Clima rovente in Italia (e in Puglia). Non c’è più l’Anticiclone delle Azzorre soppiantato dal sub-sahariano

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L’uomo e l’ambiente stanno soffrendo le condizioni meteo dovute a un clima che cambia anche per le attività poste in essere dal genere umano. Il vero problema sarà quello di tener monitorato uno dei beni più preziosi: l’acqua. C’è da investire negli invasi, c’è da pensare che, in alcune aree, si possono realizzare dissalatori. La parola d’ordine è “caldo anomalo”, per il periodo, ma già presentatosi in primavera. Per gli esperti, si è aperto da inizio settimana il “periodo statisticamente più caldo dell’anno: nelle tre settimane, quelle che vanno dal 22 luglio fino al 12 agosto sono concentrate 12 dei 23 record assoluti di caldo riferiti alle stazioni storiche italiane, quindi più del 50% del totale”. Il 21 luglio è stato il giorno più caldo mai registrato nella storia. Attualmente, però, c’è una fase d’instabilità che sta mitigando le temperature, riportandole nella media del periodo. Un periodo che, si ricorderà, era caratterizzato dalle estati contraddistinte dall’Anticiclone delle Azzorre, scalzato dall’anticiclone africano, responsabile del “caldo anomalo”. È sempre l'anticiclone sub-sahariano che, accompagnato da aria calda in quota, dominerà la scena su buona parte dell'Europa centro-occidentale. 

A l’Attacco ha risposto Michele Conenna, tecnico meteorologo e libero professionista: “Da circa 15 anni l'estate pugliese non è più quella di una volta. Sono ormai un ricordo quelle stagioni in cui la temperatura media non andava oltre i 30-33 °C con rarissime eccezioni di 40°C, delimitate solo a qualche ora e, soprattutto, a limitate aree geografiche. Oggi i 40°C sono così diffusi che è quasi diventato normalità. La causa è solo ed esclusivamente una: il cambiamento climatico che ha portato una vera e propria sostituzione di due figure meteo bariche di fondamentale importanza. L'amato Anticiclone delle Azzorre è sempre più un ricercato speciale sostituito prepotentemente da quello africano, sub-tropicale, proveniente direttamente dal Sahara”. 

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Con l’anticiclone delle Azzorre, le temperature erano miti e il caldo sopportabile, con venti deboli provenienti dai quadranti settentrionali. Ma dov’è finito l’Anticiclone delle Azzorre? “Ce ne siamo accorti tutti: non si tratta solo di una semplice sensazione (in tal caso non avrebbe valore scientifico ovviamente) bensì di un’evidenza conclamata. La figura anticiclonica tipica delle estati mediterranee è sparita dalla circolazione. Per meglio dire, la sua figura è stata risagomata su altri lidi che non toccano il nostro Paese – ha detto Conenna a l’Attacco -. Al suo posto abbiamo due alternative: la prima è quella di rimanere ‘terra di nessuno’, ovvero (come sta accadendo attualmente) in condizioni di palude barica, senza grandi figure dominanti. La seconda alternativa è quella legata alla nota ingerenza di un’altra figura anticiclonica: quella nord-africana. Lo fa in estate com’è risaputo, sostituendo la celebrità del passato l’anticiclone delle Azzorre, ma anche in inverno al posto del sempre più assente anticiclone termico russo-siberiano. Proprio quest’ultima figura deve la sua sempre minor estensione al sollevamento in latitudine della fascia anticiclonica sub-tropicale continentale dell’Arabia Saudita. Dunque un sollevamento in blocco di tutta la fascia anticiclonica sub-tropicale dovuta all’alterazione della circolazione generale dell’atmosfera che si sta impostando in questi ultimi anni”. 

I motivi li ha spiegati così Conenna: “Ancora una volta sono legati ai cambiamenti climatici in atto. Il surplus di calore, infatti, non si traduce solo nel semplice aumento delle temperature (questo è l’ultimo passaggio), ma nel mutamento nella velocità del ciclo dell’acqua e nella modifica della circolazione generale dell’atmosfera. Quest’ultima, in particolare, ha fatto rilevare il rallentamento della Corrente a Getto Polare con ondulazioni profonde e quasi stazionarie e la risalita verso nord della Corrente a Getto Subtropicale di almeno 200-300 chilometri. Da qui la sempre maggior assenza della circolazione atlantica al di qua del Mediterraneo e, quindi, anche sull’Italia, sia di tipo anticiclonico (vedasi l’Anticiclone delle Azzorre), sia di tipo ciclonico (leggasi assenza delle classiche perturbazioni da ovest), con mutamento del normale ciclo delle piogge. L’Anticiclone delle Azzorre resta sull’Atlantico e non porta l’estate a cui eravamo abituati, dando spazio a quello africano. Ad esempio, in Romania e Georgia, si sono registrate temperature oltre i 40°C. E negli anni a venire sarà sempre peggio”. 

Zone Transition

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Onde di calore ma anche violenti temporali, dovuti alla grande energia esistente tra masse d’aria calda e fredda: “C’è un forte contrasto termico e l’innesco di temporali, soprattutto tra le 14.00 e le 15.00, orario con alta temperatura al suolo, con significativi fenomeni e anche grandine”, ha concluso Conenna.  

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