Cambiamenti climatici e siccità mettono a rischio le ostriche della laguna

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Ogni aspetto del mondo è complesso e ricco, un insieme di diversità che emerge allo sguardo. Le peculiarità del territorio si trasformano in bellezza, necessità, faro cui porre attenzione. La biodiversità rende così il territorio un vivaio di colori, che attraggono lo sguardo e manifestano lo stato del territorio stesso.

Oggi la necessità di andare incontro alle esigenze legate all’ambiente è uno dei punti fondamentali dello sviluppo, che nel raggio d’azione a lungo termine cerca di arginare il crollo dovuto al cambiamento climatico. Un’operazione che incontra ancora difficoltà, ma che (come spiegano gli esperti del settore) porterebbe frutti.

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Oggi la manutenzione dei fondali, se gestita meglio, porterebbe a non trovare una incontrollata presenza di micro alghe, che risultano tossiche per le ostriche presenti nella laguna. Lo sottolinea Lucrezia Cilenti referente del Cnr Lesina e assessora comunale a Ischitella, la quale chiede provvedimenti.

Questo problema è ben noto, con l’assenza di piogge e la conseguente mancanza d’acqua, nonché l’aumento della salinità si aggrava il rischio di soffocare le ostriche in laguna.

Tali dati emergono anche da un monitoraggio condotto da Coldiretti Puglia relativo all’ondata di caldo e siccità che ha coperto la regione, con il relativo innalzamento della temperatura dell’acqua di mare fino a quasi 1,5 gradi in più con l’assenza di acqua dolce a stemperare la salinità, causando importanti perdite alla produzione. Il cambiamento geografico della distribuzione delle piogge sta quindi mettendo a dura prova le coltivazioni, le stesse di un settore, come precisa Coldiretti, che porta in tavola “20mila tonnellate di molluschi”.

Altro punto a svantaggio della Puglia è il primato per essere la regione italiana dove piove meno (circa 641 millimetri annui medi), causando così impatti gravi sulle coltivazioni e favorendo roghi.

“Stiamo operando su un ambiente che artificiosamente è mantenuto per opera umana - spiega Cilenti a l’Attacco -. Le lagune che abbiamo sono mantenute vive dai canali di comunicazione con il mare, altrimenti sarebbero laghi costieri soggetti a evaporazione, dinamiche naturali che si stanno presentando. Potremmo andare incontro a una desertificazione. Non ci sono state piogge, per cui le sorgenti di acqua dolce scarseggiano e i canali, non essendo gestiti e mantenuti attivi, si stanno interrando. Hanno per cui bisogno di opere di rimozione del sedimento. Periodicamente questi canali avrebbero bisogno di opere straordinarie di drenaggio. La comunicazione con il mare rende le lagune molto attive. Permette l’ingresso di acqua marina, che vivifica la laguna, tra cui le specie di pesci che abitano la laguna e che poi tornano in mare per riprodursi. Il mare ha la funzione dell’ossigenazione, entrando la laguna la rende salmastra, il cui tasso di salinità può variare, rendendolo un ambiente idoneo per la molluschicoltura. Il comparto è stato fiorente fino a poco tempo fa, ma i cambiamenti climatici hanno lavorato in senso contrario”.

Aggiunge ancora Cilenti sull’operosità del settore: “Per quanto riguarda l’ostricoltura, attività fiorente, passando da 6 operatori – anche grazie a un progetto del CNN - a 30 unità. Ci sarebbe la possibilità di aumentare questo capitale sociale di nuovi operatori, ma facciamo i conti con il cambiamento climatico globale e dall’altro dal fatto che questi canali tendono a interrarsi. Il caldo eccessivo degli ultimi anni ha portato a una crisi. Sono soggetti alle intemperie ambientali, come alluvioni, eccessiva evaporazione, fioriture di micro-alghe che possono essere tossiche. È vero che abbiamo un’attività produttiva potenziale in crescita, ma è vero che sono soggetti a crisi ambientali, che possono essere tamponate se si opera per tempo.

Zone Transition

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L’uomo usufruisce delle risorse che ci sono, quando ci sono, ma per garantire una continuità per chi vuole fare imprese è necessario operare con attenzione costante”. Le temperature si abbasseranno, la situazione può essere ripresa, precisa. “Le lagune offrono diverse offerte - conclude -. Non ne va a beneficiare solo il comparto della molluschicoltura, ma anche il turismo, la cultura”.

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