in agro di Apricena), in cui perirono anche suo cognato Matteo De Palma e gli innocenti fratelli agricoltori Aurelio e Luigi Luciani.

Ebbene, nell’interlocuzione con gli uffici comunali, Michele Romito e il suo avvocato avevano concordato che avrebbero iniziato a rimuovere la struttura nei giorni scorsi per concludere lo smantellamento entro marzo.

Ieri mattina il sopralluogo della Polizia municipale nel ristorante, alla presenza di Michele Romito e del suo avvocato. Ora l’attesa è per l’avvio, ormai davvero imminente, dello smontaggio.

Si tratta del conosciutissimo ristorante costruito sulla scogliera, amato negli scorsi anni da una variegata clientela (tra cui politici, amministratori, membri del CSM) per la sua cucina di pesce e la vista mozzafiato.

E’ stato operativo, dopo alcuni anni di chiusura, fino alla scorsa estate. L’ultima tegola piombata sui Romito è quell’interdittiva antimafia che con l’altissima discrezionalità che caratterizza il provvedimento amministrativo (che è misura di prevenzione) mette in risalto le parentele e il peso del clan.

La svolta è arrivata a due mesi dalle importantissime risultanze cui sono pervenuti gli investigatori della DDA di Bari con l’operazione antimafia Omnia Nostra (con 48 indagati) di dicembre 2021, che ha evidenziato con estrema chiarezza il controllo del territorio sia sul piano economico che su quello militare. Michele Romito, citato nell’ordinanza, non è indagato in Omnia Nostra. Il prefetto, nell’interdittiva, lo definisce “elemento di spicco dell’agguerrita gens mafiosa Romito, attiva nell’area garganica, con sede a Manfredonia”. “Nell’ordinanza di custodia cautelare”, dice ancora Esposito, “è più volte citato in relazione alla ‘supremazia’ che gli viene riconosciuta da altri esponenti della mafia garganica, nella gestione degli affari del clan omonimo”. Quanto all’impresa, è descritta come “una realtà economica inquietante sotto il profilo antimafia, proprio perché svolge un’attività che sfrutta le coste sipontine per fini ricettivi, in un contesto in cui fonti giudiziarie hanno evidenziato l’interesse del clan Romito per le attività economiche che si svolgono sulle coste di Manfredonia e soprattutto la pervasività del clan nella economia legale”. L’interdittiva si sofferma anche sul quadruplice omicidio. Mario Luciano Romito, per l’UTG, “stava guidando un percorso espansionistico e di consolidamento del clan, potendo contare su una solida alleanza con strutture malavitose di Mattinata e su importanti appoggi criminali anche in altre aree del Foggiano, compreso il capoluogo, dove aveva come punto di riferimento la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza”.

Dopo la strage la Squadra Stato ha iniziato una vera guerra ai clan di Capitanata, cominciando nel 2018 a colpire a Manfredonia anche le infiltrazioni nell’economia legale da parte dello storico clan Romito, rimodulatosi in Romito-Ricucci-Lombardi-La Torre e operante in tutta l’area del Golfo, di Monte Sant’Angelo, Mattinata e Vieste.

Quattro anni fa l’allora prefetto di Foggia Massimo Mariani adottò l’interdittiva a carico di Francesco Romito, quale amministratore unico della Biessemme srl, in relazione ai Bagni Bonobo, stabilimento balneare e cuore della movida del Golfo. Dopo pochi mesi, a gennaio 2019 Mariani fermò con interdittiva anche l'agenzia di onoranze funebri di Grazia Romito, sorella di Michele e Mario Luciano, dunque zia di Francesco; l'atto prefettizio (acquisito al protocollo comunale solo il 5 agosto) portò ad agosto di quell’anno, come d’obbligo, il Comune di Manfredonia a revocare tutte le autorizzazioni rilasciate in favore dell'impresa.

Il 2019 si concluse per la città sipontina col commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose. Insomma, il cerchio si è stretto sempre di più sia sulla criminalità organizzata che sui suoi tentacoli nella pubblica amministrazione e nel tessuto economico del territorio.

Ma prima dell’interdittiva antimafia c’erano stati anni di contenzioso, iniziati nel 2017, a causa delle accuse di violazione della normativa ambientale ed edilizia. All’epoca dirigente del Comune sipontino era l’ingegnere Antonello Antonicelli, ex dirigente della Regione.

Il “Guarda che luna” fu sequestrato a settembre 2017, sequestro confermato a luglio 2018 quando venne meno anche la facoltà d’uso. Da allora non potè riaprire i battenti per anni.

A febbraio 2018 i Romito presentarono ricorso al TAR Puglia contro Comune, MIBAC e Soprintendenza, chiedendo l'annullamento previa sospensiva dell’atto del 22 dicembre 2017 del dirigente comunale del 6° Settore, Antonicelli. Con quell’atto, rispetto al ristorante, il Comune di Manfredonia aveva disposto, tra l’altro, di acquisire l’autorizzazione paesaggistica per il mantenimento della struttura per l’intero anno solare, e di provvedere, pertanto, nelle more, alla sua rimozione.

Il 17 dicembre 2018 fu pubblicata la sentenza con cui il TAR respinse il ricorso e condannò la Bar Centrale sas anche al pagamento delle spese di lite in favore del Comune di Manfredonia, del Ministero e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. Inutilmente i Romito si affidarono ai noti amministrativisti lucerini Enrico Follieri e Ilde Follieri.

Ad un anno dal TAR anche il Consiglio di Stato, massimo giudice amministrativo, a dicembre 2019 rigettò l’appello dei Romito, con altra condanna alle spese.

A ottobre 2020 l’assoluzione in sede penale portò al dissequestro del ristorante, ma la controversia in sede di giustizia amministrativa diede in seguito un’ulteriore scoppola all’impresa, con la condanna da parte del TAR a ripristinare lo stato dei luoghi.

Sembrava, negli scorsi mesi, che il Comune volesse restare in attesa della sentenza di merito del Consiglio di Stato, un atteggiamento fin troppo cauto considerato che il massimo giudice amministrativo, rigettando l’istanza di sospensiva, ha mantenuto in vita l’esecutività della decisione di primo grado. E invece si è alla svolta finale, alla conclusione di una vicenda annosa diventata per Manfredonia emblematica. La demolizione sarà avviata nelle prossime ore. Già ieri mattina agenti della Polizia municipale si sono recati sul posto, dove hanno incontrato Michele Romito e il suo legale Pietro Schiavone.

Anche qualora l’opera di rimozione non dovesse venir realizzata autonomamente da parte dell’impresa il ristorante è destinato ad esser demolito. 

Infatti, all’indomani della notifica della interdittiva antimafia, mentre il Comune ha revocato le autorizzazioni al funzionamento (atto di propria competenza), l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale ha adottato il provvedimento di revoca della concessione demaniale marittima, atto a seguito del quale è previsto lo sgombero dell’area.

Zone Transition

Zone Transition

“In presenza di interdittiva la PA è obbligata e revocare le concessioni di beni pubblici”, ha ricordato a l’Attacco il presidente dell’AdSP MAM, Ugo Patroni Griffi.

Clicca qui per Partecipare ai nostri Questionari Chiudi

Partecipa al Questionario di FORGARGANO

QUESTIONARIO SUL PROGETTO FORGARGANO

Gentili visitatori, aiutateci a migliorare il turismo nel Parco Nazionale del Gargano. Le vostre opinioni sono preziose! Grazie per la vostra partecipazione!

Questionario

Partecipa al Questionario di INNOVALEGUMI

QUESTIONARIO SUL PROGETTO INNOVALEGUMI

Invitiamo tutti i visitatori a partecipare al nostro questionario sul Progetto Innovalegumi, nell'ambito del PSR 2014-2020, Misura 16.2, Focus Area 2a. Il progetto mira a migliorare la coltivazione delle leguminose nelle aziende cerealicole pugliesi attraverso la selezione di varietà ottimali e l'adozione di tecniche innovative. Le vostre risposte ci aiuteranno a comprendere meglio le esigenze del territorio e a sviluppare soluzioni efficaci. Grazie per il vostro contributo!

Questionario

   banner whatsapp canale 700

 

testatina dillo al direttore WEB

 

CONTENUTI SPONSORIZZATI

Migliora la tua esperienza: installa la nostra app ora!

Ottieni accesso immediato alla nostra app installandola sul tuo dispositivo iOS!
È sufficiente toccare il pulsante Share (condividi) in basso allo schermo,
poi selezionare Add to Home Screen (Aggiungi alla schermata Home).
Segui le istruzioni per aggiungere l'icona della nostra app alla schermata Home per un accesso rapido e facile.
Goditi una navigazione senza interruzioni e rimani connesso ovunque tu vada!

× Installa l'app Web
Mobile Phone
Offline: nessuna connessione Internet
Offline: nessuna connessione Internet