Chi non è mai stato a Manfredonia, se la visita in questi giorni, resterebbe piuttosto stupìto da quanto parcheggio riesce a trovare nelle vie principali del centro. Sono posti a pagamento, dal 6 giugno scorso, che i residenti stanno boicottando. Pacificamente e senza azioni sconsiderate, ma se le inventano tutte pur di affermare le ragioni di quello che è un sentimento comune: le tariffe sono esageratamente esose.
Stiamo seguendo e rendendo conto della vicenda, su queste colonne, anche per via della singolarità della stessa. Non si riescono a trovare Comuni italiani dove la tariffa degli abbonamenti sia così elevata. Ciò che i sipontini non mandano giù, più che il costo orario, è proprio quello riferito agli abbonamenti. Quei 70 euro mensili stabiliti per residenti e lavoratori sono un boccone amaro da inghiottire.
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Domenica scorsa, il neonato Comitato cittadino Tariffe blu, ha fatto il suo esordio in piazza. In una piazza reale, dopo i primi vagiti nelle piazze virtuali dei social.
Per quanto privi di gazebo o di qualsiasi altro ‘richiamo’, hanno raccolto quasi 500 firme al loro esordio. Altre stanno arrivando dagli appositi moduli, che sono stati distribuiti tra attività commerciali e privati cittadini.
Come verificato da l’Attacco, parecchi sapevano dell’iniziativa in piazza del Popolo ed erano loro stessi a cercare i referenti del Comitato. C’era l’avvocata Maria Lucia Totaro, i commercianti Emiliano Della Torre e Luigi Di Benedetto, c’era il portavoce Gianluca Iaconeta. C’era, soprattutto, la gente che si fermava e risultava in larga parte già molto ben informata. Erano lì per firmare.
Qualcuno ha voluto anche avanzare proposte, come quella che vorrebbe che aumentino i posteggi con strisce blu, in modo che si possano abbassare le tariffe attualmente vigenti. Qualcun altro, invece, ha stigmatizzato i parcheggi selvaggi, gli stendini e le sedie davanti ai pianoterra, i carrellati della raccolta differenziata che restano per tutto il giorno all’esterno di alcune attività commerciali. “È lì che il Comune può guadagnare, anziché continuare a far pagare le persone come noi che rispettano sempre le regole. E siamo quelli che pagano anche per chi non lo fa”, dice il signor Giuseppe. Riscuotendo i cenni di assenso da parte di chi lo ascolta.
Le discussioni hanno toccato altri due aspetti: le zone escluse e quelle che hanno ricevuto un trattamento di favore.
Come hanno notato in tanti, due grosse arterie come via della Croce e via Gargano non sono state comprese tra quelle in cui si deve pagare il parcheggio.
Inoltre, come osservato dal capogruppo di Molo 21, Gaetano Prencipe, ad ognuna delle famiglie che abitano al Villaggio dei pescatori è stato destinato “non uno, bensì due stalli per parcheggiare la propria autovettura in via esclusiva, pagando un abbonamento annuale di 100 euro per la prima e di 50 euro per la seconda”. In pratica, in quei 46 stalli, potranno parcheggiare solo loro. E lo faranno pagando per un anno, l’equivalente di poco più di un mese nel resto della città.
“Andremo avanti, perché vorremmo arrivare ai decisori politici – ha detto il portavoce Iaconeta – e far comprendere loro che va fatto qualcosa. Qualcuno ha detto che dobbiamo rassegnarci, invece non lo faremo”. Quest’ultimo riferimento è all’assessore Angelo Salvemini, che aveva commentato così sui social.
“Siamo convinti – ha concluso Iaconeta – che l’Amministrazione avrà tutto da guadagnarci, prestando ascolto ad una questione che sta interessando tutta la cittadinanza”.
Il Comitato ci tiene a specificare, più volte, che “siamo del tutto apolitici e, per quanto possa essere gradito l’impegno di alcuni gruppi politici per questa istanza collettiva – ha ribadito Di Benedetto -, non vogliamo essere identificati con nessuno di loro. Né, tantomeno, siamo in conflitto con l’Amministrazione comunale. Piuttosto, la vorremmo accanto a noi”.
Tra i presenti, più di uno rileva che “mi aspetto che, prima o poi, il Sindaco faccia sua questa problematica come ha fatto con i nostri pescatori”. Gianni Rotice ha già fatto sì che la Publiparking, aggiudicataria del servizio, mitigasse alcune tariffe e ne introducesse altre, tuttavia persistono grosse difficoltà per residenti e lavoratori.
Come quelle di Francesca, nome di fantasia, che lavora in una boutique di corso Manfredi. Abita molto lontano dal centro, “non ci sono mezzi pubblici a orari consoni, perciò usavo la macchina. Adesso non so più come fare. Voglio pagare, per carità. Guadagno 450 euro al mese, devo spenderne 70 per poter lavorare”.
Zone Transition
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“Vorremmo che il contratto fosse rivisto. C’è la possibilità di rivederlo – il pensiero dell’avvocata Totaro -. Stiamo conducendo uno studio sulla legittimità delle tariffe stabilite, ma al momento non c’è alcun tipo di azione messa in atto perché preferiamo l’interlocuzione”. Venerdì 17 giugno prossimo ci sarà un Consiglio comunale monotematico sull’argomento e, negli stessi momenti, il Comitato sarà in piazza del Popolo per seguire da vicino la discussione che si svilupperà.